Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Giovedì Santo a cura di Ermes Dovico
COMMENTO

I cortigiani di Avvenire e gli Emirati che non esistono

Migrazioni e libertà religiosa, un editoriale di Stefania Falasca sfida il senso del ridicolo nel descrivere gli Emirati come una sorta di paradiso in terra. Per esaltare il Papa e criticare Salvini, ma così si danneggia soltanto papa Francesco.

Libertà religiosa 04_02_2019

Che la visita del Papa negli Emirati Arabi abbia un valore storico non c’è dubbio, che possa generare sviluppi importanti nel rapporto tra cristiani e musulmani e anche all’interno del mondo islamico neppure. È anche logico che alla vigilia della partenza il Papa valorizzi la coesistenza fra religioni che c’è negli Emirati Arabi Uniti, soprattutto considerando cosa accade intorno; ma descrivere gli Emirati Arabi come una sorta di paradiso in terra per la libertà religiosa da cui anche noi dovremmo prendere lezione è una manipolazione della realtà che non è ammissibile neanche nei giornali di regime, come Avvenire. È il problema dei cortigiani, che nell’intervista pubblicata ieri il cardinale Müller definiva come i veri nemici del Papa.

Come Stefania Falasca che ieri, appunto su Avvenire, ha superato a gran velocità il confine della realtà per piombare nel ridicolo. E non ha potuto fare a meno di prendersela con il ministro dell’Interno Salvini per poter elogiare gli Emiri. Scrive la Falasca riferendosi alla «cristianità multilingue e multicolore»: «Una comunità sorta dai flussi di migrazione per motivi economici, quegli stessi che in Europa sembrano invece angustiare sedicenti difensori della identità europea inclini a usare anche i segni della cristianità per le loro battaglia di chiusura».

Loro sì che sono aperti ad accogliere i migranti e questo – dice poi nel prosieguo la Falasca – migliora sia il dialogo religioso che lo sviluppo della società. Certo, dimenticando però che l’immigrazione negli Emirati Arabi non ha niente a che vedere con l’apertura e la generosità, ma semplicemente con la necessità di manodopera per far funzionare la ricca economia locale basata su petrolio e gas naturale. Oltretutto l’immigrazione è controllata. Per questo su oltre 9 milioni di abitanti, l’80% circa sono stranieri, nella stragrande maggioranza asiatici. E dimenticando ovviamente le condizioni dei lavoratori stranieri negli Emirati, dove sfruttamento e abusi sono realtà quotidiana. Niente di male a criticare Salvini, ma fare un confronto con la situazione italiana oltre che ridicolo è disonesto.

A dar retta alla Falasca poi gli Emirati sono il paradiso della libertà religiosa, esaltando quella tolleranza che gli emiri hanno da qualche anno assunto a principio fondamentale della società. Come si diceva, giusto valorizzare l’unico paese della regione dove c’è un minimo di libertà religiosa, giusto sottolineare che le cose stanno migliorando come afferma anche l’ultimo rapporto di Aiuto alla Chiesa che soffre; ma non dimentichiamo che gli Emirati Arabi figurano tra i 50 paesi al mondo dove è più pericoloso essere cristiani, secondo il recente rapporto di Open Doors (sono al numero 40: la Cina, tanto per intenderci è 43esima). La conversione dall’islam può essere punita con la pena di morte, a una donna islamica non è ammesso sposare un uomo non musulmano, le chiese non possono avere campanili e croci esterne. E non parliamo ovviamente della situazione politica e di ciò che accade ad eventuali dissidenti.

Ma la realtà per i cortigiani, come si sa, è un optional, l’importante è incensare il Capo e colpire i nemici. È così che si fa male anche al Papa.