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Induismo

False accuse di conversioni forzate in India

Un modo in cui i nazionalisti indù perseguitano i cristiani è accusarli ingiustamente di convertire al Cristianesimo con la forza e l’inganno

Con la falsa accusa di aver convertito delle persone al Cristianesimo con la forza e l’inganno nello stato indiano dell’Uttar Pradesh a luglio sono stati arrestati 20 cristiani. Alcuni sono stati fermati e accusati nel distretto di Azamgarh dopo che un gruppo di nazionalisti indù aveva fatto irruzione in un luogo in cui dei fedeli erano riuniti in preghiera. Fonti locali raccontano che gli induisti hanno distrutto un tendone, delle sedie e altri mobili, poi hanno chiesto ai presenti di abiurare minacciandoli di sequestrare i loro raccolti e le loro terre. Ma quando la polizia è arrivata, invece di arrestare gli aggressori, ha accusato tre donne e un uomo cristiani. Altre cinque donne che stavano pregando poco lontano per la loro liberazione sono state arrestate, con la stessa accusa. Altri 11 cristiani sono stati arrestati con il pretesto di conversioni forzate nel distretto di Bahraich, sempre nell’Uttar Pradesh. Ormai, dicono i cristiani che vivono nello stato, la libertà di culto è negata, episodi del genere sono sempre più frequenti, riunirsi e pregare insieme è rischioso, bisogna essere preparati alla violenza degli induisti e al carcere. Nell’Uttar Pradesh al momento sono almeno 57 i cristiani in carcere accusati di conversioni forzate. L’Uttar Pradesh è uno degli 11 stati indiani che hanno adottato una legge anticonversioni, in pratica uno strumento nelle mani dei nazionalisti indù per perseguitare le minoranze religiose. È anche uno degli stati indiani in cui la persecuzione dei cristiani è più dura e dolorosa. Su 400 casi di violenza, intimidazione e false accuse registrati in India nei primi sei mesi del 2023, 155 si sono verificati nell’Uttar Pradesh, concentrati in sei distretti.