«I racconti di mio nonno, amico dei pastorelli di Fatima»
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«Mio nonno era amico dei tre pastorelli, soprattutto di Francesco, e dopo le apparizioni vide che il Rosario era diventato il centro della sua vita». La Bussola intervista Nuno Prazeres, che con l’Apostolato Mondiale di Fatima diffonde la preghiera cara a Maria e la devozione dei primi sabati, essenziali per la pace.

«Mio nonno paterno era amico dei pastorelli Francesco, Giacinta e Lucia, abitavano proprio vicinissimi. Quindi ha avuto il privilegio di stare insieme a loro, anche con il pascolo delle pecore, perché a quel tempo i bambini non andavano a scuola e trascorrevano la giornata nei campi, con il gregge della famiglia».
A parlare è Nuno Prazeres, responsabile del segretariato internazionale dell’Apostolato Mondiale di Fatima e lui stesso nativo della freguesia che ha dato i natali ai pastorelli destinatari delle apparizioni della Madonna (1917) e, prima ancora, dell’Angelo del Portogallo (1916). Una testimonianza, quella di Prazeres, classe 1974, che conferma come la famiglia sia fondamentale nella trasmissione della fede e come essa, nella fattispecie di Fatima, ha consentito di tramandare di generazione in generazione tanti fatti, particolari, storie che riguardano i tre pastorelli. Storie che Prazeres ha potuto a lungo ascoltare innanzitutto dalla voce del nonno Manuel Francisco, morto nel 1998, all’età di 94 anni. La Nuova Bussola lo ha intervistato.
Signor Prazeres, suo nonno conosceva Francesco, Giacinta e Lucia prima ancora delle apparizioni?
Sì, oltre che nei campi, andavano insieme anche in chiesa, alle catechesi, sebbene lui fosse un po’ più grande di Francesco, Giacinta e Lucia, perché nel 1917 aveva 13 anni. Ma per giocare erano sempre assieme, ovviamente stava di più con Francesco e con gli altri bambini dei nostri luoghi, a quel tempo maschi e femmine non si mescolavano molto. Nelle Memorie di suor Lucia vengono riferiti alcuni degli episodi che coinvolgevano questi bambini. Ad esempio, si parla di quando Francesco e altri ragazzini di Aljustrel andarono in un paesino che si chiama Boleiros (una località di Fatima) e lì nacque una rivalità tra i bambini dei due villaggi e si tirarono sassi. Anche mio nonno era presente.
Suo nonno credeva alle apparizioni?
Sì. Mio nonno conosceva bene la personalità di Francesco. Come sappiamo anche grazie alle Memorie di suor Lucia, Francesco era un bambino che spesso voleva stare solo, era più contemplativo, gli piaceva la natura, stare nei campi, con gli animali. Mio nonno mi diceva che Francesco era timido, molto introspettivo. Ma dopo le apparizioni, mio nonno constatò un cambiamento in Francesco: non un cambiamento di personalità, bensì il fatto che il Rosario era diventato il centro della sua vita. Nella prima apparizione, la Madonna aveva detto che Francesco avrebbe dovuto pregare tanti Rosari per andare in Cielo, e lui ha accolto queste parole come una missione personale perché ha capito che il Rosario era la sua strada per il Cielo, per consolare Dio e per la conversione dei peccatori. Mio nonno constatò questo cambiamento anche perché vedeva che Francesco spesso si allontanava dai suoi amici, si nascondeva, anche nel mezzo dei giochi, per andare a pregare il Rosario. Quindi, mio nonno ha creduto anche per questo motivo.
Cos’altro le diceva suo nonno?
