Il genocidio dei cristiani del Niger
Subiscono, oltre agli attacchi dei jihadisti e dei musulmani di etnia Fulani, quelli degli stessi militari governativi che li dovrebbero proteggere
I Gurma (o Gourmanché) sono un gruppo etnico che vive principalmente nel nord est del Ghana e del Burkina Faso, nel nord del Togo e del Benin e nel sud ovest del Niger. Molti di quelli che vivono alla frontiera tra il Niger e il Burkina Faso, territori a maggioranza islamica, sono cristiani: “hanno resistito alla pressione musulmana – spiega il missionario SMA (Società Missioni Africane) Mauro Armanino che vive in Niger dal 2011 – e hanno aderito in modo sorprendente al cristianesimo”. Per questo infieriscono su di loro i gruppi jihadisti della regione, i Fulani una grande etnia di allevatori di bestiame prevalentemente musulmani che minacciano i cristiani in tutta l’Africa occidentale, ma anche gli stessi militari governativi che invece li dovrebbero proteggere. L’essere cristiani – spiega il missionario SMA (Società Missioni Africane) Mauro Armanino che vive in Niger dal 2011 – si è gradualmente trasformato in fattore ‘aggravante’ di persecuzione. Sono ormai molti i villaggi di questa zona di frontiera che i contadini Gourmanché hanno dovuto abbandonare. Stranamente ma non molto, i membri dell’etnia Peul (altro termine per indicare i Fulani) vivono indisturbati in questi stessi villaggi, protetti dai gruppi armati e ignorati dai militari”. Propri i soldati sono responsabili di alcune delle ultime aggressioni. Il 29 maggio hanno bruciato i granai del villaggio di Nadouani, che fa parte della parrocchia di Bomoanga, e in un altro villaggio, Tchinibai, hanno dato fuoco a una motocicletta rinvenuta in una capanna e hanno ucciso sette uomini che stavano intrecciando delle stuoie seduti sotto un albero poco lontano. Dopo il colpo di stato del luglio 2023, dice padre Armanino, le condizioni di vita dei cristiani e di tutta la popolazione sono ulteriormente peggiorate. “La parola ‘genocidio’ – spiega – usata e abusata sotto altri lidi, può apparire eccessiva. Eppure ciò a cui stiamo assistendo, con le dovute proporzioni e differenze, è assimilabile a questo particolare processo di eliminazione”.