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Oim

I numeri dell’emigrazione

Una persona su 29 è un emigrante all’estero, una su sette un emigrante. I dati forniti dall’Oim nel suo rapporto più recente delineano un inaspettato scenario di flussi migratori

Migrazioni 30_04_2019

 

Circa un abitante della Terra su sette è un emigrante: 763 milioni sono emigranti interni, 258 milioni emigranti all’estero. Sono dati forniti dall’Oim, Organizzazione internazionale per le migrazioni. Negli ultimi 30 anni gli emigranti all’estero sono passati dal 2,9% della popolazione del 1990 al 3,4% del 2017. Il 41% degli emigranti all’estero provengono da paesi asiatici, il 24% da paesi europei, il 14% da paesi africani. Le rimesse, spedite in patria dagli emigranti, ammontano a 613 miliardi di dollari (rispetto ai 132 miliardi del 2000 e ai 440 miliardi del 210). Si stima tuttavia che l’importo sia notevolmente superiore, tenuto conto che una parte delle rimesse non vengono registrate. I paesi che ricevono la maggior quantità di rimesse documentate sono India, Cina, Filippine, Messico, Francia e Nigeria. Le rimesse degli emigranti in paesi in via di sviluppo sono 466 miliardi e in molti casi rappresentano una parte considerevole del Pil: ad esempio, il 19% di quello della Costa d’Avorio, il 13% in Rwanda, il 9% in Sudafrica. L’emigrazione africana suscita molto allarme per il numero di emigranti illegali che hanno per meta l’Europa. Tuttavia i numeri dei dieci principali flussi migratori dall’Africa complessivamente sono inferiori a quelli del singolo flusso migratorio dal Messico agli Stati Uniti. Il problema per l’Africa più che per altri continenti è come incentivare una emigrazione corretta dal punto di vista sia geografico che professionale, soprattutto in funzione dei giovani che oggi rappresentano il 60% della popolazione africana. Il continente registra infatti il peggior rapporto tra livelli di istruzione e professionalità richieste. L’Indice di capitale umano – che calcola la produttività di una generazione di lavoratori rispetto ai livelli di istruzione e salute – colloca gran parte dei paesi africani agli ultimi posti.