Lui aveva un certo umorismo e a volte scherzava così: “Io non capisco perché la Madonna non mi è apparsa, io ero sempre con loro e non sono stato scelto!”. Lo diceva ridendo. La sua missione era evidentemente un’altra, formare una famiglia: io infatti gli rispondevo dicendo che, se la Madonna gli fosse apparsa, probabilmente non sarei nemmeno nato… Ma anche se mio nonno non ha avuto le apparizioni della Madonna, mi parlava come se l’avesse vista. Cioè, lui ha guardato negli occhi dei pastorelli che hanno visto la Madonna, e anche lui è entrato – si può dire – in questo mistero, un mistero che non si spiega, soprannaturale. Mio nonno è entrato in questo mistero attraverso i suoi amici e ha capito che loro non stavano dicendo bugie, che avevano veramente fatto questa esperienza soprannaturale e ricevuto un messaggio: un messaggio importante per loro e per il mondo.
Le apparizioni di Fatima sono state riconosciute dalla Chiesa (1930), il che è già un evento raro. E lei ha anche il privilegio di avere avuto di fatto in famiglia la conferma di questa autenticità. Questa situazione di familiari – come nonni, bisnonni – che conoscevano i pastorelli, è comune tra i suoi amici a Fatima?
Sì. Chiaramente ora, dopo 108 anni dal ciclo mariano, non ci sono più testimoni diretti del tempo delle apparizioni, ma ci sono dei parenti delle famiglie dei pastorelli. Alcuni anni fa, ho ascoltato le storie delle persone che hanno accompagnato i pastorelli durante le apparizioni. Anche mio nonno a volte è andato alla Cova da Iria, lui era lì anche il 13 ottobre 1917, quando c’è stato il miracolo del sole, è stato tra i testimoni. Tutte queste persone sono state coinvolte in qualche modo nella grande vicenda di Fatima, perché c’era tanta gente che veniva al paese e faceva domande. Le parole della Madonna sono state accolte non soltanto dai pastorelli, ma dalle famiglie di Fatima, hanno toccato profondamente la vita delle famiglie qui a Fatima, pur con qualche inevitabile differenza. Già prima, le famiglie pregavano il Rosario, ma dopo le apparizioni questa preghiera è diventata molto più sentita. Gli stessi pastorelli, come sappiamo, prima delle apparizioni pregavano il Rosario in modo sbrigativo per andare a giocare; poi, hanno iniziato a vivere la recita del Rosario come un richiamo di Dio, come qualcosa di veramente importante.
Possiamo dire che il messaggio della Madonna a Fatima è stato un po’ la conferma, per tutti quei fedeli, che il Rosario che pregavano era fondamentale per cambiare anche i destini del mondo?
Certo, per far capire che la preghiera del Rosario ha veramente il potere di cambiare il mondo, di cambiare innanzitutto il cuore, perché la Madonna è venuta a chiedere la conversione dei peccatori. La Madonna è venuta a confermare questo: l’importanza della preghiera e, in particolare, del Rosario, che ha il potere di cambiare i cuori degli uomini, di avvicinarli a Dio. Poi c’è anche un’altra dimensione importantissima nel messaggio della Madonna di Fatima: “Recitate il Rosario tutti i giorni per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra”. Quindi, a Fatima l’elemento della pace è sottolineato e collegato alla preghiera. Pregando si ottiene anche la pace.
Questo mostra che il messaggio di Fatima è sempre attuale…
Sì, è sempre attuale. Nel 1917 c’era la Prima Guerra Mondiale, ma il richiamo di Fatima è attualissimo anche oggi: c’è chi cerca altri cammini per ottenere la pace, ma per noi credenti, per noi che vogliamo avere Dio al centro della nostra vita, il cammino per la pace è possibile solo affidandosi e consacrandosi a Dio e alla Madonna. La piccola Giacinta diceva che la pace va chiesta al Cuore Immacolato di Maria perché Dio vuole così. La preghiera, la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria sono legate alla pace nel mondo. Oggi abbiamo un mondo nel caos, in guerra, perché non ascolta i richiami del Cielo.
In che cosa consiste l’Apostolato Mondiale di Fatima?
