Il diritto dei bambini alla Prima Comunione
Proprio mentre l'Onu sferrava il suo duro attacco alla Chiesa sul dramma della pedofilia, Papa Francesco ricordava il primo diritto di ogni bambino: quello di ricevere la Prima Comunione. L'Eucarestia è il cuore dell'iniziazione cristiana.
Per pura coincidenza, nel giorno in cui un comitato delle Nazioni Unite «per la protezione dei fanciulli» pubblica, partendo dal dramma dei preti pedofili, un durissimo e fazioso attacco alla Chiesa, il Papa prosegue il 5 febbraio 2014 la sua catechesi sui sacramenti, menzionando un diritto di cui l’Onu – che preferisce garantire ai bambini il diritto all’iniziazione precoce all’omosessualità e agli anticoncezionali – si è dimenticato: il diritto alla Prima Comunione.
«L’Eucarestia – ha esordito il Papa – si colloca nel cuore dell’“iniziazione cristiana”, insieme al Battesimo e alla Confermazione, e costituisce la sorgente della vita stessa della Chiesa. Da questo Sacramento dell’amore, infatti, scaturisce ogni autentico cammino di fede, di comunione e di testimonianza». È sbagliato, ha detto il Papa, contrapporre Eucarestia e Parola di Dio. Dev’essere chiaro che nella Messa al centro c’è l’altare e che «su quell’altare si offre il sacrificio di Cristo: è Lui il cibo spirituale che lì si riceve, sotto i segni del pane e del vino». Nello stesso tempo, accanto all’altare in chiesa «c’è l’ambone, cioè il luogo da cui si proclama la Parola di Dio: e questo indica che lì ci si raduna per ascoltare il Signore che parla mediante le Sacre Scritture, e dunque il cibo che si riceve è anche la sua Parola».
Il cibo della Parola e il cibo eucaristico, che deriva dal sacrificio di Cristo, sono connessi: «Parola e Pane nella Messa diventano un tutt’uno, come nell’Ultima Cena, quando tutte le parole di Gesù, tutti i segni che aveva fatto, si condensarono nel gesto di spezzare il pane e di offrire il calice, anticipo del sacrificio della croce, e in quelle parole: “Prendete, mangiate, questo è il mio corpo … Prendete, bevete, questo è il mio sangue”».
Non riflettiamo spesso, ha aggiunto Papa Francesco, sul significato etimologico di «eucarestia», una parola che significa «ringraziamento». L’Eucarestia «è il supremo ringraziamento al Padre, che ci ha amato tanto da darci il suo Figlio per amore». Cristo nell’Eucarestia ringrazia il Padre, e noi quando ci comunichiamo ringraziamo tutta la Trinità.
Sbaglia, ha detto ancora il Papa, chi riduce l’Eucarestia a un banchetto. Il sacramento «è ben più di un semplice banchetto: è proprio il memoriale della Pasqua di Gesù, il mistero centrale della salvezza». La parola «memoriale» non è sbagliata, ma dev’essere bene intesa. «“Memoriale” non significa solo un ricordo, un semplice ricordo, ma vuol dire che ogni volta che celebriamo questo Sacramento partecipiamo al mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo». L’Eucarestia «costituisce il vertice dell’azione di salvezza di Dio: il Signore Gesù, facendosi pane spezzato per noi, riversa infatti su di noi tutta la sua misericordia e il suo amore, così da rinnovare il nostro cuore». E ricevere la Comunione è sempre qualche cosa di straordinario, che non deve diventare un’abitudine: «ci conforma in modo unico e profondo a Cristo, facendoci pregustare già ora la piena comunione col Padre che caratterizzerà il banchetto celeste, dove con tutti i Santi avremo la gioia di contemplare Dio faccia a faccia».
Un cattolico che ha capito che cos’è l’Eucarestia, ha aggiunto il Pontefice, ha capito anche che «è tanto importante andare a Messa la domenica. Andare a Messa non solo per pregare, ma per ricevere la Comunione, questo pane che è il corpo di Gesù Cristo che ci salva, ci perdona, ci unisce al Padre». E ha anche capito quanto importante è «il giorno della prima Comunione». «È importante che i bambini si preparino bene alla prima Comunione», comprendendo tutta la profondità del mistero che già da ragazzi incontrano. Ma è anche importante «che ogni bambino la faccia», che non gli sia negata né la preparazione adeguata né la gioia dell’incontro sacramentale con Gesù. Questi sono i veri diritti del fanciullo.