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primo turno

Francia al voto: trionfo Le Pen, svelato il bluff di Macron

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Il Rassemblement National di Marine Le Pen ottiene la maggioranza al primo turno delle elezioni legislative francesi. La sifda di domenica prossima del secondo turno sarà l’“islamo-gauchisme” e comunista e il centrodestra. Ma Macron ha comunque perso. 

Esteri 01_07_2024

Ieri si è votato in Francia e l'affluenza alle urne in tutta la Francia è salita a un massimo di quasi quattro decenni. Alla chiusura delle 20 un totale del 67.50% - era dal 1986 che non si registrava una così ampia partecipazione elettorale -, con un aumento di quasi 20 punti rispetto alle elezioni del 2022. In nottata, al momento in cui scriviamo, secondo le stime dell'Ifop per Le Figaro, il “Rassemblement National” otterrebbe tra i 240 e i 270 seggi nella futura Assemblea Nazionale.

Una grande vittoria, che gli consentirebbe di avere il gruppo più numeroso all'Assemblea nazionale domenica prossima, ma non gli darebbe la maggioranza assoluta, di 289 deputati. I dati (non definitivi) disponibili nel momento in cui scriviamo vedono l'alleanza “Rassemblement National-Les Républicains” con il 33.5%, il “Nuovo Fronte Popolare” 28.5% e il partito di Macron al 22.1%. I centristi repubblicani, esponenti che non hanno voluto entrare nella coalizione con la Le Pen, non per questo disponibili a sostenere Macron e tantomeno le sinistre comuniste ed islamiste, sono al 9,5% ed hanno già dichiarato di lasciar liberi i propri elettori.

Tuttavia, il voto di domenica prossima, il secondo turno, ci darà i numeri reali della composizione del nuovo parlamento, una sfida tra l’“islamo-gauchisme” e comunista e, dall’altro lato, il centrodestra. L'alta affluenza alle urne probabilmente potrebbe consentire a molti candidati classificatisi al terzo posto nei consensi della propria circoscrizione di poter concorrere per l’elezione nel ballottaggio, in questi casi tra tre candidati, al secondo turno delle elezioni. Tale situazione inusuale, potrebbe permettere alla sinistra e ai candidati di Macron di fare accordi, più o meno sottobanco, anche ritirando i propri candidati e coalizzarsi contro il candidato della coalizione di centro destra.

A questo si riferiva ieri sera Emmanuel Macron quando auspicava e invocava un nuovo «fronte di unità repubblicana» ed, uno dei leader del raggruppamento di sinistra, Jean-Luc Mélenchon, nella sua dichiarazione alla stampa alle 20.15, in diretta su Youtube, si è compiaciuto della sconfitta di Macron e assicurato che comunque il candidato della coalizione delle sinistre NFP si ritirerà laddove si sarà classificato al terzo posto, senza assicurare tuttavia alcun sostegno all’eventuale candidato liberale.

Nel governo francese di Macron c’è già divisione: il primo Ministro Gabriel Attal pensa che «nessun voto dovrebbe andare al Rassemblement National», mentre il Ministro per l’eguaglianza Aurore Bergé assicura che non ci sarà alcun ritiro automatico dei candidati di “Renaissance” di fronte né «all'estrema destra, né di fronte all'estrema sinistra».

Molto potrebbe cambiare questa settimana, almeno così sperano i capi della coalizione estremista di sinistra e molti dirigenti del partito di Macron, in particolare se i candidati dei loro partiti si coalizzassero a loro volta, costruendo un ancor più ampio fronte d’emergenza nazionale contro il nemico comune: la coalizione di destre e gollisti ed i loro candidati.  Tuttavia, i primi segnali non dimostrano una grande unità nemmeno alla sola coalizione delle sinistre estremiste e comuniste del Fronte Popolare Nazionale, ciascun diverso partito ha deciso di attendere i risultati elettorali della notte con i soli propri dirigenti o iscritti nelle sedi proprie, dando chiara prova di quanto sia strumentale e fragile la cricca costruita contro i moderati e le destre.

Nel frattempo, già dal primo pomeriggio in molte città francesi, i negozianti hanno provveduto a barricare e proteggere il loro negozi ed esercizi commerciali da possibili eccessi, soprattutto delle sinistre estremiste e di bande di giovinastri ed islamici contrariati dal voto democratico dei francesi a favore dei partiti di centrodestra. Una manifestazione con bandiere palestinesi, donne in burqa, striscioni arcobaleno e vessilli dei picchiatori e vandali dell’Antifa è iniziata nelle strade di Parigi in serata.

«Miei concittadini, questa domenica 30 giugno, primo turno delle elezioni legislative, i francesi hanno risposto alla chiamata delle urne. Sono stati all'altezza delle loro responsabilità. Hanno dato un verdetto senza appello», ha detto Jordan Bardella durante un discorso domenica sera. «Mettendo in testa i candidati del RN e dei suoi alleati, i francesi hanno dato vita a una speranza senza precedenti nel paese. Li esorto a compiere un ultimo sforzo. La scelta è chiara e due strade sono aperte alla Francia. L'alleanza dei peggiori, che porterà alla rovina e dall'altra l'unità nazionale, che ripristinerà la sicurezza e difenderà il lavoro», ha detto. Il secondo turno delle elezioni legislative sarà uno dei più decisivi nella storia della Quinta Repubblica, il voto di ieri è stato chiaro, contrario ad Emmanuel Macron, polarizzato tra destra-centro ed sinistre estreme. La scommessa, il bluff di Macron è svelato, l’impopolare e snobista inquilino dell’Eliseo deve da ieri sera preparare le valige. Se ne prenda atto anche a Bruxelles.