«Ho esentato dal vaccino i miei pazienti a rischio. Ora sono indagata»
«Non mi pento: esenterei ancora dal vaccino quei miei pazienti». Dopo aver ricevuto la visita dei Nas che hanno sequestrato 25 cartelle cliniche di altrettanti assistiti, un medico del perugino si ritrova ora indagata per falso ideologico. E lei alla Bussola si difende: «Cartelle sequestrate senza mandato, ho documentato tutto, anche i consulti degli specialisti. Non sono no vax, ma come medico ho diritto/dovere di valutare il principio di prudenza quando ci sono fattori di rischio. Semmai il reato lo hanno commesso quei medici che avrebbero dovuto esentare i pazienti a rischio, i quali poi hanno avuto una reazione avversa grave».
- RICCIARDI, IL CONSIGLIERE CHE NON SBAGLIA MAI di Lorenza Formicola
Ha rilasciato esenzioni da vaccino covid ad alcuni suoi pazienti con tanto di scheda anamnestica, esami diagnostici e referti specialistici. Ma tanta solerzia non è bastata a una professionista della provincia di Perugia, la quale si è ritrovata così indagata per falso ideologico dalla Procura del capoluogo umbro.
A novembre il medico aveva ricevuto una visita dei Nas in ambulatorio per prelevare – senza mandato - le cartelle cliniche di alcuni pazienti. Nei giorni scorsi è arrivata la conferma di un procedimento aperto a suo carico per falso ideologico: «Ma quale ideologia?», si chiede lei stupita e amareggiata alla Nuova Bussola Quotidiana che l’ha contattata.
«L’unico motivo che mi ha spinto a esentare questi miei pazienti è stato un sacrosanto principio di prudenza a cui ogni medico in scienza e coscienza avrebbe il diritto e il dovere di ispirarsi».
25 cartelle cliniche per altrettante esenzioni da vaccino covid. Forse la Procura sospetta che dietro ci sia un’operazione di esenzioni facili? «Non lo so proprio – aggiunge la dottoressa umbra -. Di sicuro non si tratta di “esenzioni facili” men che meno di mercato delle esenzioni: in scienza e coscienza confermerei ancor oggi quelle esenzioni».
Ma di quali pazienti si tratta? «Pazienti con storia di epilessia, con linfomi, con storie neoplastiche gravi, pazienti con crisi ipertensive e altre patologie che possono essere fattori di rischio acclarati per una vaccinazione. Addirittura, in certi casi ho con me i certificati degli specialisti di salute pubblica che sconsigliano la vaccinazione. Si tratta di pazienti affetti da patologie immunitarie o cardiache, pazienti con asma cronica grave o con choc anafilattici pregressi».
Dunque, stando alla professionista – che chiede attraverso il suo avvocato di rimanere anonima -, quanto è stato fatto risponde né più ne meno che ad un’attenta e scrupolosa valutazione circa il cosiddetto rapporto rischi/beneficio. Un rapporto che in questi mesi di campagna vaccinale di massa è stato considerato spesso erroneamente in senso collettivista. Invece - e le storie delle reazioni avverse che la Bussola racconta da agosto scorso stanno a dimostrarlo - il rapporto rischi/beneficio va considerato sempre personale come riferito al solo paziente che si deve decidere se esentare o vaccinare, ai suoi fattori di rischio, alle interazioni di causa possibili e alle sue condizioni di salute.
C’è poi un secondo fattore, che andrà chiarito in sede legale. La Procura sarebbe entrata in possesso delle cartelle ciniche senza un regolare mandato. «Non mi è stato mai notificato un mandato – come invece dovrebbe avvenire - e anche questo aspetto l’ho vissuto come una violenza ulteriore nei miei confronti e nei confronti dei pazienti i cui dati sono sensibili e di loro esclusiva proprietà».
La dottoressa ci tiene a precisare di non essere affatto un medico no vax: «Si tratta di un appellativo che rifiuto sdegnata: sono vaccinata, ho fatto vaccinare la mia famiglia, ho vaccinato i miei pazienti, ma non posso tacere che di fronte a fattori di rischio particolari, una vaccinazione come questa potrebbe essere controproducente».
E allora, che cosa potrebbe essere successo? «Spero di poterlo appurare nel corso del prossimo interrogatorio e di chiarire il tutto – prosegue -, ma devo ribadire che la certificazione di esenzione è una possibilità prevista dalla legge, non credo affatto di aver commesso un delitto. Anzi, semmai il delitto potrebbero averlo commesso tutti quei colleghi che hanno omesso di certificare per tanti loro pazienti una esenzione pensando che il vaccino dovesse essere un farmaco adatto a tutti indistintamente, indipendentemente dalla personale storia clinica. In questi mesi abbiamo assistito ad un fatto che non ha precedenti nella storia della medicina: la somministrazione dello stesso farmaco a tutti, come se andasse bene alla popolazione da 0 a 100 anni senza alcuna distinzione. E questo – lo ribadisco in scienza e coscienza – è un messaggio anti-scientifico».