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VERSO GLI ESAMI DI STATO / 1

Esami di Stato, le poche novità riguardano la condotta

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Tra poco più di un mese, circa mezzo milione di studenti delle superiori di secondo grado affronteranno gli Esami di Stato. Si troveranno di fronte a un esame identico nell’impianto a quello dell’anno scorso. La novità del voto in condotta: due errori comuni da evitare.

Cultura 05_05_2025
LaPresse 2024

In disaccordo con quanti sostengono la necessità dell’abolizione dell’Esame di Stato sono fermamente convinto che oggi più che mai occorrano dei momenti di valutazione finali, non lasciati all’autoreferenzialità della scuola, in cui i docenti siano richiamati a una responsabilità anche nei confronti di quanto insegnano e gli studenti si confrontino con prove di valore standard e oggettivo non deciso dal proprio insegnante. Nel quadro complessivo della scuola odierna, bersagliata da mille progetti e iniziative, in cui l’insegnamento delle discipline, i programmi e la cultura sono considerati sempre meno significativi (se non a parole, nei fatti), è fondamentale che permangano degli obiettivi, delle mete, dei livelli standard a cui tutti siano indirizzati.

Tra poco più di un mese, circa mezzo milione di studenti affronterà gli Esami di Stato che concludono il ciclo della scuola secondaria di secondo grado. Si troveranno di fronte a un esame identico nell’impianto a quello dell’anno scorso: due prove scritte e una orale.

La prima prova scritta sarà per tutti gli istituti quella di Italiano, si svolgerà mercoledì 18 giugno e avrà la durata massima di sei ore. Gli studenti potranno scegliere tra sette tracce appartenenti a tre tipologie: due proposte per la A (Analisi e interpretazione di un testo letterario), tre per la B (Analisi e produzione di un testo argomentativo), due per la C (Riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità, ovvero il tradizionale tema). Giovedì 19 giugno si terrà la seconda prova scritta relativa all’indirizzo che caratterizza l’indirizzo della scuola superiore. Con un decreto il Ministero ha definito la disciplina o le discipline che saranno oggetto di questa seconda prova.

Solo in pochi casi eccezionali è ancora presente una terza prova scritta: per le sezioni ESABAC, ESABAC techno, sezioni con opzione internazionale, per le scuole della Regione autonoma Valle d’Aosta e della Provincia autonoma di Bolzano, per le scuole con lingua d’insegnamento slovena e con insegnamento bilingue sloveno/italiano del Friuli Venezia Giulia.

Anche quest’anno la prova orale partirà da un documento (testo, immagine, fotografia, opera d’arte, frase di un filosofo o di uno scienziato, ecc.) proposto dalla commissione: il candidato penserà ad un percorso per collegarsi ad argomenti di altre discipline connessi con il documento proposto. Certamente, questa terza parte dell’Esame appare quella più deficitaria e soggetta a critiche. Cercheremo di esprimerne le ragioni nelle prossime settimane. Non si poteva pensare di certo a una modifica della prova orale dell’Esame all’ultimo momento. Ma sarebbe, però, il caso di metterla in cantiere per i prossimi anni.

Entro il 15 maggio il Consiglio di Classe stenderà un documento che presenta la classe, esplicita i contenuti, i metodi, i mezzi, i tempi del percorso formativo, i criteri, gli strumenti di valutazione adottati e gli obiettivi raggiunti, riportando i programmi effettivamente svolti in tutte le discipline. La lettura attenta del Documento del 15 maggio dovrebbe permettere alla Commissione di Esame di proporre adeguati documenti per lo svolgimento del colloquio orale e di valutare in maniera corretta le capacità dello studente di esporre in una prospettiva pluridisciplinare i contenuti delle singole discipline.

Le notizie su comportamenti aggressivi e violenti degli studenti nei confronti dei coetanei o dei docenti sono ormai all’ordine del giorno. Per questa ragione il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha ritenuto opportuno che l’Esame tenesse conto anche della condotta. In particolare, nel caso in cui uno studente abbia riportato una valutazione in condotta pari a sei decimi nello scrutinio finale, dovrà nel colloquio orale trattare un elaborato critico in materia di Cittadinanza attiva e solidale assegnato dal Consiglio di Classe. La riforma del voto in condotta prevede la non ammissione alla classe successiva o agli Esami per chi abbia conseguito un voto in condotta pari a cinque decimi.

Queste disposizioni nei confronti di chi assuma atteggiamenti violenti, gravemente scorretti o comunque non idonei all’ambiente scolastico sono doverose e opportune. Non illudiamoci che siano, però, la panacea della situazione in cui versa la scuola odierna, che è solo specchio del vuoto, della mancanza di speranza e di valide proposte educative in cui versano spesso non solo i giovani, ma ancora prima il mondo adulto. Non si deve equivocare, cadendo in due errori comuni, come spesso si fa: pensare che il problema sia il mondo dei giovani, privo di valori, quando la crisi valoriale, di proposte e di fiducia è generale ed è trasmessa dal mondo degli adulti a quello dei ragazzi, fin da quando sono bambini; guardare il mondo dei giovani come un universo unico e omogeneo, quando invece è possibile vedere ambiti e realtà in cui i ragazzi crescono pieni di entusiasmo e di convinzione nell’adesione a proposte e iniziative che vengono loro avanzate. Anche su queste considerazioni ci sarà modo di ritornare.

Ritorniamo ora all’Esame di Stato dell’anno scolastico 2024-2025. Per chi sarà ammesso agli esami il credito maturato nel triennio potrà raggiungere un punteggio massimo di quaranta punti. Gli altri sessanta punti a disposizione all’Esame sono così distribuiti: fino a 20 per la prima prova, 20 punti per la seconda, 20 punti per l’orale. Anche nell’ambito dei crediti da quest’anno è stata introdotta una novità, perché il punteggio più alto nell’ambito della fascia di attribuzione del credito spettante in base alla media dei voti può essere attribuito solo se il voto in condotta è pari o superiore a nove decimi.

Il voto finale dell’Esame deriva dalla somma del credito scolastico conseguito al triennio e dei voti delle tre prove d’Esame. La Commissione, composta da un presidente esterno all’istituzione scolastica, tre commissari interni e tre esterni, avrà, però, la facoltà di attribuire fino a cinque punti di bonus per chi avrà sostenuto l’esame in modo brillante rispettando alcuni parametri stabiliti dalla Commissione. Il punteggio massimo è 100 (con la lode) e il minimo è 60.