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Fine del sanchismo: la sinistra affonda anche in Spagna

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Delle nove regioni che governavano, i socialisti ne conservano solo tre dopo un round elettorale che loro stessi avevano politicizzato. Gli spagnoli moderati e di buon senso hanno bocciato il populismo anticristiano di Sanchez.
- BALLOTTAGGI: CALA L'AFFLUENZA, VINCE IL CENTRODESTRA, di Ruben Razzante

Esteri 30_05_2023

La Spagna censura Pedro Sánchez e affonda con il PSOE anche i socialisti europei. Domenica 28 maggio in un'elezione che i socialisti avevano politicizzato come test nazionale, loro stessi hanno perso 6 delle 9 comunità che presiedevano e feudi cittadini tradizionali come Siviglia.

Delle nove regioni che governavano, i socialisti ne conservano solo tre: le Asturie, appese a un filo, la Castiglia-La Mancia e la Navarra, quest'ultima in stand-by nelle mani degli autonomisti di Bildu. Un potere territoriale dilapidato, una durissima lezione degli spagnoli, in un appuntamento che era e rimane il preambolo alle elezioni generali che si terranno il 23 luglio, anticipate ieri da Sanchez dopo la sconfitta subita.

Tutti gli spagnoli moderati e di buon senso hanno travolto il PSOE e Podemos e anticipato la fine del sanchismo, come allegro populismo marxista, scristianizzatore, illiberale e inumano. Quando il conteggio non è ancora stato ultimato, sino al momento in cui scriviamo, la differenza è notevole rispetto alle elezioni del 2019, in cui i socialisti avevano ottenuto 6,8 milioni di voti, un milione e mezzo in più del PP, che non aveva superato i 5,05 milioni.

Il quadro, dopo questi quattro anni di rabbioso sanchismo è cambiato radicalmente: sempre con i dati municipali provvisori, il PP di Alberto Núñez Feijóo avrebbe ottenuto 7 milioni di voti, 1,9 milioni in più, contro i 6,2 milioni del PSOE di Pedro Sánchez, che avrebbe perso poco più di 500.000 voti. Il Partido Popular e Vox potranno governare in 11 delle 17 comunità autonome spagnole, ottenendo un cambio di governo in Cantabria, La Rioja, Aragona, Comunidad Valenciana, Baleares, Estremadura. A queste si aggiungerebbero Galizia, Murcia, Madrid, Castilla y León, che erano già nelle mani di PP e Vox durante la precedente legislatura e resta da vedere cosa accadrà nelle Isole Canarie. Così, il Consiglio Interterritoriale del Sistema Sanitario Nazionale (CISNS), che il PSOE ha consolidato come Conferenza Settoriale, dove le decisioni vincolanti possono essere prese a maggioranza, rimarrà nelle mani delle comunità autonome del PP e Vox qualsiasi cosa accada il prossimo 23 luglio.

Nelle urne comunali, i socialisti si erano posti l'obiettivo di mantenere Siviglia e di strappare Barcellona ad Ada Colau, ma nessuno dei due obiettivi è stato raggiunto: la capitale Siviglia è andata al PP e la città di Barcellona a Junts per Catalunya. Il PSOE ha perso 15 delle 22 capitali che controllava. Il PP ha ottenuto la maggioranza assoluta a Madrid, Malaga e ha ribaltato la situazione a Valencia, Murcia, Valladolid, Castellón, Palma, Cadice, Burgos, Toledo, Logroño, Albacete, Cáceres, Huelva, Granada, Segovia, Ciudad Real e Melilla. Sanchez ha preferito apparire ieri in tarda mattinata con un messaggio ai cittadini spagnoli con cui annunciava il Consiglio dei Ministri e la decisione di tenere elezioni politiche parlamentari il 23 luglio, anticipandole di 5 mesi rispetto a dicembre.

In vista delle prossime elezioni anche Podemos deve prendere coscienza della disfatta, Unidas Podemos ha perso enormemente il suo elettorato e non è riuscito nemmeno ad entrare nel Parlamento valenciano e nell'Assemblea municipale di Madrid, dove invece una splendida Isabel Ayuso governerà con maggioranza assoluta del PP.  

La destra conservatrice di Vox ha avuto un successo importante, il presidente, Santiago Abascal lo ha sottolineato, riaffermando che il ruolo del suo partito è «assolutamente necessario», come l'alternativa al socialismo, al comunismo e ai suoi partner separatisti. Il partito è passato da 500 consiglieri a più di 1700, da 47 deputati regionali a 119. «Vox oggi è diventato un partito assolutamente decisivo per l'alternativa» al socialismo estremista spagnolo. Il voto ci costringe però anche a guardare al dopo elezioni del prossimo luglio, l'arrivo del leader del PP Feijóo, se andrà al potere, non cambierà forse nulla in merito alle devastanti e depravate leggi volute da Podemos e sostenute dai socialisti spagnoli in questi lugubri anni.

Dopo cinque anni con Pedro Sánchez alla Moncloa (il Palazzo del governo spagnolo a Madrid], la minoranza creativa dei cristiani e cattolici spagnoli deve sperare che, anche per le elezioni politiche, il partito Vox risulti determinante per il verosimile governo a guida popolare e che, soprattutto, Santiago Abascal e i suoi eletti non abbraccino la "dottrina del contenimento del danno", tanto in uso nelle destre una volta arrivate al governo nei Paesi europei, ovvero non rinuncino a voler abrogare leggi malvagie e a ripristinare norme civili e rispettose della cultura cristiana e civiltà spagnola.

Per intenderci: la legge sull'aborto, l’eutanasia, la legge sui trans, il "Sólo sí es sí", il benessere degli animali, le decine di forme famigliari equivalenti stabilite, le liste nere sull'obiezione di coscienza, gli attacchi alla proprietà privata, l'emarginazione esplicita di tutto ciò che sa di cristianesimo, l'intensificazione della campagna liberticida dei crimini d'odio, la limitazione della libertà di educazione e dell’insegnamento della religione, la preoccupante perversione dei bambini nelle scuole etc… devono essere abrogate e non semplicemente sopportate.

La melma maleodorante che l'esecutivo socio-podemico ha voluto accatastare sulle teste degli spagnoli per sradicarne la cultura ed il sentimento cristiano dal cuore e dalla vita pubblica, non può rimanere in vigore se si vuole consolidare il cambiamento espresso dagli spagnoli domenica 28.  A ridosso della presidenza spagnola semestrale del Consiglio Europeo (1 luglio-31 dicembre), a Sanchez non resterà che far buon viso a cattivo giuoco, evitando di screditare il nuovo governo di centro destra che verosimilmente gli spagnoli sceglieranno a fine luglio.

Il neo marxismo senza ideali e tutto ideologie relativiste, ha subito una ennesima sconfitta in Europa. Ne tragga insegnamento anche la segretaria del PD italiano Elly Schlein: servire il popolo non è servirsene nè tantomeno sradicarne ragione e cuore.