Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
VIGILIA DELLE EUROPEE 2024

Elezioni europee e partiti in movimento. La destra si prepara a vincere

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Pur se esclusi dai dibattiti ufficiali ed emarginati in vari modi, i partiti conservatori e identitari europei si preparano a crescere nelle prossime Europee, nonostante gaffe terribili come quella del leader di AfD.

Esteri 23_05_2024
La C-Pac ungherese, una delle occasioni di incontro dei conservatori (La Presse)

A poche settimane dalle elezioni europee del prossimo giugno, tutto appare in movimento, molte decisioni e scelte potrebbero portare ad un miglioramento della situazione e una maggiore libertà. Oggi 23 maggio pomeriggio si terrà l’ultimo dei dibattiti trasmessi in eurovisione tra i candidati alla guida della commissione europea, ovvero i candidati indicati da un partito politico europeo come prima scelta nel caso di vittoria alle elezioni europee. Una modalità di condivisione elettorale del proprio miglior candidato che è stata notoriamente disattesa, non a caso l'attuale presidente Ursula von der Leyen venne paracadutata nel 2019, nonostante non si fosse ufficialmente candidata, al posto del candidato del PPE Manfred Weber. 

Perciò, aggrappandosi a questa regola non scritta, gli organizzatori della trasmissione, l’Unione Europea di Radiodiffusione (EBU) hanno invitato tutti i candidati dei partiti della attuale coalizione ‘Ursula’, Popolari Europei, Socialisti, Sinistre, Verdi e Liberali (Renew). Stranamente, non hanno invitato i partiti che non hanno indicato il proprio miglior candidato, cioè i rappresentanti del partito conservatore ECR, dove militano Fratelli d’Italia, lo spagnolo Vox e il PiS polacco, quelli del gruppo politico Identità e Democrazia, dove militano il Rassemblement National francese di Marine Le Pen, la Lega di Salvini e dell'Alternative für Deutschland tedesca,nonostante i partiti nazionali di questi raggruppamenti politici siano quelli che, secondo le previsioni, cresceranno maggiormente nei consensi alle prossime elezioni. 

Non è questa l’unica stravaganza nel mare magnum sempre più agitato che ci avvicina alle elezioni europee, dopo che proprio questa ultima legislatura ha visto crescere enormemente i componenti del gruppo dei “non iscritti” alle famiglie politiche europee, tra cui il Movimento 5 Stelle italiano e l’ungherese Fidesz. In vista della nuova coalizione politica che guiderà il governo delle istituzioni europee, quantomeno il Parlamento, i sondaggi vedono possibile un governo del centrodestra all’italiana, con Popolari europei, Conservatori e una larga fetta di partiti che compongono Identità e Democrazia, oltre alla Lega potrebbe esserci posto anche per il Rassemblement National che ieri ha rotto ogni rapporto con l’AfD tedesca, dopo gli scandali e le continue affermazioni pro-naziste del suo capolista principale Maximilian Krah, dimessosi su richiesta del partito nella giornata di ieri. 

Vedremo se le dimissioni di Krah sapranno riportare il sereno all’interno di Identità e Democrazia, certamente sarà interessante capire se nelle prossime settimane l’AfD, che continua a godere di grandissimo seguito e si posiziona al secondo posto, dopo il la CDU-CSU  e prima dei Socialisti nei sondaggi per le europee, saprà nettamente prendere le distanze dai romantici del nazismo o continuerà ad ammiccare con loro. 

In ogni caso la decisione di Marine Le Pen di rompere con AfD, in testa con il 30% la sua lista europea nei sondaggi elettorali con circa il doppio dei consensi sui liberali di Macron e i Socialisti del nuovo leader Raphaël Glucksmann, scaturisce anche dalla partecipazione della Le Pen e colloqui intercorsi alla convention di Vox del 19 maggio, dove erano presenti, oltre al padrone di casa Santiago Abascal, anche Viktor Orban e Giorgia Meloni. I timori di un necessario e più che giusto sdoganamento politico delle destre anche a livello europeo, già ampiamente in atto grazie ai governi di coalizione di centro destra in carica a Roma, Stoccolma, Helsinki, Amsterdam, fà tremare i polsi ai liberali di Macron. 

Proprio per questo la Presidente francese Valérie Hayer del partito europeo di Renew ha deciso, nei giorni scorsi, di minacciare l’espulsione dal partito, sia i liberali svedesi per la loro collaborazione nel governo di centro destra sostenuto anche dalle destre dei Democratici Svedesi, sia quelli olandesi del VVD dell’ex Primo Ministro Mark Rutte, per la partecipazione alla compagine e coalizione del nuovo governo anche con le destre di Geert Wilders in Olanda. La nuova coalizione di governo del centrodestra europeo potrebbe contare però anche sui deputati ungheresi di Fidesz, ora nel gruppo misto, quelli dei socialisti slovacchi di Fico e, molto probabilmente, anche quelli dell’ex premier Ceco Andrej Babiš, leader del partito ANO, stimato al 27% dei consensi e in rottura con i liberali di Renew. In tutto ciò, il PPE sta osservando interessato a quanto sta accadendo, non solo in diversi governi  nazionali a guida popolare i conservatori sono presenti o sostengono l’esecutivo dall’esterno, ma stanno aumentando anche i governi in cui le destre nazionaliste sono parte integrante dell’esecutivo. 

L'ultimo in Croazia nei giorni scorsi, dove il Partito popolare, HDZ (Unione democratica croata) di Plenković, ha stretto un accordo di governo di legislatura con il partito nazionalista pro life e pro famiglia Movimento per la Patria. Ovviamente nel PPE ci sono diverse anime e sensibilità, talune sono totalmente in contrasto con i valori non negoziabili dello stesso ‘programma politico’ del partito, ma presto si dovranno mollare gli ormeggi del passato e navigare nel nuovo mondo che si aprirà dopo il voto del prossimo giugno.