«Fiducia supplicans non ha basi», Müller dice che il re è nudo
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Il documento del cardinale Müller mette in evidenza la pochezza delle argomentazioni con cui il cardinale Fernández pretende di giustificare la benedizione delle unioni gay, una invenzione che non ha legami con la Tradizione.
DOSSIER: Benedizione a coppie gay
Il biglietto di un’udienza; un pezzo di carta. È l’unico appoggio che il cardinale Victor M. Fernández è in grado di esibire, a supporto della sua creatura, la Dichiarazione Fiducia supplicans (FS). In modo del tutto inusuale, il sito del Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF), ha infatti pubblicato il Biglietto della Prefettura della Casa Pontificia per l’Udienza di papa Francesco con Tucho e mons. Armando Matteo il giorno 18 dicembre. Qualcuno ha scritto sopra, a mano, “Fiducia supplicans”, come a voler rimarcare, in modo peraltro infantile e poco degno di un’autorità ecclesiale, che il Papa ha approvato tutto; non c’è trucco e non c’è inganno.
Una risposta nemmeno troppo velata alle nostre ripetute richieste di semplice decenza e correttezza nella pubblicazione dei documenti del DDF. Il biglietto dell’udienza è la dimostrazione che le novità introdotte dal Prefetto in FS non si possono basare su nessun’altra autorità che non sia quella della persona del Papa. Come ha nitidamente affermato il Cardinale Gerhard Müller, nel documento uscito ieri pomeriggio, «non ci sono testi biblici o dei Padri o dei Dottori della Chiesa o documenti precedenti del Magistero a sostegno delle conclusioni di FS». Forse, ai vertici della Santa Sede, si sono dimenticati dell’insegnamento dogmatico di Pastor æternus: «Lo Spirito Santo infatti, non è stato promesso ai successori di Pietro per rivelare, con la sua ispirazione, una nuova dottrina, ma per custodire con scrupolo e per far conoscere con fedeltà, con la sua assistenza, la rivelazione trasmessa dagli Apostoli, cioè il deposito della fede». Non è il papa, né tanto meno un prefetto, a dare autorità alla Rivelazione, ma è la Rivelazione che fonda e delimita l’autorità del papa e degli altri pastori. La prof.ssa Geraldina Boni (qui e qui) ha di recente spiegato come la potestà suprema del papa non significhi affatto che egli possa decidere e ordinare qualunque cosa gli passi per la testa.
Ad ogni modo la forza dell’argomentazione del Cardinale Müller fa semplicemente impallidire la pochezza di quella della Dichiarazione e ne mette in lampante evidenza i continui vuoti sofismi. Il Cardinale tedesco conferma di saper essere un punto di riferimento in questa babele totale, mentre il Dicastero che avrebbe questa missione specifica e il suo Prefetto non fanno che seminare confusione e divisione.
Fernández, che pure ne aveva tutto il tempo, non è stato in grado di mostrare alcuna fedeltà alla Rivelazione; Müller ha infatti palesato che tutta la preoccupazione della Dichiarazione è invece quella di inventarsi delle benedizioni non sacramentali, per evitare di cadere troppo palesemente in contraddizione con il Responsum del 2021. Una finzione più che un’invenzione, dunque; ma, a breve, una volta che l’abitudine di benedire le coppie irregolari e quelle dello stesso sesso si sarà sufficientemente diffusa, si vedrà che magicamente Fernández si ricorderà che le benedizioni non sacramentali non esistono, perché le benedizioni sono dei sacramentali. Ed allora, in nome di quanto lo “spirito” ha operato nel popolo di Dio, bisognerà che la Chiesa riconosca anche delle “benedizioni sacramentali” per le coppie irregolari, con appositi riti. E ci sarà sempre la scusa che, dopotutto, la dottrina non viene intaccata, perché queste benedizioni “non sono come il matrimonio”.
Va da sé che la ridicola ma pericolosa argomentazione che, con queste benedizioni, si intende benedire il bene che c’è in queste coppie e non il peccato, potrà essere il fondamento coerente di ulteriori aperture, come la benedizione dei poligami, dei centri di prostituzione, delle cliniche abortive, dei templi pagani, delle sedi della Massoneria. Esiste forse una realtà nella quale non vi sia un po’ di bene da benedire?
