Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Colombano a cura di Ermes Dovico
SCHEGGE DI VANGELO

Gesù di traverso

Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria»(Lc 4,16-30)

Schegge di vangelo 04_09_2017
Vangelo

In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:

«Lo Spirito del Signore è sopra di me;

per questo mi ha consacrato con l’unzione

e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,

a proclamare ai prigionieri la liberazione

e ai ciechi la vista;

a rimettere in libertà gli oppressi

e proclamare l’anno di grazia del Signore».

Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. (Lc 4,16-30)

Gesù pronuncia un solenne discorso di ‘Inizio mandato’ nella sinagoga del paese natio, attirando la meraviglia e gli sguardi di tutti. Giocando di anticipo, egli scruta la pretesa che assale i suoi concittadini, e gliela dichiara apertamente. E’ fatta. Gli si buttano addosso per farlo fuori. Si può perdere così l’occasione della vita? Eppure, quante volte anche noi – più o meno elegantemente – evitiamo Gesù che viene a mettersi di traverso nella nostra vita? Impariamo a diventare ‘furbi’ secondo il Vangelo.