Fedez in tour nelle sagre con le sue polemiche. E i vescovi muti
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Prima di Reggio Calabria Fedez si è esibito a Ozieri, dove neppure una tragedia ha fermato il concerto. E il 22 è sul palco nel foggiano. Perché il rapper frequenta con il suo carico di polemiche le sagre della Madonna? È tempo che i vescovi diano regole sulla programmazione civile delle feste patronali.
Il cantante Federico Lucia, in arte Fedez, è un polemico di natura. Vive di polemiche e di provocazioni, oltre che di profanazioni. Da sempre fa più notizia per le sue vicende personali che per i suoi meriti artistici: dalle sue esternazioni politiche alle vicende di gossip visto che la fine del suo matrimonio con Chiara Ferragni ha occupato per mesi le pagine dei rotocalchi. Insomma, le sue canzoni passano decisamente in secondo piano perché lui vive di polemiche.
Questa doverosa premessa giustifica allora una domanda: per quale motivo Fedez ha iniziato a frequentare le sagre di paese per poter cantare? E si badi bene: non sagre della salsiccia o del polipo, di quelle promosse dalle Pro loco per promuovere un particolare prodotto enogastronomico del territorio, ma vere e proprie feste patronali dove il festeggiato è sempre la Madonna attraverso una delle innumerevoli devozioni di cui l’Italia è ancora piena. Sagre che in un Comune sono il momento centrale della vita civile che incontra quella religiosa.
Non sembra un caso, anzi, sembra piuttosto un disegno di quelli portati avanti da quegli agenti che riempiono l’agenda degli artisti attraverso i cosiddetti appuntamenti di giro. È probabile che a portare Fedez nelle sagre sia un’agenzia che sta promuovendo l’artista, abituato a fare concerti in grandi stadi o grandi palasport, anche nei palcoscenici minori, di provincia dove di solito a pagare non è il pubblico, ma l’amministrazione comunale, che offre con i soldi pubblici il concerto alla cittadinanza. A Reggio Calabria il cachet del rapper si aggira attorno ai 100mila euro, per capirci.
Ci sarebbe da interrogarsi sulla natura di questa “deriva” perché solitamente alle sagre di Paese arrivano artisti non certo di serie B, ma nella fase calante della loro carriera. Artisti che magari sono stati in classifica negli anni ’80 e ’90 e che per sopravvivere si accontentano di cantare anche per un pubblico che diversamente, se il concerto non fosse gratuito, pagherebbero un biglietto per ascoltarli.
Perché dunque Fedez sta girando l’Italia come una Madonna pellegrina nelle sagre come un artista decadente?
Solo in questa seconda decade del mese di settembre, il rapper ha messo nella sua agenda ben tre concerti in altrettante sagre patronali.
Della sagra della Madonna della Consolazione di Reggio Calabria abbiamo già parlato e l’eco delle polemiche non si è spento dato che il cantante si esibirà domani e non ha sentito il bisogno di giustificare la sua presenza, ma con una notevole spocchia, ha fatto sapere tramite un blog amico che i cattolici che non lo vogliono dovrebbero perdonarlo dato che sono abituati a farlo. Evidentemente le conoscenze di dottrina di Fedez sono così basiche che pensa ancora che il cristiano sia un cretino, un sempliciotto pronto al perdono dei prepotenti perché debole.
Ma Fedez si è esibito anche in un’altra sagra, quella della Beata Vergine del Rimedio che da 131 anni allieta la vita della cittadina sarda di Ozieri. E probabilmente la cosa sarebbe rimasta in cronaca locale se non fosse per un tragico fatto, che è accaduto proprio poco prima del suo concerto che si è svolto sabato sera.
Sabato pomeriggio, infatti, proprio mentre stava giocando prima di mettersi in fila per andare ad ascoltarlo, un bambino di appena 9 anni, Gioele Putzu, è morto schiacciato da una porta da calcio che gli è rovinata addosso mentre rincorreva un aquilone. Una tragedia che ha gettato nella disperazione i genitori, che erano scesi da Olbia per trascorrere i festeggiamenti della patrona di Ozieri.
Subito dopo il tragico incidente, si è scatenato un tam tam social per chiedere all’amministrazione di annullare il concerto di Fedez, che sarebbe partito di lì a poche ore. Ma il concerto si è ugualmente tenuto e il rapper, informato dei fatti, ha comunque fatto “recitare” un minuto di silenzio per il piccolo Gioele. Un minuto di silenzio come “rimedio” ad un fatto tragico che stava investendo in quelle ore la comunità di Ozieri. Troppo poco, anche solo per mettersi a posto la coscienza. E troppo ipocrita.
