Ballottaggi: cala l'affluenza, vince il centrodestra
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L'astensione un tempo favoriva il centrosinistra, questa volta no, segno che il Pd a guida Schlein non fa presa. Il messaggio politico è chiaro: la maggioranza di governo ha il vento in poppa anche sui territori, comprese le roccaforti rosse.
Fino a qualche anno fa l’affluenza ai ballottaggi calava e il centrosinistra conquistava gran parte delle città chiamate al voto. Nelle amministrative di domenica e di ieri le cose sono andate esattamente nel modo opposto: pur crescendo la disaffezione verso i seggi, il centrodestra ha vinto ovunque nelle città più importanti tranne che a Vicenza e a Terni. Contestualmente si è votato per il primo turno anche in alcuni comuni della Sicilia e della Sardegna, che andranno al ballottaggio fra due domeniche.
Il messaggio politico è chiaro: la maggioranza di govern o ha il vento in poppa anche sui territori, mentre il campo largo della sinistra non aggrega e non incentiva più di tanto gli elettori a recarsi alle urne. Se la leadership di Giorgia Meloni riesce a compattare i partiti di centrodestra, malgrado qualche fibrillazione interna, l’avvento di Elly Schlein alla guida del Pd ha solo prodotto l’indebolimento della figura di Giuseppe Conte (i 5 Stelle sembrano in caduta libera ovunque) senza minimamente contribuire al rafforzamento del fronte dell’opposizione, che peraltro si presenta disgregato perché il Terzo polo non ne vuole sentir parlare di allearsi con grillini e Pd, se non in pochissime realtà periferiche.
Domenica e lunedì si è votato per il secondo turno in 41 comuni e sette capoluoghi, tra cui Ancona, Brindisi, Massa, Siena e Pisa. Gli elettori coinvolti complessivamente nei ballottaggi sono stati 1.340.688, ma ai seggi si è recato un elettore su due (il Viminale informa che la partecipazione è stata del 49,64% contro il 58,39% del primo turno).
Anche nelle roccaforti “rosse”, per esempio nelle principali città toscane, il centrodestra vince largamente. E si profila una netta affermazione dei candidati di quella parte politica anche in Sicilia e Sardegna, dove si è votato per il primo turno in 128 comuni siciliani, tra cui quattro capoluoghi (Trapani, Siracusa, Ragusa e Catania) e in 39 centri sardi. In alcune città come Catania il centrodestra stravince già al primo turno.
Giustamente entusiasti i commenti da parte degli esponenti del centrodestra. Maurizio Gasparri, responsabile enti locali di Forza Italia, commenta sarcastico: «Un risultato che mette all’angolo le varie sinistre, fa evaporare i grillini e che conferma le affermazioni di Schlein quando diceva che nessuno si era accorto che lei fosse arrivata sulla scena. In effetti nessuno se ne è accorto a vedere dai risultati».
Entusiasmo anche in via Bellerio. Si legge in una nota della Lega: «Grande soddisfazione nella Lega per i risultati delle amministrative che confermano l'ottimo stato di salute del centrodestra. Matteo Salvini ha già chiamato alcuni dei sindaci per fare i complimenti e augurare buon lavoro. Nella Lega, si giudicano i risultati "straordinari" e frutto del mix tra gradimento dei candidati e apprezzamento per l'azione di governo a livello nazionale».
A parte, quindi, i ballottaggi previsti fra due settimane, e che con ogni probabilità confermeranno questo trend nettamente in favore del centrodestra, le attenzioni delle forze politiche si rivolgeranno ora verso le europee dell’anno prossimo, non essendo previste altre tornate elettorali fino ad allora. Il governo avrà la stabilità necessaria per portare avanti il suo programma, viste anche le divisioni delle opposizioni, e ciascuna forza politica del centrodestra potrà avviare un dibattito interno per prepararsi al voto per il Parlamento di Strasburgo, che avverrà con il sistema proporzionale. Ogni partito correrà per conto suo e certamente si accenderà una competizione anche all’interno delle coalizioni.
Mentre, però, nel centrodestra la leadership di Giorgia Meloni sembra rappresentare, almeno per il momento, un affidabile collante tra Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Noi Moderati, nel centrosinistra le rivalità tra Conte e Schlein, senza dimenticare il disagio dei terzopolisti Renzi e Calenda, tolgono ogni possibilità di successo. L’unico rischio, quindi, per chi sta al governo oggi è di cullarsi sugli allori, perdendo il contatto con l’opinione pubblica.
Le opposizioni vere sono il sindacato, alcuni settori della magistratura, taluni mezzi d’informazione. Non vanno sottovalutate, ma con il gradimento di cui gode la Meloni al di là dell’Oceano i rischi di scossoni politici sono davvero ridotti al minimo.