I sei impegni di Pro Vita, un manifesto da replicare
Per le elezioni europee Pro Vita & Famiglia ha presentato sei punti – dalla difesa di vita e famiglia al no all’ideologia verde – chiedendo ai candidati all’Europarlamento di sottoscriverli. Una proposta chiara, che andrebbe replicata alle amministrative.
Sull’esperienza politica di Pro Vita & Famiglia in occasione delle recenti elezioni europee c’è molto da imparare. Come si sa l’associazione aveva presentato in Parlamento sei punti tematici chiedendo ai candidati all’Europarlamento di sottoscriverli. Pro Vita si sarebbe incaricata di diffondere questa loro adesione permettendo di intercettare in questo modo un certo mondo cattolico. Dai risultati finali è emerso che l’iniziativa ha avuto un certo successo e qualcuno pensa che si possa replicare e allargare in futuro.
Intanto c’è da dire che i sei impegni di Pro Vita tagliavano a metà sia il mondo cattolico sia il quadro politico, escludendo i cattolici di sinistra e i partiti di sinistra. Era una proposta esigente, non per tutti. I sei punti riguardavano la vita, la famiglia, il gender ma anche non cedere alle ideologie green. Al centro c’erano i principi non negoziabili e un chiaro indirizzo di opposizione a questa Unione Europea. Nessun partito di sinistra e nessun cattolico di sinistra le avrebbe accettate.
Secondariamente va osservato che questa proposta di Pro Vita era esattamente il contrario di quanto hanno invece detto i presidenti dei vescovi, sia italiani (Cei) che europei (Comece). È stata una scelta coraggiosa come ogni scelta politica vera deve essere. Indirettamente, in confronto, essa ha evidenziato la vacua genericità della linea ecclesiastica e l’esistenza di una parte di mondo cattolico politicamente decisa a non cedere ai compromessi sui principi. Il manifesto di Pro Vita, insomma, ha fatto chiarezza.
Il cardinale Camillo Ruini diceva che bisognava essere concordi sui temi fondamentali e poi testimoniarli in tutti i partiti. Però quei temi fondamentali non venivano mai isolati da altri meno fondamentali e quindi tutto era confuso e indifferente, e non si teneva presente che un bellissimo tema fondamentale non poteva essere realizzato in un partito dalle idee contrarie. Pro Vita invece ha indicato i veri temi fondamentali e si è rivolta non a tutti i partiti.
Perché non replicare la cosa per future elezioni amministrative? Sarebbe un modo, anche se limitato, di permettere una presenza sicuramente cattolica non solo alle urne ma anche nelle amministrazioni locali.
Stefano Fontana