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L’analisi

Francesco e il mondo Lgbt, una strategia rivoluzionaria

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Papa Francesco ha condannato più volte l’ideologia gender, ma al tempo stesso ha contribuito a sdoganare omosessualità e transessualità nella Chiesa. Più che ambiguità, la sua è stata una gradualità nella rivoluzione. Vediamone i passi principali.

Ecclesia 29_04_2025

Molti commentatori hanno giustamente notato che Francesco su alcune tematiche è stato ambiguo. Prendiamo l’aborto: più volte ha qualificato il medico abortista come sicario e su altro fronte ha speso parole di encomio per Emma Bonino, patrona laica di tutti gli abortisti.

Un altro caso è quello legato al mondo LGBT. Il sito Gay.it stila un elenco dei momenti del pontificato di Francesco che hanno interessato le tematiche LGBT. Sul volo di ritorno da Rio de Janeiro nel 2013 condannò le lobby LGBT, ma poi aggiunse: «Se una persona è gay e cerca il Signore con buona volontà, chi sono io per giudicarla?». È la famigerata frase che ha fatto crollare la diga, che ha sdoganato l’omosessualità nella Chiesa.

Nel 2015 negli USA incontrò una coppia gay nonché una donna finita in carcere perché, come funzionaria governativa, si era rifiutata di firmare licenze per i “matrimoni” omosex. Nel 2015 nelle Filippine e nel 2016 in Polonia criticò espressamente la teoria gender come colonizzazione ideologica, una teoria insegnata anche nelle scuole. Analoghe critiche anche in Georgia nel 2016, poi nel 2021 in un incontro con i gesuiti slovacchi, nel 2023 in Ungheria, nel 2024 in un incontro promosso dal cardinale Marc Ouellet e in un altro con i membri del corpo diplomatico. La condanna dell’ideologia gender sarà presente anche nell’esortazione apostolica Amoris laetitia del 2016 e nella dichiarazione del 2024 Dignitas infinita.

In Amoris laetitia manca la condanna dell’omosessualità, ma comunque si nega qualsiasi legittimazione ai “matrimoni” omosex. Così anche in occasione dell’apertura dell’Anno Giudiziario della Rota Romana nel gennaio del 2016 dove Francesco dichiarò: «Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione». Identica condanna contenuta nel libro intervista Politica e società (2016), dove tornò a censurare la teoria gender insegnata nelle scuole. Nel documento della Congregazione per il Clero, Il dono della vocazione presbiterale (2016), è presente un divieto per le persone omosessuali di entrare in seminario. L’anno seguente il Papa, davanti a 220 vescovi raccolti in Sinodo, ribadì questo divieto. Nel 2024, alla presenza dei vescovi italiani, Francesco si lasciò sfuggire questa famigerata frase: «Nella Chiesa c’è troppa aria di frociaggine. [Occorre] mettere fuori dai seminari tutte le checche, anche quelle solo semi orientate».

Il 2016 è anche l’anno dell’approvazione della legge italiana sulle unioni civili. Su questo tema preciso il Papa, nel febbraio di quell’anno e di ritorno dal Messico, richiamò genericamente l’insegnamento della Chiesa, ma, come vedremo, solo l’anno dopo cambiò idea. Sempre nello stesso anno e di ritorno dall’Armenia, Francesco si scusò a nome della Chiesa per l’emarginazione provocata da questa ai danni della comunità LGBT.

Nel 2018 di ritorno da un viaggio da Dublino il Pontefice si dichiarò favorevole agli interventi psichiatrici (sic) per i bambini con tendenze omosessuali, ma non si pronunciò in merito all’omosessualità in età matura. Il sito del Vaticano rimosse questa affermazione e dopo qualche mese il Pontefice disse che era stato frainteso. Anche nel 2022, parlando ad alcuni gruppi di genitori, si mostrò critico verso l’omosessualità sviluppata prima della maggiore età.

Nel 2019 durante una trasmissione in diretta sulla BBC articolò una riflessione sull’omosessualità corretta nella sostanza, ma non corretta nelle modalità di espressione perché poteva lasciare intendere che l’omosessualità fosse una condizione irrilevante per la vita morale della persona. Sempre nel 2019, in occasione di un documentario, Bergoglio dichiarò che le unioni civili fossero legittime e necessarie.

Nel 2020, notizia non presente nel sito di Gay.it, il Sinodo tedesco aprì alle benedizioni delle relazioni omosessuali e all’approvazione dell’omogenitorialità. Nel 2021 l’allora Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) aveva esplicitamente condannato qualsiasi benedizione delle coppie omosessuali. Anche la Conferenza episcopale belga, in barba al divieto della Congregazione, aveva dichiarato lecite le benedizioni delle coppie gay. Poi nel marzo del 2023 monsignor Johan Bonny, vescovo di Anversa, aveva raccontato, durante il Sinodo tedesco, che il Papa, quando i vescovi del Belgio si erano recati da lui per la visita ad limina nel novembre del 2022, non aveva censurato la benedizione delle coppie omosex da loro decisa, ma si era limitato a dire: «è la vostra Conferenza Episcopale, è la vostra decisione». Apertura del Pontefice culminata con la pubblicazione da parte del Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF), nel dicembre del 2023, di Fiducia supplicans che qualifica come moralmente lecita la benedizione delle coppie gay, in netta antitesi con il pronunciamento della CDF di soli due anni prima.

