Il direttore del Gemelli chiede aiuto all'essere supremo
Cauto ottimismo per la salute del Papa anche se una mano dall'alto non guasterebbe, dice il prof. Elefanti (che vorrebbe invocare Dio ma non riesce a nominarlo).

Se i comunicati serali della Sala Stampa vaticana oscillano tra «lieve miglioramento» e «prognosi riservata», qualche altra notizia sulla degenza del Santo Padre è venuta ieri dal prof. Marco Elefanti, direttore generale del Policlinico Gemelli intervistato dall'Ansa.
«È chiaro che lo stato di salute del pontefice fa un po' la differenza», osserva il prof. Elefanti, in riferimento ad altri «episodi chirurgici però programmati e tutto sommato con un'evoluzione abbastanza preordinata». Eventi pertanto più sereni rispetto alla situazione attuale del pontefice, che adesso «è piuttosto critica». Elefanti esprime cauto ottimismo, nella convinzione «che ne possa uscire» e nella speranza «che Sua Santità ce la faccia», sia grazie alla «grande attenzione del team di clinici» che si occupa del pontefice, sia rivolgendosi... qui il luminare indica verso l'alto, e poi tira fuori il nome: «all'essere supremo, perché dia anche a lui, che evidentemente in questo caso ne ha bisogno, una mano decisiva».