Gli integralisti indù contro la Bibbia
La Clarence High School di Bangalore è accusata di indottrinare a forza gli studenti non cristiani imponendo loro lezioni sulla Bibbia
In India l’ostilità degli integralisti indù nei confronti dei cristiani prende di mira anche le istituzioni scolastiche che pure sono universalmente apprezzate per la qualità dell’insegnamento impartito. Nello stato del Karnataka ne sta facendo le spese anche la prestigiosa Clarence High School di Bangalore, fondata da missionari inglesi nel 2014 e frequentata anche da studenti musulmani, indù e di altre religioni. Il portavoce locale dell’Hindu Janajagruti Samithi, una organizzazione nazionalista, Mohan Gowda, si è accorto che nel modulo di iscrizione all’11esima classe si chiede alla famiglie non cristiane il consenso a far partecipare i figli alle lezioni sulla Bibbia e ha quindi accusato la scuola di indottrinamento forzato. “Tutti gli studenti ammessi devono leggere, portare e imparare la Bibbia e questa è una violazione della Costituzione indiana” ha dichiarato chiedendo al governo locale di prendere provvedimenti contro la scuola. In realtà è da sempre che il modulo di iscrizione contiene questa richiesta e la cosa non ha mai suscitato proteste. Né si costringono gli studenti a legge testi sacri. I corsi sulla Bibbia si tengono da anni e offrono a chi li frequenta indicazioni morali, non insegnamenti propriamente religiosi e per questo sono anzi apprezzati da molte famiglie non cristiane. Il commento di monsignor Peter Machado, vescovo di Bangalore, riportato dall’agenzia AsiaNews: “questa scuola ha più di 100 anni e nessuna denuncia di conversione è stata mai sollevata. La scuola ha motivato l’iniziativa dicendo che l'educazione morale, basata sugli esempi della Bibbia, non può essere considerata un'educazione religiosa forzata. Anche le istituzioni gestite da altre confessioni religiose danno corsi basati sui loro libri sacri. Lo stesso governo vuole introdurre il prossimo anno lezioni sui valori della Bhagavad Gita (testo sacro indù, n.d.A.). È profondamente ingiusto prendere di mira solo le istituzioni cristiane, e qualsiasi cosa buona venga fatta etichettarla come finalizzata alle ’conversioni’. Siamo consapevoli che la maggioranza degli indù sta dalla nostra parte ed è ovvio che si tratta dello stesso spauracchio degli attriti comunitari, sollevati solo per distogliere l'attenzione dai problemi di base che assillano la società. C’è una ‘agenda nascosta’ per screditare tutto ciò che di buono viene compiuto dalla minoranza cristiana, specialmente nel campo dell'educazione, dell'assistenza sociale e sanitaria”.