Il falegname e suo figlio
«Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria?». Mt 13,54-57
Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga, e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Mt 13,54-57
Giuseppe entra in scena di riflesso. Nei vangeli dell’infanzia è chiamato a mettersi a servizio del mistero grande che avviene in Maria e si realizza in Gesù. Nell’età matura di Gesù lui, il falegname di Nazaret, viene riconosciuto come suo padre. La sapienza di Dio non arriva agli uomini attraverso i libri e le scuole, ma dal vivere con Lui. Gesù ha appreso la sua sapienza dal Padre che sta nei cieli, ma la vicinanza con Giuseppe – uomo giusto, fedele a Dio e a Lui obbediente - lo ha introdotto a uno sguardo aperto sulla realtà, che lo ha addestrato a riconoscere e accogliere la sapienza e i prodigi di Dio. Tutta l’opera umana, tutta l’umana esperienza non ha solo lo scopo di far funzionare il mondo e di renderlo più bello, ma è chiamata a diventare collaborazione all’opera di Dio che salva. Questo è il vero scopo del lavoro umano.