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Cristiani Perseguitati
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La testimonia dei martiri

I Martiri di Damasco saranno proclamati santi

La decisione è stata presa dal Papa che ha accolto il parere favorevole del Dicastero per le cause dei santi

I Martiri di Damasco, otto missionari francescani e tre fratelli laici appartenenti alla Chiesa maronita già beatificati dal Papa Pio XI nel 1926, saranno proclamati santi. Il Papa ha approvato il parere favorevole del Dicastero per le cause dei santi. Tutti e 11 furono uccisi dalla setta musulmana dei drusi in odio alla fede nel 1860 in un periodo di scontri sanguinosi che provocarono la morte di migliaia di cristiani. I frati vivevano nel quartiere di Bab-Touma di Damasco. Nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1860 si erano rifugiati allarmati nel loro convento insieme ai tre fratelli maroniti confidando nella solidità delle sue mura. Il giorno prima le moschee avevano lanciati appelli al jihad, gruppi di drusi e altri musulmani giravano nel quartiere cristiano cantando “Oh, com’è dolce, oh com’è soave massacrare i cristiani”, disegnavano delle croci per le strade e costringevano i cristiani a camminarci sopra, appendevano croci al collo di cani randagi e obbligavano i cristiani a inginocchiarsi per adorarle. Il convento in effetti era inespugnabile, ma un domestico sapeva di una piccola porta sul retro e lo rivelò. Da lì una massa di persone fece irruzione e fu un massacro. L’agenzia di stampa AsiaNews sottolinea che la storia dei martiri di Damasco è anche una testimonianza di ecumenismo tra le tante presenti nelle comunità cristiane del Medio Oriente che “pur divise per ragioni storiche da riti diversi si sono ritrovate a testimoniare insieme la stessa fede” nel corso della loro storia, in questo caso fino al dono della vita. L’agenzia cita a questo proposito le parole di Papa Francesco: “abbiamo bisogno di custodire la testimonianza dei martiri per rendere feconda la nostra speranza. Questi martiri, appartenenti alle diverse tradizioni cristiane, sono anche semi di unità perché esprimono l’ecumenismo del sangue”.