È un movimento nato nel 1947 e presente in più di cento Paesi, ha come missione principale quella di diffondere il messaggio di Fatima in tutto il mondo, di diventare fedeli testimoni del Vangelo, della fede cattolica nelle nostre famiglie, nel lavoro, nelle parrocchie, in tutte le comunità. Quando parliamo del messaggio di Fatima, bisogna capire che si parla di tre cicli: il ciclo angelico (1916), il ciclo mariano (1917) e il ciclo specifico del Cuore Immacolato di Maria, ossia le apparizioni a suor Lucia a Pontevedra e a Tui, in Spagna. Per molti anni si è parlato poco delle apparizioni dell’Angelo. E anche meno si è parlato delle apparizioni a Pontevedra e Tui, dove la Madonna e Gesù Bambino chiesero la Comunione riparatrice nei primi sabati del mese e poi la consacrazione della Russia. Dopo che suor Lucia ha scritto le sue Memorie – dove ha parlato delle prime due parti del segreto, quindi anche della devozione dei primi sabati e della consacrazione della Russia – l’Apostolato di Fatima si è subito mosso per far conoscere queste richieste del Cielo. I fondatori hanno avuto degli incontri con suor Lucia, e i primi sabati sono diventati parte integrante della nostra vita di fede; è una devozione che all’inizio si faceva personalmente, poi ha assunto anche una dimensione comunitaria, in contesti parrocchiali, gruppi di preghiera, ecc. Quindi, da tanti anni siamo impegnati a parlare con i vescovi e i sacerdoti per motivarli a stabilire questa devozione nelle loro diocesi e parrocchie.
E ora, in vista del centenario dell’apparizione, a Pontevedra, del 10 dicembre 1925, state promuovendo nuove iniziative?
Sì, ad esempio, nel 2024 abbiamo inviato una lettera a tutte le conferenze episcopali del mondo. Sapevamo che già alcuni vescovi avevano stabilito questa devozione come una pratica regolare nella vita pastorale delle loro diocesi. Ci sono addirittura delle conferenze episcopali che anni fa ci hanno scritto per dirci che hanno esortato i sacerdoti a diffondere la devozione dei primi sabati.
Avete ricevuto risposte a questa lettera del 2024?
Abbiamo avuto delle risposte, ovviamente non da tutte le conferenze episcopali. E sono state risposte positive, per la maggioranza ci hanno assicurato l’impegno a discutere questo tema della devozione all’interno della conferenza episcopale. Altri ancora ci hanno detto che nei loro Paesi o nelle loro diocesi praticano già i primi sabati e in generale la devozione alla Madonna di Fatima. I vescovi quindi sanno che ci sarà questo centenario, il Vaticano ha anche concesso un giubileo mariano al santuario di Pontevedra (10 dicembre 2025 - 10 dicembre 2026). E poi esortiamo i sacerdoti a stabilire questa devozione nelle loro parrocchie e i singoli laici ad impegnarsi a divulgarla. Suor Lucia aveva nel cuore che la devozione dei primi sabati fosse conosciuta e praticata, perché legata ad essa c’è la pace e la salvezza delle anime: lei lamentava che questo fosse un aspetto dimenticato del messaggio di Fatima. La Madonna infatti promette che coloro che praticano questa devozione saranno da Lei assistiti, al momento della morte, con tutte le grazie necessarie alla salvezza.
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Per il centenario di Pontevedra, l’Apostolato Mondiale di Fatima ha creato un rosario commemorativo e organizzato, per il prossimo dicembre, un congresso internazionale: per maggiori informazioni, si può visitare il sito ufficiale dell’Apostolato.
I primi sabati, la via per la pace indicata a Fatima
Quest’anno ricorre il centenario dell’apparizione (10 dicembre 1925) in cui la Madonna, facendo seguito a quanto preannunciato a Fatima, spiegò a Lucia l’essenza della devozione dei primi sabati del mese. Praticarla è la premessa per il trionfo del suo Cuore Immacolato e la pace.
È venerabile suor Lucia di Fatima, una vita per il Cuore di Maria
Riconosciute le virtù eroiche di suor Lucia, la veggente di Fatima che visse la sua chiamata alla santità fin da prima delle apparizioni. E con la sua intera vita ricorda alla Chiesa e al mondo la necessità di convertirsi a Dio, rifugiandosi nel Cuore Immacolato di Maria.