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Chiese profanate

Espulso il marocchino che ha distrutto i crocifissi ad Alessandria

L’uomo, che ha fatto a pezzi tre crocifissi, durante l’arresto ha proferito minacce contro i cristiani dicendo di voler vendicare i palestinesi uccisi a Gaza

 

È stato un giovane marocchino a profanare le due chiese di Alessandria il 28 ottobre scorso. Si chiama Enhamel El Mehdi, ha 23 anni. Ha profanato la chiesa di Santo Stefano, dove ha tolto il crocifisso dall’altare maggiore e poi lo ha danneggiato e preso a calci, e quella della Confraternita di San Giovannino, dove, raggiunto il presbiterio, è salito sull’altare, ha afferato il crocifisso e lo ha gettato per terra mandandolo in pezzi a calci e poi, dirigendosi verso l’uscita, ha staccato da una parete sul fondo della chiesa un altro crocifisso, lo ha appoggiato a un muro e di nuovo lo ha preso a calci colpendolo e rompendolo in più punti. L’individuazione del colpevole e il suo arresto sono stati possibili grazie alle telecamere del sistema di sorveglianza che lo hanno ripreso. L’uomo è stato arrestato e denunciato per reati di offesa a una confessione religiosa. Nel corso dell’identificazione in questura ha pronunciato parole di minaccia contro gli agenti di polizia e contro i cristiani e ha motivato i suoi atti dicendo di voler vendicare i palestinesi uccisi a Gaza. Il prefetto di Alessandria ne ha disposto l’espulsione per ragioni di “pericolosità sociale” a causa di presunta vicinanza al radicalismo islamico. Il ministero dell’interno ne ha dato notizia con un tweet, senza specificare da quando l’uomo fosse in Italia, come vi fosse arrivato e a quale titolo si trovasse nel nostro paese, se in quanto detentore di protezione internazionale, di protezione speciale o di altro permesso di soggiorno.