Giudice in piazza contro il governo, ma la sinistra contesta il video
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Iolanda Apostolico, giudice di Catania, manifestava contro la polizia, per gli immigrati sbarcati dalla Diciotti, nell'estate del 2018. La magistratura militante è un problema grave. Ma per la sinistra l'unico problema è chi lo fa notare.
In un Paese come il nostro, dove da tempo sono saltati gli equilibri tra poteri e un magistrato rimane al suo posto anche quando va in piazza a manifestare per motivi politici, c’è da aspettarsi di tutto. Il video che ritrae il giudice Iolanda Apostolico durante la manifestazione di solidarietà per la nave Diciotti il 25 agosto 2018 a Catania è di una gravità inaudita. Il filmato riprende quella manifestazione sul molo di Catania organizzata dall’estrema sinistra per chiedere lo sbarco dei migranti dalla nave Diciotti della Guardia Costiera, mezzo che era stato bloccato dall’allora vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini. E proprio in prima fila, quasi a contatto con le forze dell’ordine, c’era Iolanda Apostolico accompagnata anche dal suo compagno.
Il video diffuso sui social dallo stesso Matteo Salvini lascia intendere di aver riconosciuto nelle immagini il giudice catanese, cogliendo l’occasione per ricordare la profonda necessità di una riforma della giustizia. Infatti, secondo Salvini, questa è la prova che dimostra che la decisione del giudice di negare il trattenimento di alcuni richiedenti asilo, disapplicando in parte il decreto Cutro, è dettata dallo schieramento politico, e non da leggi.
Il video documenta, quindi, una situazione che dovrebbe imbarazzare tutti, anche chi nutre fiducia incondizionata nell’operato della magistratura. Invece, nel mondo italiano alla rovescia, c’è chi se la prende con il Ministro dei trasporti e delle infrastrutture, Matteo Salvini per averlo postato sui social. Adesso la vicenda di quel giudice di Catania è finita in un esposto alla Procura della Repubblica di Roma. A presentarlo sono stati i deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli e Filiberto Zaratti.
Chiedono chi abbia fatto quel filmato, chi l’abbia consegnato a Salvini e se esista al Viminale una banca dati che cataloga questi video di cittadini che prendono parte a eventi pubblici. In altri termini, insinuano il sospetto che sia stato commesso il reato di rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio. Il Fatto Quotidiano apre proprio su questo l’edizione di ieri e si chiede “chi ha dato quel video a Salvini”, minimizzando invece il comportamento sconveniente di un magistrato che manifesta contro il governo.
“Il caso Apostolico è motivo di grave imbarazzo per le istituzioni. Conto sulla collaborazione di tutti affinché prevalgano buon senso ed equilibrio”, ha detto Salvini. E Maurizio Gasparri rincara, auspicando un’azione disciplinare nei confronti del magistrato catanese e invocando l’intervento del ministro Nordio.
Ma da sinistra arrivano bordate di tutt’altro tenore. M5S, Pd e Sinistra italiana accusano il centrodestra di squadrismo. Sulla diffusione del filmato arriva anche la dura presa di posizione di Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati: “Nessuno ci ha detto quel video da dove provenga, se sia stato preso su Internet o se era stato pubblicato da televisioni private o se è stato girato dalla polizia, come sembrerebbe dal modo in cui sono state effettuate le riprese, alle spalle delle forze dell'ordine che contengono il corteo, questo mi sembra grave”.
Solidarietà al leader leghista arriva da Matteo Renzi: "Sull’immigrazione non la penso come Salvini, ma è scandaloso che un giudice vada in piazza", tuona il leader di Italia Viva, che aggiunge: “Io sulla vicenda della nave Diciotti già nel 2018 ho criticato ferocemente Matteo Salvini in Parlamento, perché non la penso come lui. Che però un magistrato partecipi a un’iniziativa politica, paradossalmente è un regalo che fa alla narrazione di Salvini. Perché quel magistrato che fa politica, toglie credibilità e autorevolezza all’indipendenza della magistratura”.
Ma a quanto pare, nonostante l’evidente faziosità dimostrata, Iolanda Apostolico resterà al Gruppo specializzato per i diritti della persona e della immigrazione e dunque non ci saranno modifiche all’organizzazione interna del tribunale della città etnea.
Al di là del caso Apostolico, che è solo l’ultimo in ordine di tempo in materia di parzialità delle toghe, vanno ricordati gli obblighi di imparzialità e di non militanza politica previsti dagli articoli 97 e 98 della nostra Costituzione e che riguardano anche i magistrati. Senza dimenticare che il codice deontologico di questi ultimi, più volte richiamato dal Capo dello Stato in alcuni suoi interventi, li obbliga a trasmettere anche un’immagine di imparzialità, oltre che una sostanza di neutralità. Nella figura di Iolanda Apostolico non si è visto nulla di tutto questo.