Ma l’intervento del cardinal Müller ha voluto ricordare che la Rivelazione, così come «comprende eventi e parole intimamente connessi» (Dei Verbum, 2), analogamente si trasmette con segni e con parole. Dunque i segni devono accompagnare coerentemente e dare espressione alla forza della parola vera, della parola di Dio. Ora, Fernández che pure abbonda quanto a citazioni del Prænotanda del Rituale romano (nn. 11, 12, 13, 15) si è scordato di richiamare proprio quell’articolo che ricorda come le benedizioni siano «segni, che si basano sulla parola di Dio e si celebrano in forza della fede» (n. 10), non in forza di rivendicazioni di gruppi sociali né basandosi sull’autorità del Biglietto d’Udienza. Per questo «data l'unità di segno e parola nella fede cristiana ‒ ha spiegato Müller ‒ l'unico modo in cui si può accettare come positiva la benedizione, in qualsiasi modo, di queste unioni, è perché si pensa che tali unioni non siano oggettivamente contrarie alla Legge di Dio».
E questo l’hanno capito tutti. L’hanno capito quegli episcopati che da tempo stanno facendo pressione perché la Chiesa riveda il proprio insegnamento sulle convivenze more uxorio e sulla sodomia. Episcopati, come quello svizzero e quello tedesco, che hanno accolto con esultanza la strada aperta da FS. Ma lo hanno capito anche altri episcopati, che invece comprendono l’importanza di tenere fermo l’insegnamento sull’adulterio e sull’omosessualità. Alla Conferenza Episcopale del Malawi si sono aggiunte nelle ultime ore anche quella della Nigeria e dell’Ucraina. I vescovi nigeriani, pastori di 40 milioni di fedeli, hanno spiegato, in un comunicato, che proprio perché «l'insegnamento della Chiesa cattolica sul matrimonio rimane il medesimo (…) non esiste quindi nella Chiesa alcuna possibilità di benedire le unioni e gli atti omosessuali. Ciò andrebbe contro la legge di Dio, gli insegnamenti della Chiesa, le leggi della nostra nazione e la sensibilità culturale del nostro popolo».
La Conferenza episcopale ucraina, a sua volta, ha messo in luce la confusione presente in FS e la clamorosa mancanza dell’appello alla conversione: «Sembra che il testo non distingua chiaramente tra una persona e la sua situazione, accettando misericordiosamente questa persona ed esprimendo disaccordo con il suo peccato. (…) Vediamo il pericolo di formulazioni ambigue che provocano interpretazioni divergenti tra i fedeli. Ciò che ci è sfuggito nel documento è che il Vangelo chiama i peccatori alla conversione, e senza una chiamata a lasciare la vita peccaminosa delle coppie omosessuali, la benedizione può sembrare un'approvazione». Identico rilievo fatto dal cardinale sudafricano Wilfrid Fox Napier: «Al dibattito su “Fiducia Supplicans” manca una parola essenziale. Eppure quella parola fu la prima sulle labbra di Gesù quando pronunciò il suo primissimo insegnamento: “Convertitevi e credete al Vangelo!”».
Noi non ce ne stupiamo, perché lo stile Fernández sta proprio nel tacere ciò che è scomodo e selezionare ciò che può risultare utile, dopo opportuna distorsione di significato. Peccato che il Cardinale Biffi sia morto prima di vedere questo nuovo spettacolo: avrebbe avuto abbondanti spunti per il suo “quinto vangelo”. Come questo: Gesù dice alla Samaritana: “Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui”. Gli risponde la donna: “Io non ho marito”. Le dice Gesù: “Non temere. Io sono venuto a benedire il bene possibile che c’è in ogni coppia”.
Müller: Le benedizioni per le coppie gay sono blasfeme
In questo documento esclusivo che la Nuova Bussola Quotidiana pubblica, il prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede analizza la dichiarazione Fiducia Supplicans che apre alle benedizioni per le coppie irregolari, e invita preti e vescovi a evitare tali benedizioni.
- DOSSIER: Benedizioni a coppie gay, un documento irricevibile
Benedizioni gay, i vescovi si ribellano: è guerra delle pastorali
La Dichiarazione del Ddf sulle benedizioni "omo" sta frantumando l'unità tra i vescovi. Esultano gli svizzeri e i tedeschi. I pastori di Kazakistan e Malawi dicono no e con loro lo spagnolo Munilla. Una divisone destinata ad ampliarsi. La guerra delle pastorali è iniziata.
«Sì alla benedizione delle coppie gay». Il Papa accelera
Con la dichiarazione Fiducia supplicans il card. Fernández (Dicastero per la Dottrina della Fede) benedice qualsiasi tipo di unione. Basta non predisporre appositi rituali e che non si confondano con il matrimonio: l'apparenza è salva, la dottrina no.
- La posta di Tucho: la via dell'eresia è lastricata di dubia, di Tommaso Scandroglio