Il nostro sì al mistero dell’amore che redime il mondo
Chi è il cristiano? È l’uomo che vive di fede, che ha regolato tutta la sua esistenza sull’unica possibilità apertagli da Gesù Cristo, obbediente per noi fino alla croce. Così abbiamo tutti la possibilità di partecipare al sì obbediente che redime il mondo. Il mistero di Cristo passa così nel cristiano, che deve avere in sé lo Spirito di Cristo che lo spinge all’offerta di sé libera e gratuita per la salvezza del mondo. Accettando serenamente persecuzioni e divisioni.
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“Io sono contemporaneo a Cristo che volontariamente muore per me, per il mio peccato. Il Figlio di Dio è diventato per me come il Figlio Prodigo” (cfr. Gal 3,13). “Egli si è caricato delle nostre sofferenze” (Is 53,4) “per aprirci la strada della gioia di possedere Dio e di essere posseduti da Dio” (cfr. 1Gv 3,1).
Perché?
Qui sta il mistero incredibile dell’amore di Dio e il cuore di tutto il cristianesimo. Se cerco un motivo all’amore di Dio per me, non lo trovo. È gratuito; è agape, è dono di sé. Infatti: “Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona (comportamento degli uomini). Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rm 5,7 ss).
L’amore di Dio è agape, è iniziativa libera e antecedente ad ogni mia risposta. Giovanni spiega questa verità: “In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1Gv 4,9-10).
“Dio è amore [=amore gratuito]; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui” (1Gv 4,16). Pertanto nessuno può vantarsi davanti a Dio: “Dove dunque sta il vanto? È stato escluso!” (Rm 3,27).
A noi non rimane che amare come Dio ama: “Noi amiamo [con agape] perché egli ci ha amati per primo [con agape]!” (1Gv 4,19). Se al cristiano manca l’agape (=amore gratuito), il suo cristianesimo è nullo, è inesistente.
“E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla” (1Cor 13,2).
In questo mistero (agape) si ricongiunge l’amore di Dio e del prossimo: “Per questo il Padre mi ama [amore di Dio]: perché io do la mia vita [amore del prossimo]” (Gv 10,17): Dio è dono di sé; chi vive donandosi, possiede Dio perché ha accolto dentro di sé il mistero Dio.
Chi è allora il cristiano? Cristiano è l’uomo che vive di fede (cfr. Rm 1,17), che cioè ha regolato tutta la sua esistenza sull’unica possibilità apertagli da Gesù Cristo, obbediente per noi tutti fino alla croce (cfr. Fil 2,8): la possibilità di partecipare al sì obbediente che redime il mondo.
Il mistero di Cristo passa nel cristiano, che deve avere in sé lo Spirito di Cristo che lo spinge all’offerta di sé libera e gratuita per la salvezza del mondo. Il cristiano vive in questa fede ed ha in sé il mistero della morte e della risurrezione (cfr. Rm 6,4 e tutto il capitolo). E se qualcuno non ha questo Spirito di Cristo non è di Cristo (cfr. Rm 8,9).
La presenza del mistero della morte e risurrezione di Cristo nella vita del cristiano lo porta ad una polemica interiore col mondo in ogni vanità. Egli è crocifisso con Cristo (cfr. Gal 2,20) e vive di Cristo desiderando il suo ritorno (cfr. Ap 22,20) e preferendo Cristo ad ogni altra cosa o persona, perché se vuole essere discepolo di Gesù deve rinnegare se stesso nella sua carne (cfr. Lc 9,23) e perdere la sua vita umana per Cristo (cfr. Lc 9,24).
In questa sua scelta il cristiano sa di avere persecuzioni, prese in giro, urti anche con le persone più care ed amiche. Il cristiano le accetta perché sa che l’amore di Cristo porta divisione (cfr. Lc 12,51) e scandalo per chi non crede. Il suo maestro glielo aveva predetto: il discepolo non può avere una sorte diversa da quella del maestro (cfr. Gv 15,18 ss).
Il cristiano non cerca l’urto, ma, se viene, lo accetta serenamente perché per lui è necessario testimoniare Cristo: infatti se il cristiano si vergognerà di Gesù e della Sua parola, Gesù si vergognerà di lui quando verrà nella Sua gloria e in quella del Padre (cfr. Lc 9,26-27). Questa polemica con il mondo non viene cercata dal cristiano. È il mondo che combatte il cristiano e lo porta anche al martirio. Ma il cristiano ama gratuitamente come Gesù e in questo amore gratuito rivela Dio.
“Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo percossi, andiamo vagando di luogo in luogo, ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi” (1Cor 4,11-13).
“…in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio con molta fermezza: nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, con sapienza, con magnanimità, con benevolenza, con spirito di santità, con amore sincero, con parola di verità, con potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama; come impostori, eppure siamo veritieri; come sconosciuti, eppure notissimi; come moribondi, e invece viviamo; come puniti, ma non uccisi; come afflitti, ma sempre lieti; come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto!” (2Cor 6,1-10).
Anche per il cristiano valgono le parole di Gesù: “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto” (Gv 19,37). L’amore è la verifica che il cristiano rimane in Gesù e possiede Gesù. Pertanto, il cristiano non procura contese e divisioni con i fratelli, ma cerca la fusione di carità con tutti nella pazienza dell’amore.
Chi non fa questo non può essere chiamato cristiano fedele, perché pecca contro Cristo (cfr. Tt 3,10-11) e non gli rimane che lasciare la comunità, perché il suo cuore è già fuori di essa.
2/GIOVEDÌ SANTO
* Cardinale