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TRUMP VS BIDEN

Il generale dell'"Obamagate" parla di guerra escatologica

Scagionato dopo gli atti che hanno aperto l'indagine su Obama, Biden e l'Fbi, il generale Michael Flynn parla di una guerra epocale da combattere con azioni e preghiere. Dietro la lotta al razzismo si nasconde un attacco elettorale volto «ad instaurare il socialismo» e ultimamente «a cacciare Dio dalle nostre famiglie, dalle nostre scuole e dai nostri tribunali…anche dalle nostre chiese». «Siamo scoraggiati ma c'è una via d'uscita».

Esteri 03_07_2020

Il generale Michael Flynn non è solo il volto chiave dell’“Obamagate”, lo scandalo emerso in seguito alla recente desecretazione dei documenti che dimostrano che l’allora consigliere per la sicurezza nazionale di Trump fu incastrato dal capo dell’Fbi James Comey (su richiesta di Obama e con la complicità di Biden e altri democratici) e dichiarato colpevole di collusione con la Russia. Flynn è infatti uno dei più rinomati e carismatici generali dell’esercito americano, tanto da essere riuscito a determinare la politica estera dei presidenti che ha servito, mettendosi di traverso ai disegni di politica estera dell’amministrazione Obama-Clinton: le sue parole sull'avvento dell'Isis in Siria gli costarono la rimozione nel 2014 dall'incarico di direttore della Dia (Defense Intelligence Agency). Intervistato da Al Jazeera Flynn aveva affermato di aver informato Obama riguardo all'ascesa del terrorismo siriano, ma «l’amministrazione ha deciso di ignorare le nostre informazioni deliberatamente continuando a fare ciò che sta facendo», ossia favorire l'Isis. 

Flynn è anche fra i primi che già nel 2016 cominciavano a parlare dell’esistenza di un “Deep State” corrotto, tanto che tramite Twitter diede come vero lo scandalo del “PizzaGate", per cui la Clinton e parte del personale della sua campagna elettorale sarebbero stati coinvolti in giri enormi di pedofilia e di riciclaggio di denaro. Inoltre accusò Comey e altri agenti dell’Fbi di aver fatto parecchi errori durante le indagini in cui erano fuoriuscite email che provavano la corruzione della Casa Bianca. La conferma degli scandali da parte di un generale così noto, che per 33 anni aveva servito in prima linea il Paese, fece alzare le antenne anche a chi all’inizio aveva pensato al  “Pizzagate” come ad un attacco elettorale da parte della destra complottista. Pochi mesi dopo Trump vinceva ponendo Flynn in un posto chiave della sua amministrazione, ma nel giro di qualche mese fu condannato proprio dagli stessi che aveva accusato duramente.

Scagionato ora e riabilitato dalle cronache, dopo che fra gli atti dell’“Obamagate” è comparsa una conversazione su di lui da parte di due agenti dell’Fbi che si chiedevano «Qual è il nostro obiettivo? Verità/Ammissione o spingerlo a mentire, in modo da indagarlo o cacciarlo?», Flynn ha scritto due articoli spiegando come si deve combattere una lotta ancor più cruciale di quella delle passate elezioni, ricordando che non potrà essere vinta se non la si guarda innanzitutto da un punto di vista escatologico.

Così come ne ha parlato Padre Livio in riferimento al mondo e Viganò nella lettera inviata al presidente Trump, Flynn ha chiarito sul The Western Journal che «c'è un piccolo gruppo di persone ferventi che lavorano duramente per distruggere il nostro modo di vivere americano». Sarebbero il 2 per cento che vogliono prendere possesso della restante popolazione indifferente. Il generale fa quindi capire che sebbene la maggioranza del popolo americano sia buona, occorre che la “maggioranza silenziosa”, come viene definita da Trump, agisca sapendo che quello in ballo è uno scontro fra «due forze opposte: una dei "figli della luce" e l'altra dei "figli delle tenebre"».

«Come mi ha detto una poliziotta della Virginia - ha continuato - "le persone non si sentono al sicuro nelle loro case e le nostre forze di polizia sono così demoralizzate che non possiamo operare come dovremmo. Nei miei 23 anni nel mio dipartimento non ho mai visto un morale così basso"». Il Generale descrive la guerriglia urbana come un attentato alla democrazia, per cui «è necessario supportare la polizia» ma anche «sfidare ogni politico ad ogni livello»: questo attacco all’ordine e ai simboli della storia americana è volto «ad instaurare il socialismo» e ultimamente «a cacciare Dio dalle nostre famiglie, dalle nostre scuole e dai nostri tribunali… anche dalle nostre chiese, essenzialmente sperando di rimuovere Dio dal nostro vivere quotidiano».

Secondo Flynn, «in guerra, come nella vita, la maggior parte dei fallimenti deriva dall’inerzia», ma attraverso l’azione descritta sopra, assicura, «possiamo prevalere», perché «ricordate che è inevitabile che anche i nostri nemici (questa forza oscura) abbiano delle difficoltà che noi ignoriamo». E se anche «per la maggioranza degli americani queste forze paiono essere forti», secondo lo stratega occorre «solo una piccola spinta da parte nostra, è tutto quello che ci è chiesto per sconfiggere queste forze». Flynn ricorda che questa spinta è fatta di azione ma anche di preghiera.

Infatti, come il generale aveva scritto già in un articolo precedente, «sebbene sentiamo di essere scesi in uno stato infernale dell’esistenza, non bisogna mai dimenticare, l'inferno non è invincibile», attraverso la preghiera, la coscienza di Dio, la «capacità di sacrificio» e quella di vivere secondo gli «ideali (di bene e di male, ndr) che abbiamo ricevuto da Dio, che sono alla base della nostra repubblica costituzionale».

Lo scenario per i figli della luce è spaventoso ora, ma non bisogna temere «l’incertezza che deriva dall'ignoto, accettala invece e combatti attraversando questa sensazione di paura». Anche l'ottimismo, che non deve scadere nell'esaltazione che si tramuta in disperazione alla prima difficoltà, è necessario in guerra. Infatti, ha concluso, «dobbiamo ricordare: il potere dell'inferno, sebbene sia forte, è limitato. È Dio l'ultimo giudice e decisore. La sua sacra provvidenza è il nostro paese, gli Stati Uniti d’America. Finché accetteremo Dio come linfa vitale della nostra nazione, saremo al sicuro». Altrimenti si andrà davvero «incontro ad un'esistenza infernale».