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Il modello Umbria dimostra che i soldi per la famiglia si trovano

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30 milioni in 3 anni per le politiche di sostegno alla genitorialità, uno specifico fattore famiglia che integri l'Isee e un dipartimento apposito che coordini il lavoro degli assessorati. L'approvazione della Legge sulla famiglia in Umbria è la riprova che i soldi per la famiglia ci sono, basta solo avere la volontà politica.

Famiglia 19_09_2024

La Regione Umbria passa dalla teoria ai fatti e istituisce la prima legge regionale sulla famiglia. Si tratta di un corpus di interventi massiccio e unico in tutto il Paese, se si eccettuano le politiche famigliari portate avanti dalla Regione Trentino-Alto Adige, che in questo resta sempre al vertice.  

Ma il fatto che una regione, governata da cinque anni dalla giunta di Centrodestra di Donatella Tesei, per giunta del centr’Italia, decida di investire così tanto sulla famiglia non può che essere un segnale positivo. Segno che il problema tragico del calo demografico non va affrontato solo a livello culturale, ma anche mettendoci dei soldi. 

E di soldi la legge “Integrazioni e modificazioni al testo unico Sanità e Servizi socialia firma Fioroni (Lega), Pastorelli (FI), Peppucci, Carissimi, Rondini, Mancini, Nicchi (Lega), Pace (FdI) e Fora (Patto civico), definita appunto “Legge sulla Famiglia”, di soldi ne mette tanti. 

Per la precisione 30 milioni, erogati nell’arco del prossimo triennio che vanno a toccare diversi ambiti del comparto welfare inerente la famiglia: giovani coppie, neonati, neomamme, ma anche anziani e giovani. 30 milioni per una regione con meno di un milione di abitanti (sono 880mila) si tratta di un intervento storico.  

Vero è che le armi che le regioni hanno a disposizione per invertire il calo demografico sono piuttosto poche, visto che il grosso delle competenze appartiene allo Stato, però è altrettanto vero che è proprio nelle regioni che si possono avviare quelle buone pratiche che rendono la Famiglia un investimento per il futuro e non soltanto un peso.  

La legge, votata con i 19 voti a favore di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia e i 15 voti contrari delle sinistre, che ha opposto le solite rimostranze ideologiche, opera in diversi segmenti con particolare attenzione ai minori ed alla formazione di nuovi nuclei familiari, attraverso la previsione di un piano triennale da predisporre a cura della Giunta Regionale sentito l’istituendo Dipartimento per la Famiglia.

E proprio il Dipartimento per la famiglia, che dovrà raccordarsi con tutti gli assessorati di riferimento, è forse la novità principale della legge perché sarà un collettore in grado di promuovere al meglio ogni tipo di intervento.  

Ma concretamente che cosa si avrà con la nuova legge sulla Famiglia? Basti pensare che uno degli interventi più importanti è l’aumento dei fondi per le neomamme, con 1716 contributi da 1200 euro a bambino elargiti solo nel 2024. Oppure la resa strutturale per sostenere le giovani coppie nell’acquisto della prima casa. Nel solo anno in corso saranno stanziati 1 milione e 800mila euro a questo scopo, rinnovati poi di anno in anno.  

E ancora: sarà reso strutturale il bonus neomamme e saranno fatte politiche di welfare aziendale. Vengono altresì previste forme di sostegno da un lato per la cura delle persone anziane, non autosufficienti e con disabilità con priorità al progetto di vita ed alla libertà di scegliere il proprio domicilio, e, dall’altro, alla genitorialità ed alla maternità, attraverso attività informativa completa a favore delle gestanti, nonché attività di orientamento, di sostegno psicologico e pratico nelle procedure necessarie ad ottenere l’adozione o l’affidamento familiare. Si prevedono altresì sostegni, attraverso l’istituzione di un apposito fondo, in favore dei figli orfani di entrambi i genitori, e contributi per il diritto allo studio e per le attività sportive dei figli. 

Un’altra novità per certi versi clamorosa è l’introduzione di un “fattore famiglia”, che verrà sperimentato come strumento integrativo dell’Isee per la definizione delle condizioni economiche e sociali, che consentono di accedere agli interventi per la famiglia. Da tempo si sostiene che l’Isee non è uno strumento adatto per il calcolo del reddito famigliare ai fini welfare, ma in attesa che il Governo metta mano aduna sua revisione – e il tema non è stato ancora inserito nell’agenda dell’esecutivo – l’Umbria corre ai ripari integrando con il fattore famiglia, che dovrà tenere conto non solo del reddito e delle proprietà, ma darà il giusto peso alla composizione famigliare, andando così a dare un beneficio alle famiglie numerose.

Come detto la sinistra non ha toccato palla. Basti pensare che tra gli emendamenti respinti dal consiglio regionale, che martedì ha votato la legge, c’era anche la proposta dei consiglieri Pd di “inserire tra le finalità delle politiche per le famiglie la diffusione della cultura del rispetto delle differenze per il contrasto agli stereotipi di genere, anche al fine di superare le tradizionali separazioni dei ruoli di genere e favorire un più positivo sviluppo delle dinamiche familiari, dell’educazione alla sessualità e all’affettività». Un linguaggio che conosciamo ormai bene e che per le giunte di sinistra significa fondamentalmente più soldi alle lobby gay e alle iniziative che impongono l’ideologia di genere.   

Niente di tutto questo nella legge umbra. Come ha sottolineato con soddisfazione il presidente di Pro Vita e Famiglia Toni Brandi:  «È una svolta storica lo stanziamento di 30 milioni di euro per sostenere famiglie e minori e per promuovere la natalità e che la legge parli espressamente di “tutela della vita umana dal concepimento alla morte naturale”. Una novità altrettanto fondamentale è poi l’istituzione del Dipartimento per la Famiglia, presso la Direzione Sanità e Welfare e la realizzazione di Distretti famiglia che consentiranno alle organizzazioni pubbliche e private di offrire servizi e interventi qualitativamente aderenti alle esigenze e alle aspettative delle famiglie. Ora ci aspettiamo che la Regione mantenga le promesse e trasformi in realtà e in azioni concrete tutto questo, così come gli altri bonus previsti dalla legge appena per nuovi nati, neomamme, anziani, disabili, figli orfani, per lo studio e lo sport dei giovani e i sostegni alle reti e alle associazioni familiari». 

Insomma, in attesa che il Governo faccia sapere come intende costruire la legge di bilancio – è di ieri la notizia che la premier Meloni ha ribadito che la Finanziaria 2025 andrà a vantaggio delle famiglie – è dalla provincia che arrivano le notizie più incoraggianti. Ma soprattutto con questa legge si dimostra che uno stanziamento ingente per la Famiglia si può trovare. Si tratta solo di avere la volontà politica per poterlo fare.