I militari golpisti del Myanmar sequestrano due chiese
Dal colpo di stato di febbraio, l’esercito infierisce anche contro luoghi di culto e proprietà religiose, arresta e minaccia i sacerdoti che si prodigano per la popolazione stremata
Due chiese sono state requisite e profanate dall’esercito governativo nel Myanmar il 31 agosto. Si tratta della chiesa cattolica di San Giovanni e di una chiesa battista di Chat, un villaggio che fa parte della diocesi di Hakha, nello stato di Chin. L’agenzia Fides ha riportato la testimonianza di padre John Aung, parroco della chiesa di San Giovanni: “è esecrabile. I militari hanno requisito la chiesa per loro uso. Hanno aperto il tabernacolo, hanno preso le ostie consacrate e le hanno buttate a terra, calpestando e saccheggiando. Hanno distrutto tutti gli armadi chiusi a chiave. L'esercito dovrebbe sapere rispettare gli edifici religiosi e non dovrebbe toccare nulla all'interno della chiesa. Condanniamo l'aggressione e la violenza gratuita e la profanazione della nostra chiesa, con la palese violazione della libertà di culto”. Un fedele ha confermato l’entità dei danni: “i soldati hanno distrutto le nostre bibbie, gli arredi sacri, i generatori elettrici e l'amplificatore dei suoni. Bevono alcolici all'interno dell'edificio della Chiesa. Macellano il bestiame e cucinano carne nella chiesa”. L’esercito ha trasformato in propri quartier generali le due chiese mentre nella zona erano in corso intensi combattimenti tra i militari e i gruppi di resistenza civile. Il Chin è uno stato a maggioranza cristiana. Dal colpo di stato militare del 1° febbraio centinaia di civili vi sono stati uccisi. Diversi sacerdoti in tutto il paese hanno subito maltrattamenti, perquisizioni, sono stati arrestati e poi rilasciati, accusati di simpatizzare per le forze di difesa popolare e anche solo di prodigarsi per la popolazione in difficoltà, bisognosa di aiuto.