Tornando al 2021, il Vaticano inviò all’ambasciata italiana una nota in cui chiedeva semplicemente una rimodulazione del Ddl Zan sulla cosiddetta omofobia. Nello stesso anno Francesco inviò una missiva a padre James Martin, forse il sacerdote maggiormente impegnato a diffondere il verbo LGBT all’interno della Chiesa, benedicendo il suo operato. Plauso dimostrato in più occasioni anche alla suora arcobaleno Jeannine Gramick, incontrata di persona nel 2023.

Il Papa nel 2022 incontrò più volte gruppi di persone LGBT e così anche nel 2024. In una intervista rilasciata per la rivista Vida Nueva, Francesco, in riferimento alle persone transessuali, affermò che Dio «ti ama ancora così come sei», affermazione perlomeno ambigua perché pare che Dio possa amare oltre alla persona transessuale anche la transessualità in sé. Nello stesso anno una risposta del DDF permise il battesimo delle persone transessuali e permise a queste ultime e alle persone omosessuali di diventare anche padrini o madrine. Nel 2025 anche la comunità LGBT avrà il suo Giubileo.

Al termine di questa carrellata, ora domandiamoci: Francesco è stato sulle tematiche LGBT un papa ambiguo? Crediamo di no. Anzi, è stato coerente. La risposta possibile a queste posizioni ondivaghe sta nella strategia rivoluzionaria di Francesco. Il buon rivoluzionario è cosciente che la meta si conquista a piccoli passi. Lo scrisse esplicitamente a padre Martin: «In una nota, mi ha detto di non voler optare per una sola strada, perché avrebbe provocato una "reazione a catena" in altri Paesi, rendendo l'opposizione alle persone LGBTQ in alcuni luoghi ancora più grave. "Preferisco procedere passo dopo passo", ha scritto in un'altra nota».

È dunque vietato fare il passo più lungo della gamba, altrimenti nel tessuto sociale scattano gli anticorpi e anche il terreno ormai conquistato può essere perso. Bisogna aumentare lentamente la temperatura dell’acqua in cui è immersa la rana e così si potrà arrivare alla sua morte per ebollizione. In caso contrario, la rana si accorge che sta per morire bollita viva e salta fuori dalla pentola. Un esempio tra quelli citati: sdoganiamo la benedizione delle coppie gay – forse anche concessa per evitare lo scisma della Chiesa tedesca – e il loro riconoscimento civile, ma non parliamo di matrimonio. La gente non è ancora pronta. Se equipariamo in tutto coppie gay ed etero crolla tutto il castello. In modo analogo: non fa problemi l’omosessualità vissuta del laico, ma ad oggi non è ancora socialmente accettabile un sacerdote dichiaratamente gay.

La strategia della gradualità della rivoluzione comprende in sé anche un momento particolare, quello dell’accettazione morale, seppur implicita, del vissuto della singola persona. Con il pretesto di accettare le persone alla luce di un frainteso principio di misericordia, si accettano anche le loro condotte immorali. E così una prima fase rivoluzionaria predica l’accettazione della omosessualità e transessualità del singolo – così si spiegano l’incontro con persone gay e trans e la benedizione della pastorale LGBT – ma non l’omosessualità e la transessualità in sé, perché i tempi non sono ancora maturi. Ecco allora le critiche ripetute ad esempio alla teoria gender. L’approccio è chiaramente contraddittorio: se approvo l’omosessualità di Tizio è ovvio che contestualmente si approva l’omosessualità in sé. Volutamente contraddittorio, ma furbo perché predispone alla futura accettazione della omosessualità e transessualità in sé. A tal proposito sono rivelatrici le parole di Francesco pronunciate in occasione di quell’incontro con i gesuiti slovacchi menzionato prima: «Quando parlo dell’ideologia, parlo dell’idea, dell’astrazione per cui tutto è possibile, non della vita concreta delle persone e della loro situazione reale». Va da sé che accettando la situazione reale delle persone si accetta anche l’idea che soggiace a tale situazione, alle scelte compiute dalle stesse.

Infine le apparenti contraddizioni del Papa potrebbero trovare una loro semplice spiegazione anche nel dato anagrafico: Francesco è stato un pontefice, come moltissimi, anziano e dunque è difficile pensare che, seppur di orientamento progressista, potesse sposare appieno alcune istanze ultrarivoluzionarie che sono anche il portato culturale di battaglie ideologiche recenti. Ha dunque sposato le premesse, ma non tutte le loro conclusioni.