Etiopia disposta al rimpatrio dei suoi immigrati illegali
È in fase di discussione un accordo tra l’Unione Europea e l’Etiopia per il ritorno a casa degli immigrati illegalmente entrati in Europa, tutto a carico dei paesi membri dell’UE
La crisi politica apertasi in Etiopia il 15 febbraio, in seguito alle improvvise dimissioni del primo ministro Hailemariam Desalegn, non ha interrotto le trattative in corso con l’Unione Europea in vista di un accordo per il rimpatrio dei cittadini etiopi entrati in Europa illegalmente. L’accordo prevede la collaborazione dei servizi di intelligence europei ed eritrei al fine di identificare gli immigrati e provvedere al loro ritorno in patria. I paesi UE – ha spiegato alla stampa l’ambasciatore etiope presso l’UE Tehsome Toga il 19 gennaio – forniranno i nomi degli immigrati illegali all’Etiopia che procederà alla loro identificazione e all’emissione dei documenti di viaggio, dopo di che potrà iniziare la procedura di rimpatrio. L’accordo non riguarda i cittadini etiopi che hanno ottenuto asilo politico o che risiedono legalmente in Europa. Inoltre l’Etiopia rimpatrierà soltanto gli immigrati che accetteranno di tornare a casa di loro spontanea volontà. “I diritti umani fondamentali dei nostri connazionali e ovviamente dei migranti saranno rispettati” ha precisato l’ambasciatore Toga secondo cui gli etiopi in Europa sono circa 3.000. La Commissione UE per lo sviluppo e gli aiuti internazionali finanzierà tutti i costi del reinserimento dei rimpatriati. La bozza in discussione specifica che le interviste per l’accertamento dell’identità degli etiopi residenti in Europa potranno essere condotte da una missione ad hoc mandata dall’Etiopia. Anche i costi delle missioni saranno interamente a carico degli singoli stati membri dell’UE.