Guatemala, un presidente cattolico che protegge la vita
Il presidente del Guatemala ha dichiarato il suo Paese diventerà la capitale pro-vita dell'America Latina sin dall’inizio del prossimo anno 2022, mentre Biden nomina abortisti in ruoli nevralgici della sua Amministrazione e nell’Unicef. E proprio per questo sta isolando il Guatemala, diffamandolo. C’è modo e modo di essere cattolici in politica.
Il presidente del Guatemala ha dichiarato il suo Paese diventerà la capitale pro-vita dell'America Latina sin dall’inizio del prossimo anno 2022, mentre Biden nomina abortisti in ruoli nevralgici della sua Amministrazione e nell’Unicef. C’è modo e modo di essere cattolici in politica.
La notizia ha fatto il giro del mondo, grazie alla stampa cattolica e delle diverse denominazioni cristiane, il Presidente Alejandro Giammattei ha annunciato la sua intenzione di fare del Guatemala la capitale della vita dell'America Latina durante un discorso tenuto al Willard Hotel di Washington, D.C., lo scorso 6 dicembre. Giammattei ha pronunciato il suo discorso come ospite d’onore in un evento ospitato dall'Institute for Women’s Health, un'organizzazione pro-vita fondata dall'un ex dirigente del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani dell'amministrazione Trump, Valerie Huber e dall'International Human Rights Group (altro istituto americano che promuove i diritti umani a partire dal quelli del bimbo concepito). Come notato in una dichiarazione dell'Institute for Women's Health, Giammattei non è stato invitato al ‘Democracy Summit’ organizzato dal presidente Joe Biden, dove si sono riuniti diversi leader delle democrazie del mondo (alcune dei quali erano tiranni tagliagole).
Il Guatemala non è stato invitato a partecipare al vertice, forse le differenze sul diritto alla vita sono state la ragione fondamentale per l'omissione del paese. Nel suo discorso all'evento Giammattei aveva ampiamente presentato la sua passione e condivisione convinta per per le inziative e le sfide che i sostenitori della vita stanno affrontando e aveva annunciato che il Guatemala diventerà la capitale della vita dell'Ibero-America il 9 marzo 2022: "Ogni persona merita di avere la propria vita protetta, dal concepimento alla morte naturale. (...) È totalmente falso che l'aborto sia un diritto umano. Qualsiasi sforzo per cercare di imporre l'aborto in un Paese è un'interferenza indebita negli affari internazionali”. L'Associazione per la Famiglia’ del Guatemala (AFI) ha accolto con favore il recente annuncio del presidente Alejandro Giammattei e, in una dichiarazione, ribadito che “è il risultato di anni di lavoro, sia da parte della società civile e delle organizzazioni che lavorano attivamente per sostenere la vita, la famiglia e la libertà, così come di funzionari di diverse amministrazioni pubbliche”.
Gli ha fatto eco uno dei leader evangelici Aàron Lara che ha aggiunto come l’intenzione di Giammattei sia stata ufficialmente dichiarata dinnanzi al Congresso Intermericano per la Vita, all'OSA (Organizzazione degli Stati Americani) e davanti a funzionari del governo degli Stati Uniti, e che si inaugurerà “un monumento per la vita come di questo evento nella storia" del Paese. Non è la prima volta che il Presidente del Guatemala dimostra la il suo impegno sui temi della vita, come della famiglia naturale. Giammattei aveva firmato per il suo Paese, lo scorso 12 ottobre, la ‘Dichiarazione di Consenso di Ginevra’, promossa da Trump e rinnegata da Biden, in cui si dichiaira che "non esiste un diritto internazionale all'aborto". L'imminente riconoscimento del Guatemala come capitale pro-vita dell'America Latina è l’ennesimo esito di un buon governo attento alla vita, educazione infantile, tutela delle donne e della famiglie nel Paese, che durante l'estate, ha approvato un piano ventennale (2021-2032) di politica pubblica interministeriale per la protezione della vita e della famiglia.
Eletto l’11 agosto del 2019, come avevamo profeticamente descritto, sino al 2024 il Presidente Giammatei ha tutto il tempo necessario per fare del proprio Paese il vero cuore pulsante dei pro life dell’America latina. Il Paese è con lui ed anche le proteste della scorsa estate, tutt’altro che spontanee, sono di fatto svanite nel nulla, davanti alla ‘carovana’ popolare per la famiglia che si conclusa proprio nella piazza della capitale l’8 agosto. Le potentissime lobbies LGBTI e le multinazionali abortiste, messe fuorilegge in Guatemala, hanno mostrato la loro sete di vendetta ed il loro enorme potere, con l’eliminare il Guatemala dalle lista, come peraltro l’Ungheria, dalla lista dei ‘paesi democratici’ dell’Amministrazione Biden. Sì, proprio il ‘cattolico devoto’ che siede alla Casa Bianca, non solo ha evitato il confronto sulla democrazia con Giammattei, ma ha fatto di più e di peggio. Negli stessi giorni, il 9 dicembre, Biden ha nominato Geeta Rao Gupta a capo dell'importante Ufficio per le questioni femminili globali presso il Dipartimento di Stato. La Gupta, come ha dichiarato la Presidente di Planned Parenthood, Alexis McGill Johnson, "giocherà un ruolo chiave" nel promuovere "la salute e i diritti sessuali e riproduttivi nelle politiche estere degli Stati Uniti".
Biden non si è fermato qui: il 10 dicembre le Nazioni Unite hanno annunciato la nomina di Catherine Russell, un'assistente (super abortista) del presidente americano Joe Biden, come prossimo direttore esecutivo dell'agenzia per l'infanzia Unicef. Ci pensate? Un’abortista incallita all’Unicef per aiutare i bambini. C’è cattolico e cattolico in politica, ma c’è anche una democrazia che preserva la vita e un’altra che colonizza il mondo con omicidi e ideologie tiranniche.