Come ipocrita è la risposta del sindaco Marco Peralta, che ha così giustificato la decisione di andare avanti con lo show: «Abbiamo chiesto che venisse fermata, ma dal commissariato di polizia ci è stato detto che non era possibile per motivi di ordine pubblico». Si tratta di una scusa ipocrita perché di fronte ad una volontà precisa dell’amministrazione e di Fedez, nessuna forza di polizia avrebbe potuto costringere l’artista ad esibirsi. Il sindaco decide in casa sua, fino a prova contraria. Anche perché le 15mila persone attese al concerto, così come erano arrivate a Ozieri, se ne sarebbero andate, forse intasando un po’ più del solito le strade, ma comunque si sarebbe rispettato il dolore della comunità.
Il padre di Gioele, il giorno dopo ha scritto su Facebook a Fedez non celando affatto la sua indignazione: «Ciao Fedez - si legge sul suo account social -, ti facevo una persona più umana visto che hai dei figli. Io in quel momento che cantavi ad Ozieri, io padre di Putzu Gioele, il bambino deceduto a 200 metri da te, ero per terra con mio figlio chiedendogli di riaprire gli occhi, e chiedendo di prendere la mia vita, e di lasciare vivere lui. Noi abitiamo ad Olbia siamo venuti a Ozieri perché mio figlio cantava le tue canzoni, e voleva vederti cantare dal vivo. Tutto questo non gli è stato possibile. Potevi non cantare per una sera e rispettare il mio dolore. Ps Ivan Putzu, padre di Giole».
Di fronte a queste parole, chiunque ammutolirebbe di pietas, chissà se anche Fedez lo farà anche se sulla vicenda lui aveva già provato a giustificarsi su Instagram dando la colpa ai soliti giornalisti.
Torniamo all’inizio. Dove c’è Fedez c’è polemica, dove c’è Fedez c’è una sorta di divisione tra guelfi e ghibellini perché il personaggio vive di questo e per questo fa notizia. Per le polemiche. Ora, veniamo al punto: perché Fedez sta andando nelle sagre? Forse perché i vescovi e i parroci hanno ormai appaltato alle amministrazioni comunali la gestione del programma civile delle sagre, ma il programma civile – lo abbiamo letto in questo articolo di Stefano Fontana – sta passando dalla secolarizzazione al secolarismo, prima ignorava ogni tipo di omaggio alla religione cristiana e alla festeggiata, oggi la combatte tout court.
Dunque, normale che un comune che vuole ingraziarsi i suoi elettori decida di spendere un bel po’ di soldi pubblici per avere sul palco Fedez. Un po’ meno normale che un vescovo o un parroco accettino che il programma di una sagra della Madonna sia occupato da chi della sagra e della Madonna si fa beffe, come è appunto il cantante in questione. Una cosa è certa: se nell’organizzazione delle sagre avessero ancora voce in capitolo i parroci – come un tempo – forse quel concerto si sarebbe fermato e non saremmo stati qui a parlare di una squallida vicenda di un ragazzino morto e dello show che, come noto, must go on.
Ma i parroci ormai non hanno più voce in capitolo perché la secolarizzazione li ha assopiti. I pochi che vanno contro, come a Reggio Calabria, lo fanno a loro rischio e pericolo perché andare contro un sindaco non è remunerativo né va nel segno del dialogo, come auspicato invece dal vescovo di Reggio, che li ha smentiti. Chissà se la Cei ha voglia di dare qualche linea guida ai vescovi per l’organizzazione delle sagre affinché non vengano cedute del tutto ai sindaci, i quali, abbiamo visto con quali criteri ragionano.
A proposito. Dato che non c’è due senza tre, Fedez sarà a concerto anche il 22 settembre prossimo. Indovinate dove? A Deliceto, in provincia di Foggia, dove sarà l’ospite d’onore della festa patronale della Madonna dell’Olmitello. E chissà se non arriverà un’altra polemica, magari spenta dal vescovo di turno.
Il Patrono soccombe al secolarismo. A che servono sagre così?
Quanto successo a Reggio Calabria non è stato un caso. La secolarizzazione che ha tolto il soprannaturale ora lo combatte. Sono gli stessi parroci e vescovi a considerare positiva la secolarizzazione, fingendo di non vedere che ormai si tratta di secolarismo.
Il blasfemo Fedez sì, il cattolico Povia, no: la doppia morale del Pd e dei vescovi
A Reggio Calabria il vescovo scarica i parroci che hanno contestato il concerto di Fedez in Sagra. «Accogliere tutti». I due preti alla Bussola: «Ubbidiamo, ma è una presenza incoerente e blasfema». La doppia morale del vescovo e del Pd: a Nichelino Povia è stato cacciato dalla festa patronale perché "troppo" cattolico.