Governo bocciato in educazione civica
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Le Nuove Linee Guida di Valditara ricalcano quelle firmate Azzolina, in preoccupante continuità con la "scuola costituzionale" propugnata dai governi precedenti. Nel nome dello Stato, il "Grande Educatore".
Anche il ministro Valditara ha sentito il bisogno di emanare le sue “Nuove Linee Guida” per l’insegnamento dell’Educazione civica nella scuola statale e paritaria. Lo aveva già fatto il ministro del governo Conte, Lucia Azzolina, le cui Linee Guida avevano meritato il rigetto da parte di molti, specialmente cattolici, dispiaciuti dalle aperture servili, implicite ed esplicite, alle principali ideologie del momento. Oltre ai contenuti discutibili, allora si contestava il principio stesso delle Linee Guida che deriva dall’idea dello Stato come Grande Educatore. Il nuovo governo ora ci riprova, dimostrando così una sospetta continuità con i governi precedenti, guidati da maggioranze diverse, e proponendo il quadro di una “scuola costituzionale” che preoccupa sia perché il criterio ultimo dell’educazione non può essere una Carta costituzionale, sia perché i contenuti di quella stessa Carta sono stati nel frattempo inquinati.
Due esempi possono bastare. Nella “scuola costituzionale” oggi si dovrebbe insegnare ai ragazzi e ai giovani che le unioni civili, anche tra persone dello stesso sesso, sono come il matrimonio tra un uomo e una donna. Si dovrebbe anche insegnare l’ideologia del vaccinismo, dato che le politiche governative del famoso biennio, avvalorate dalla presidenza della Repubblica, dicevano di espirarsi alla costituzione. Intendiamoci, questo è già ampiamente avvenuto. Se prendiamo per esempio il libro Un mondo cha cambia – Scienze e geografia per l’Agenda 2030, pubblicato dalla Principato nel gennaio 2021 e destinato agli alunni delle scuole medie, lo troviamo riccamente farcito di vaccinismo, con riferimenti molto precisi e “istruttivi” alla cosiddetta pandemia da Covid, presentata secondo l’ottica del potere. Ma il nuovo quadro politico, che su molte nuove questioni era all’opposizione, non doveva cambiare linea?
Molti i punti problematici delle nuove “Nuove Linee Guida” di Valditara, a cominciare da quello della centralità della persona. Qui il pericolo consiste nel considerare la persona solo nel suo aspetto soggettivo, ossia come fonte di diritti. La persona, però, ha dietro di sé un ordine oggettivo e finalistico che non dipende da lei e dal quale, piuttosto, essa trae la propria dignità. La società, la famiglia, l’ordine naturale della procreazione … precedono la persona, le assegnano una consistenza oggettiva a fondamento di quella soggettiva e delineano il “bene comune” dentro il quale essa si deve muovere per essere persona. Le Nuove Linee Guida accennano anche ai “doveri” ma non dicono che essi precedono i diritti, li fondano e li limitano, né su cosa si basino gli stessi doveri. Il concetto di dovere e di responsabilità viene ridotto al rispetto delle regole, senza precisare però che i doveri precedono e fondano le stesse regole. Non esistono doveri di rispettare regole ingiuste. Per questo anche la nozione di “Stato di diritto”, espressa nelle Linee, è confusa.
Qualche buono spunto deriva dall’indicazione di valorizzare l’educazione al senso di “Patria”. Purtroppo, questi suggerimenti vengono inseriti nel pieno riconoscimento del valore dei Trattati istitutivi dell’Unione Europea, nella Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea e, più in generale, dei principi del mondo occidentale acriticamente assunti, negando così alla radice qualsiasi critica alle forme di democrazia liberale che proprio in Occidente e in Europa stanno assumendo connotazioni autoritarie. Anche del concetto di Patria non vengono indicati i fondamenti naturali, ma lo si riconduce, come unico suo fondamento, alla costituzione, definendolo: “senso di appartenenza a una comunità nazionale, che ha nei valori costituzionali il suo riferimento”. In questo modo non sono la Patria nazionale e le Patrie locali a fondare la Costituzione ma il contrario.
Le Linee Guida di Valditara inondano poi l’attività educativa in aula – “sin dai primissimi gradi di scuola” – di una lunga pletora di incombenze, il che evidenzia un pervasivo e totalizzante disegno educativo facente capo allo Stato. Per il ministero, in aula si deve trattare di lotta alle mafie e alla criminalità; di rispetto dell’ambiente e della qualità della vita; di promozione della salute e di corretti stili di vita; di alimentazione, attività sportiva e benessere psicofisico; di contrasto delle dipendenze; del rispetto dei beni pubblici, del patrimonio urbano e artistico; di rispetto verso la donna; di cultura del lavoro; di uso responsabile dei dispositivi elettronici.
Scorrendo questi lunghi elenchi si nota chiaramente la volontà che la Scuola di Stato copra tutti gli ambiti della vita sociale con lo scopo di creare il “cittadino costituzionale”. Poiché nel nostro Paese tutto l’apparato scolastico – a parte piccole eccezioni – è statale o comunque integrato nel sistema statale, risulta evidente la volontà di plasmare dall’alto e secondo criteri propri della cultura dominante l’intera vita dei nostri figli e, indirettamente, anche quella dei genitori.
Nell’elenco ora visto, pur lungo e tendenzialmente omnicomprensivo, si nota la mancanza di argomenti centrali come quello della famiglia e delle società naturali, quello della legittimazione del potere politico, quello della difesa della vita dal concepimento alla morte naturale, quello dell’ambiente inteso in modo non ideologico e, ovviamente, quello della libertà di educazione. Anche da queste esclusioni si capisce la volontà di “conformare” i cittadini di domani non solo dicendo loro quello che il potere vuole da loro, ma anche rimuovendo alla radice gli argomenti che potrebbero dare adito ad un pensiero diverso e alternativo.
Da questo governo ci si aspettava qualcosa di più che non l’aggiunta della parola “Merito” nel titolo del ministero della Pubblica Istruzione, mentre le Nuove Linee Guida di “nuovo” hanno ben poco.
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