Fede e cultura
Papa Francesco, parlando a proposito di Fiducia supplicans, ha invertito il rapporto tra fede e cultura. Serve ricordare la lezione di san Giovanni Paolo II.
Gentile Direttore,
ho imparato dal mio maestro (sempre lo stesso) che per verificare la verità di un'asserzione è necessario portare fino in fondo le conseguenze che essa comporta.
Se dunque è per la sua specifica cultura - e non in nome di una verità che viene prima - che la Chiesa Africana potrà essere dispensata dall'applicazione di Fiducia supplicans, perché i vescovi americani, per fare un esempio neppure dei più eclatanti, dovrebbero contrastare la diffusione delle armi o la pratica della pena di morte negli USA visto che lì queste cose non sembrano essere considerate da molta gente così "brutte"?
O, per premere ancora più a fondo, perché i cristiani delle origini hanno rifiutato certe manifestazioni della cultura greca o romana che pure erano viste come buone dai popoli che le praticavano?
Una fede che non diventa cultura - pur con tutta la pazienza e i tempi a volte lunghi che le saranno necessari - è una fede incompiuta, come ci ha più volte ricordato san Giovanni Paolo II.
Affermare l’opposto è vanificare la fede come creatrice di cultura e, peggio ancora, come suprema risposta alle esigenze originarie dell’uomo.