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L’INTERVISTA A BULLA

Fase 2, l’imprenditore: “Fate come me, aiutate le famiglie”

Nell’esecutivo si “sono concentrati esclusivamente sul benessere fisico e pochissimo su quello economico”. Lockdown eccessivo e così “molti rimarranno senza lavoro”. “L’UE è un disastro, lontanissima dal pensiero dei padri fondatori”. La Costituzione riconosce il diritto di culto, “ma per i cattocomunisti al governo la religione conta ben poco”. Parla alla Nuova BQ Vinicio Bulla, l’imprenditore che regala bonus-bebè ai suoi dipendenti e paga loro le rette degli asili.

Attualità 25_04_2020

Non parla in politichese, né in economichese, tantomeno ha peli sulla lingua. “Non sono un intellettuale”, ci tiene a sottolineare. Vinicio Bulla è il tipico self made man del Nord Est. Rivit, la sua azienda, con sede a Caltrano (VI) produce tubazioni saldate per colossi petroliferi come Shell, Total e Agip. Ma, soprattutto, è l’azienda che ha fatto parlare di sé per la straordinaria attenzione mostrata verso le famiglie dei suoi 180 dipendenti. Per ogni figlio secondogenito, i dipendenti di Rivit ricevono un bonus da 2.000 euro, che sale a 3.000 con il terzo figlio. A ciò si aggiunge il pagamento delle rette per i bambini all’asilo nido e alla scuola dell’infanzia.

Facile intuire quanto il fondatore di Rivit, particolarmente sensibile al dramma dell’inverno demografico, sia un personaggio lontano anni luce dalla cultura tecnocratica ed europeista che sta condizionando fortemente l’attuale emergenza Covid. A 80 anni (ben portati), Vinicio Bulla ha ormai delegato il grosso della sua attività aziendale. “Fortunatamente ho i miei figli che se ne interessano, allora cerco di fare anche qualcos’altro”, racconta Bulla alla Nuova Bussola Quotidiana. Di cose da dire ne ha tante e, in particolare al governo Conte, non le manda a dire…

Signor Bulla, qual è la situazione della sua azienda, alla vigilia della “fase due”?
Siamo dei privilegiati, il nostro è un settore che non ha mai interrotto la produzione. Con il permesso del prefetto, siamo stati autorizzati a proseguire, a meno che qualcuno dei nostri dipendenti non venga colpito da questa “peste cinese”. In tal caso, comunque, non dovremmo chiudere ma solo isolare la parte infettata. Non essendo necessari da noi assembramenti di personale, gli operai lavorano distanziati, quindi ci è andata bene e c’è fiducia. Prima o poi tutto il settore industriale e chi contribuisce al PIL dovrà riaprire! Urgono soluzioni come quelle già adottate all’estero, in particolare in Germania, dando la possibilità di andare a lavorare con tutte le precauzioni del caso.

Come giudica le misure del governo per l’emergenza?
Lo ripeto ormai tutte le sere: siamo burocratizzati. Sono bravi solo a chiacchierare e a promettere. Mi pare che i soldi alle imprese non stiano arrivando, tantomeno i 600 euro alle partite IVA. Invece, servono interventi a fondo perduto e prestiti a lunga scadenza. Per molti settori la vedo tragica. Penso ai ristoranti: quando riapriranno, con tutte le distanze e le nuove regole da rispettare, il personale andrà dimezzato, i costi rimarranno quelli di prima ma una cena costerà il doppio o il triplo. Comunque aspettiamo maggio e vedremo cosa succederà.

Dall’Europa che aiuto potrà arrivare?
Più che un’Unione Europea, vedo un’Europa disunita, in cui ogni Stato fa esclusivamente i propri interessi, manca del tutto quella solidarietà che dovrebbe contraddistinguere un’unione. Non è affatto l’Europa sognata dai padri fondatori, tutt’altro, è qualcosa di lontanissimo dal pensiero di De Gasperi, Schuman, Adenauer, che ogni mattina, prima delle loro riunioni governative, andavano a Messa. Oggi siamo in mano ai massoni, ignorano completamente i valori cristiani, persino quelli umani. Sia dal punto di vista economico che etico, l’Unione Europea è un disastro. Penso all’Olanda, dove dilaga l’eutanasia. Ci hanno rovinato l’assenza di dazi, il dumping salariale, hanno messo in ginocchio il nostro artigianato, le nostre piccole industrie, la nostra agricoltura. Comincio ad invidiare l’Inghilterra che se l’è potuta cavare da sola…

