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EDITORIALE

Il mistero degli aborti di Trento

Nel triennio 2006-2008 risultano praticati aborti da un numero di ginecologi quadruplo rispetto ai non obiettori. Un errore o l'effetto di pressioni sui medici non obiettori? E succede solo a trento o anche in altre parti d'Italia?

Editoriali 20_07_2013
Medici

C'è qualcosa di strano, di più, c'è qualcosa che non si riesce proprio a spiegare nei dati sull'aborto che riguardano la provincia autonoma di Trento. Le relazioni ministeriali ci dicono che nel periodo 2006-2008 a Trento sono stati effettuati 3788 aborti. Le stesse relazioni dicono che il numero di ginecologi obiettori di coscienza in servizio presso le strutture accreditate per effettuare gli aborti era di 16 nel 2006, erano 25 l'anno successivo per arrivare a 26 nel 2008. Nove è invece il numero di ginecologi non obiettori mantenutosi costante nei tre anni. Questi i dati forniti dall'istituto superiore di sanità al ministro della salute e da questi al parlamento.

Le cifre fornite dalla provincia autonoma di Trento confermano pressoché esattamente il numero degli aborti (lo scarto rispetto alle cifre del ministero è di solo due interventi), ma c'è un dato che è sconcertante. A pagina 28 della relazione, con aggiunta di un bel grafico a colonne, si legge che a fare gli aborti "i ginecologi coinvolti (presidi pubblici e privati) sono 35". Anche ammettendo che ogni anno il personale medico non obiettore si rinnovasse completamente (cosa del tutto inverosimile), non è possibile raggiungere la cifra di 35 ginecologi che hanno effettuato almeno un aborto. La tabella alla pagina successiva del documento non aiuta a risolvere il mistero. Le cifre fornite indicano infatti soltanto la percentuale di ginecologi obiettori. Rispetto alle percentuali fornite dal ministero i valori sono nettamente inferiori, ma non è chiaro se le cifre si riferiscano a tutti i ginecologi di Trento anziché ai soli ginecologi in servizio nelle strutture sanitarie dove si effettuano gli aborti. Poiché inoltre non è fornito il numero grezzo degli obiettori non si può risalire al numero dei non obiettori.

Nella provincia di Trento sono 4 le strutture dove si effettuano gli aborti, tre pubbliche ed una privata accreditata. Consultando il sito dell'azienda sanitaria della provincia di Trento si apprende che nei reparti di ostetricia delle tre strutture pubbliche in questione il personale medico è composto di 31 unità. A Trento più della metà degli aborti sono effettuati in una clinica privata convenzionata. Secondo uno dei sanitari che in quella clinica esegue gli aborti intervistato proprio nel 2008, a fare questi interventi sarebbero soltanto in due. Giunti a questo punto non è possibile evitare di porsi alcune domande.

C'è un errore nelle cifre fornite dal ministero? Sono errati i numeri forniti dall'osservatorio epidemiologico della provincia di Trento? Oppure non c'è alcune errore e l'arcano è spiegato dal fatto che a Trento un numero vasto di ginecologi, pur essendo obiettore di coscienza, ha comunque effettuato interventi di aborto? Se questo fosse il caso, perché questi medici hanno continuato ad essere inclusi tra gli obiettori quando ai sensi della legge 194 sarebbero dovuti decadere immediatamente dall'obiezione? Ma se così fosse, se nonostante l'obiezione dichiarata comunque alcuni medici hanno effettuato degli aborti, perché un fatto simile può essersi verificato? Questi medici hanno liberamente cambiato idea ed ora sono tutti non obiettori, oppure sono obiettori, ma qualche volta non obiettano? Oppure sono obiettori che hanno dovuto cedere a delle pressioni esercitate su di loro? Infine ancora un dubbio: solo a Trento, o anche in altre parti d'Italia?

Domande, semplici domande.