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Il Papa a Timor Est esalta la natalità

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Circondato da bambini, Francesco elogia la cultura della vita del Paese asiatico, contro i "coccodrilli" ideologici che vorrebbero stravolgerla. Oggi l'arrivo a Singapore, ultima tappa del viaggio apostolico.

Ecclesia 11_09_2024
La Presse  (AP Photo/Gregorio Borgia)

Il "no" alla cultura dello scarto al centro del viaggio apostolico di Francesco. Una delle immagini più belle di questa lunga permanenza tra Asia e Oceania la regala Timor Est con l'abbraccio tra il Papa e i bambini disabili di Dili. Bergoglio, commosso, si informa sulle condizioni della bimba affetta da focomelia che lo accoglie. Nella scuola “Irmãs Alma”, affiancato dall'arcivescovo locale e cardinale salesiano Virgílio do Carmo da Silva, il Papa è apparso molto colpito dall'incontro coi 50 bambini accuditi dalle suore dell’Associazione delle Istituzioni Missionarie Laiche.

Nel suo discorso, Francesco ha voluto richiamare l'attenzione su uno di loro, il piccolo Silvano che soffre di una grave malattia neuro-motoria. Il Pontefice ha voluto il bambino vicino a sé ed ha chiesto ai presenti: «cosa ci insegna Silvano, cosa ci insegna? Ci insegna a prenderci cura. Prendendoci cura di lui, impariamo a prenderci cura. E se guardiamo il suo viso, è calmo, paziente, dorme in pace. E così come lui si lascia curare, anche noi dobbiamo imparare a lasciarci curare. Lasciarsi curare da Dio, che ci ama tanto; lasciarsi curare dalla Madonna, che è nostra Madre». Poi ha invitato a recitare un'Ave Maria ed ha impartito la benedizione. «Non possiamo capire l’amore di Gesù se non ci mettiamo a praticare l’amore», ha anche detto il Santo Padre lodando la struttura.

I bambini hanno monopolizzato la sua giornata a Dili e così anche nell'omelia della Messa alla Spianata di Taci Tolu, Francesco ha sottolineato la bellezza della natalità partendo dalle parole del profeta Isaia «Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio». A Timor Est il Papa è rimasto colpito dai tanti bambini che hanno salutato il suo arrivo e che testimoniano l'alto tasso di natalità di questo Paese con una grande maggioranza cattolica. Il Pontefice ha evidenziato nell'omelia che a Timor Est «ci sono tanti bambini: siete un Paese giovane in cui in ogni angolo si sente pulsare, esplodere la vita. E questo è un regalo, un dono grande: la presenza di tanta gioventù e di tanti bambini, infatti, rinnova costantemente la nostra energia e la nostra vita. Ma ancora di più è un segno, perché fare spazio ai bambini, ai piccoli, accoglierli, prendersi cura di loro, e farci anche noi piccoli davanti a Dio e gli uni di fronte agli altri, sono proprio gli atteggiamenti che ci aprono all’azione del Signore. Facendoci bambini permettiamo l’azione di Dio in noi».

Anche al termine dell'omelia, il Papa ha insistito sull'alto numero di bambini visti ai lati delle strade della capitale e lodando l'alta natalità di questo popolo, ne ha approfittato per mettere in guardia dai pericoli di quelle che chiama abitualmente "colonizzazioni ideologiche" utilizzando una metafora "familiare" alla gente del posto. Bergoglio, infatti, ha affermato: «mi hanno detto che in alcune spiagge vengono i coccodrilli; i coccodrilli vengono nuotando e hanno il morso più forte di quanto possiamo tenere a bada. State attenti! State attenti a quei coccodrilli che vogliono cambiarvi la cultura, che vogliono cambiarvi la storia. Restate fedeli. E non avvicinatevi a quei coccodrilli perché mordono, e mordono molto. Vi auguro la pace. Vi auguro di continuare ad avere molti figli: che il sorriso di questo popolo siano i suoi bambini! Prendetevi cura dei vostri bambini; ma prendetevi cura anche dei vostri anziani, che sono la memoria di questa terra».
Difficile non leggere in queste parole un monito contro il controllo delle nascite, l'aborto e l'uso obbligato della contraccezione.

Oggi è previsto l'ultimo appuntamento del soggiorno a Dili, poi il Papa tornerà di nuovo su un aereo per l'ultima tappa del lungo viaggio apostolico: Singapore. Nel Paese asiatico rimarrà fino a venerdì, giorno in cui è previsto il suo ritorno a Roma. Nelle quattro tappe di questo viaggio Francesco non ha rinunciato all'ormai consueto incontro con i gesuiti del posto, momenti in cui parla spesso a ruota libera rispondendo alle domande dei suoi confratelli. Proprio l'incontro con i gesuiti sarà il primo appuntamento a Singapore al Centro per ritiri “San Francesco Saverio”, subito dopo l'arrivo in aeroporto e l'accoglienza ufficiale. 



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