Pensa che l’uscita dall’euro possa essere una soluzione?
Abbiamo un debito talmente grande che, sganciandoci dal carro europeo, un’eventuale nuova lira subirebbe una svalutazione del 30-40%. Se non avessimo quel debito, la nostra moneta sarebbe come il dollaro, la sterlina o l’euro. Con questo MES non vedo soluzioni favorevoli per l’Italia: sono bocconi amari, se riceviamo un aiuto, poi siamo ricattati.

E gli eurobond?
Non li faranno! Io credo che la soluzione sia emettere dei buoni del Tesoro nazionali a lunga scadenza, garantiti possibilmente dalla BCE, in modo che siano soldi nostri e non dobbiamo rendere conto a nessuno. Bisognerà vedere cosa voglia l’UE, in cambio di questi buoni del Tesoro. Il problema è che è molto complicato capire come funzionino esattamente i meccanismi finanziari di Bruxelles.

La sua azienda si è distinta per gli aiuti offerti alle famiglie dei dipendenti. Cosa fare in questa “fase due” per i genitori che lavorano, i cui figli ancora non possono tornare a scuola?
A tutte le aziende suggerisco di fare quello che faccio io: pagare per un anno, tutti i mesi, le rette degli asili nido e delle scuole materne, per alleggerire il peso che grava sulle famiglie. Purtroppo molti rimarranno senza lavoro, molte famiglie diventeranno monoreddito. Dal punto di vista dell’occupazione sarà una débâcle, una grande quantità di piccoli artigiani ha già chiuso. I ristoratori, poi, sono terrorizzati: con le nuove norme, se qualcuno si infetta al ristorante, lo fanno chiudere e il titolare diventa penalmente responsabile.

Insomma, ritiene che il governo stia calcando troppo la mano sul diritto alla salute, a scapito dello sviluppo economico?
Assolutamente sì! Sono concentrati esclusivamente sul benessere fisico e pochissimo su quello economico. Se già prima eravamo messi male, ora il rischio assalto ai supermercati è reale. Se gli togli il cibo, l’uomo diventa una bestia!

Il rischio che lei paventa è sicuramente più elevato al Sud, dove la rete imprenditoriale è più debole e la mafia ha il controllo sulle attività produttive…
La mafia, la droga e la criminalità sono da sempre sottovalutate, in compenso le forze dell’ordine si prodigano a correre dietro a qualche poveretto in spiaggia nei giorni di quarantena. La bilancia pende davvero troppo a favore delle restrizioni, mentre io credo dovremmo prendere esempio dalla Germania che non ha mai chiuso completamente. Ma se qui le cose vanno come vanno, lo dobbiamo anche a un presidente del Consiglio non eletto, a un Parlamento che non viene lasciato lavorare: non si può più andare avanti con questa mezza democrazia…

Riaprono i negozi e le fabbriche, oltretutto, ma non riprendono ancora le Messe. Da cattolico cosa ne pensa?
Devo dire che mi è piaciuto molto l’intervento di Sgarbi a difesa di don Lino. È stato veramente coraggioso, ha detto le cose come stanno. La Costituzione dà a noi cattolici il diritto di culto, ma per i cattocomunisti al governo la religione conta ben poco. Purtroppo neanche le gerarchie ecclesiastiche comprendono la gravità della situazione: non possono limitarsi a supplire alla Croce Rossa, devono guardare più in alto, al trascendente. Invece il nostro clero è silente e noi laici siamo disorientati da questo atteggiamento remissivo. Loro vedono Salvini come satana ma, quando mi lasceranno votare, credo proprio che voterò lui o la Meloni: avranno i loro difetti e le loro magagne, avranno fatto i loro errori ma mi pare abbiano più buonsenso, rispetto a chi governa ora, che fa i salamelecchi a Pechino…