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Islam

Essere cristiani in Sudan

Sono svanite le speranze dei cristiani alimentate da alcune aperture del governo di transizione tra il 2019 e il 2021

 

Continua in Sudan la guerra scoppiata nell’aprile del 2023 tra il generale Abdel Fattah al-Burhan, che ha ai suoi ordini l’esercito governativo, e il generale Mohamed Hamdan Dagalo, leader dei paramilitari arruolati nelle Forze di supporto rapido. Il conflitto, oltre ai problemi gravissimi di sicurezza e povertà condivisi con il resto della popolazione, ha comportato un peggioramento generale della condizione dei cristiani rimasti nel paese, una minoranza. Aiuto alla Chiesa che Soffre ha ripercorso il breve periodo durante il quale i cristiani avevano sperato in un futuro migliore. Dal 1993 al 2019 i cristiani sono stati duramente perseguitati dal presidente Omar Hassan al-Bashir. Il colpo di stato che lo ha destituito nel settembre del 2019 ha fatto sperare che qualcosa potesse cambiare e in effetti così è stato. Il giorno di Natale è stato ripristinato come giorno festivo, una donna cristiana è stata nominata membro del Consiglio Sovrano ad interim della nazione. Il Ministro degli Affari Religiosi del Sudan, Nasr al-Din Mufreh, ha chiesto scusa, durante una conferenza stampa il giorno di Natale, per la lunga persecuzione anticristiana in atto da anni nel Paese. Nel settembre del 2020 il Sudan è divenuto costituzionalmente uno Stato laico, ponendo fine a trent’anni di governo islamico. Il governo civile ha ottenuto il plauso internazionale per la promozione della libertà religiosa, eliminando l’Islam come religione di Stato e abolendo la pena di morte per apostasia. I cristiani sudanesi si sono sentiti rassicurati e incoraggiati a sperare. Invece il processo di liberalizzazione si è interrotto il 25 ottobre 2021 quando i militari, guidati dal generale al-Burhan, hanno rovesciato il governo di transizione e messo a segno un secondo colpo di stato. Nonostante le proteste e la condanna internazionale, l’esercito ha invertito la rotta e cancellato i progressi compiuti. A far parte del nuovo governo sono stati chiamati anche degli alti funzionari vicini al regime di al-Bashir. Aiuto alla Chiesa che Soffre ha raccolto alcuni casi recenti di persecuzione. “Nell’agosto 2020, un edificio appartenente alla Chiesa Sudanese di Cristo (SCOC) è stato incendiato nella città di Omdurman. Nel maggio 2021 l’edificio stava per essere ricostruito quando un procuratore locale ha ordinato ai rappresentanti della Chiesa di interrompere i lavori. Nonostante sorgesse su suolo pubblico, secondo quanto affermato dai leader della Chiesa Sudanese di Cristo, la mattina del 27 maggio l’edificio è stato demolito. Il 2 luglio 2021, Boutros Badawi, un attivista cristiano e consulente del Ministro degli Affari Religiosi del Sudan, è stato aggredito a Khartoum da uomini armati, che lo hanno picchiato e minacciato. Un portavoce del Christian Solidarity Worldwide ha dichiarato: ‘Uno degli aggressori ha puntato una pistola alla testa del signor Badawi e ha minacciato di ucciderlo se avesse continuato a parlare delle proprietà confiscate appartenenti alle Chiese, o delle questioni relative ai comitati della Chiesa Evangelica Presbiteriana del Sudan’. Il 21 febbraio 2022, alcuni membri della Chiesa Sudanese di Cristo si sono recati in una chiesa locale, utilizzata da più confessioni cristiane, e hanno trovato affisso alla porta un ordine dell’Associazione dei Giovani del Quartiere che vietava tutte le attività religiose, minacciando azioni legali in caso di trasgressione. Il 27 febbraio, i membri della Chiesa hanno trovato l’edificio chiuso con un lucchetto, ma sono entrati comunque e hanno celebrato una breve funzione religiosa. La polizia ha interrotto il rito, pur permettendo loro di terminare le preghiere, e ha arrestato i leader della Chiesa. Gli uomini sono stati portati alla stazione di polizia e interrogati per diverse ore, prima di essere rilasciati senza alcun capo di imputazione. Dopo il loro rilascio, i rappresentanti della Chiesa hanno incontrato il Direttore di Zona sollecitandolo a intervenire. Tuttavia, il funzionario ha detto di essere impotente di fronte a questa situazione. Il 10 aprile, un individuo ha interrotto una liturgia della Chiesa Sudanese di Cristo nello Stato di Gezira, aggredendo un religioso e diversi membri, alcuni dei quali sono rimasti feriti. Altri due uomini hanno preso parte all’aggressione distruggendo i mobili e strappando le bibbie. Il religioso e le altre vittime volevano sporgere denuncia, ma sono stati respinti dagli agenti di polizia, i quali hanno intimato loro di desistere, perché la denuncia avrebbe soltanto peggiorato la situazione. Il 17 aprile, Domenica di Pasqua, l’aggressore e il pastore sono comparsi in tribunale, entrambi accusati di disturbo della quiete pubblica.