Il Libano ha un nuovo presidente: il generale Joseph Aoun
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Libano, eletto alla seconda votazione, il nuovo presidente è il generale Joseph Aoun. Riempie un vuoto istituzionale durato più di due anni. Soddisfazione dei partner internazionali e di Israele. Sconfitta politica per Hezbollah e gli sciiti di Amal.
Alle 11 di giovedì 9 gennaio nel Palazzo del Parlamento libanese si vota per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica, ultimo di tredici tentativi andati a vuoto negli ultimi due anni e mezzo. Stavolta le grandi potenze straniere, Francia, Usa e Arabia Saudita in testa, non sentono ragioni: stavolta il presidente s'ha da fare, pena l'immediato blocco degli aiuti finanziari di cui ha urgente bisogno il Paese, gravemente danneggiato dalla recente guerra tra Hezbollah e Israele.
Nonostante le rassicurazioni ricevute, in diversi giornalisti, libanesi e stranieri, scopriamo che i nostri nomi non sono stati inseriti nella lista degli accrediti necessari per assistere all'evento, dunque dobbiamo restare fuori dai cancelli. Il Libano non brilla per libertà di stampa (anzi, è al numero 140 su 180 Paesi presenti nel ranking di Reporters sans Frontières) ma in Italia abbiamo perso da tempo il diritto di giudicare in merito. Non resta dunque che posizionarsi in un angolo del marciapiede, mentre le auto del Primo Ministro, dello speaker della Camera, dei membri del Parlamento e di una ventina di ambasciatori di altrettanti Paesi varcano l'entrata.
Secondo alcune fonti sono tutti presenti i 128 membri del parlamento, secondo altre ne mancherebbe una manciata - il che se confermato rappresenterebbe un'irregolarità, perché sono necessari tutti i 128 parlamentari per eleggere il presidente. Ciò non stupisce però, perché la Repubblica libanese, nata nel 1943 per concessione del Mandato francese che aveva governato il Libano dal 1920, è da sempre avvezza a concedersi ogni libertà a livello istituzionale.
Sia come sia, al primo turno di votazioni solo 71 su 128 membri del Parlamento hanno votato per il grande favorito, il generale Joseph Aoun, dunque non sono stati raggiunti gli 86 voti necessari all'elezione. Risulta che 37 membri del Parlamento hanno votato scheda bianca e altri 20 hanno scritto sulle schede parole come "libertà" e "Costituzione", annullandole. I parlamentari sciiti di Amal e Hezbollah hanno manifestato così il loro dissenso, ma si suppone che alla seconda votazione berranno l'amaro calice pronunciandosi per Aoun.
Verso le 12 lo Speaker della Camera Nabih Berri sospende i lavori fino alle 14, suscitando le rimostranze di alcuni parlamentari che avevano invece richiesto un'immediata seconda votazione. Frattanto i soldati all'ingresso ridono e scherzano in un clima di rilassatezza che mal si addice ad un evento di tale rilevanza, e soprattutto tanto atteso dal Paese; si permettono anche di schernire la stampa rimasta fuori, che frattanto viene fatta allontanare sempre di più dall'ingresso. Manca un quarto alle 15 quando alla nostra postazione arriva la notizia dell'habemus Papam, in prima battuta dal passaggio a sirene spiegate della macchina presidenziale e del suo seguito, poi dalla musica della banda che nel cortile del Palazzo suona l'inno nazionale libanese. Aoun ha ricevuto 99 voti su 128, e tanto basta: è il quattordicesimo Presidente della Repubblica del Libano, oltre al quinto Capo di Stato Maggiore dell'Esercito ad essere eletto nella carica, e il quarto di fila. Frattanto, elicotteri dell'Esercito si levano in volo sopra il Palazzo del Parlamento, forse in omaggio al Capo neo eletto, e la gente in strada si scambia festosi "mabrouk!" ("congratulazioni" in arabo).
Pare che in realtà la richiesta di eleggere Aoun sia stata fatta ai Paesi citati sopra da Netanyahu in persona. Un Presidente politicamente insignificante, pronto a far rispettare la risoluzione 1701 dell'ONU relativa ai confini tra Libano e Israele è una grande concessione allo Stato ebraico da parte dei Paesi Occidentali. I grandi sconfitti dall'elezione del generale sono dunque il braccio politico di Hezbollah e l'alleato Amal, il cui leader Nabih Berri, potentissimo Speaker della Camera, probabilmente riceverà ancora di più in cambio del suo assenso ad Aoun. Se è ancora presto per capire le conseguenze dell'elezione sul breve e lungo periodo, per ora tra i libanesi regna la gioia: il Libano, in un modo o nell'altro, è riuscito ad eleggere il suo Presidente.