Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
IL CAIRO

Egitto nel caos e i cristiani sono nel mirino

Siti e pagine Facebook legati ai Fratelli musulmani lanciano accuse di cospirazione contro ebrei e cristiani, che sarebbero i veri responsabili della destituzione di Morsi. E gli attacchi non si fanno attendere: ieri ucciso anche un sacerdote copto.

Esteri 07_07_2013
Chiesa data alle fiamme dai Fratelli Musulmani

“Complimenti Egitto! Sei finito nelle mani di giudei e cristiani!”. E subito un sacerdote copto viene assassinato nel Sinai.

La frase su giudei e cristiani è comparsa come commento sulla pagina Facebook del giornalista di Al Jazeera Ahmed Mansour, a commento della nomina di Adli Mansour a presidente ad interim dell’Egitto. I Fratelli Musulmani hanno subito ripreso questa frase per “smascherare” il nuovo presidente ad interim, subito dopo la deposizione del loro (ormai ex) presidente Mohammed Morsi. Poi, come spesso accade nei Paesi arabi, i Fratelli Musulmani hanno cancellato questa teoria della cospirazione dal loro sito web. E il giornalista di Al Jazeera, che per caso porta lo stesso cognome del presidente, ha negato di aver mai scritto una cosa del genere. Si sarebbe trattato di una pagina Facebook finta, creata ad arte per attribuirgli questo commento. Probabilmente opera degli stessi Fratelli Musulmani, che avevano bisogno di una fonte autorevole per giustificare le loro teorie cospirative.

Fatto sta, che Hamas (che, altro non è che la branca dei Fratelli Musulmani in Palestina) ha ripreso in tempo reale questa teoria della cospirazione, ci ha ricamato sopra e l’ha divulgata sul suo quotidiano Falesteen. Secondo l’editorialista Fayez Abu Shamala, infatti, tutto il moto egiziano che ha portato alla defenestrazione di Morsi è prodotto di una cospirazione giudaico-cristiana: “Ciò che sta accadendo in terra d’Egitto è una cospirazione intercontinentale e i suoi risultati vanno ben oltre i confini dell’Egitto. Non è solo un affare egiziano, ma arabo e islamico e riguarda tutta la regione”.

E’ interessante vedere qualche dettaglio su come si articola la teoria del complotto dei Fratelli Musulmani per capire qualcosa sulla violenza che si prepara in Egitto contro i cristiani. Il sito web della Fratellanza, Ikhwan Online, definiva Adli Mansour un “cristiano” e precisamente un “cristiano avventista del settimo giorno”. Del capo della Corte Suprema e attuale presidente ad interim si sa pochissimo, lui stesso non rivela pressoché nulla di se stesso. Dunque è facile ricamarci sopra. Il sito Internet della Fratellanza tracciava una sua biografia, in cui leggiamo che l’attuale presidente fu molto vicino al papa copto, a cui chiese di essere battezzato, ma fu rifiutato. Cristiano senza battesimo? La setta degli “avventisti del settimo giorno” viene definita come una “chiesa rinnegata” e (ecco l’accusa più grave) “emanazione dell’ebraismo”.

Quindi spiegato il trucco: Mansour è ebreo ed è arrivato al potere per mano di una cospirazione giudaica. Questo secondo il commento a caldo dei Fratelli Musulmani. Nella vox populi, l’accusa si trasforma in un qualcosa di più semplice: “Mansour è cristiano” e questo è quanto basta per avvertire il pericolo. Su YouTube, sotto i video della rivoluzione, è facile trovare commenti del tipo: “Adli Mansour è un cristiano, mandato al potere da una giunta di criminali che ha usurpato il presidente legittimamente eletto”.

Benché i Fratelli Musulmani abbiano lanciato il sasso e ritratto subito la mano, il sasso è ancora in volo e rischia di provocare una frana. La teoria cospirativa che hanno risvegliato, è tipica della cultura contemporanea egiziana: dagli anni ’50 ad oggi sono rimasti pochissimi ebrei in Egitto, Israele è e resta l’unico vero nemico esterno nell’immaginario collettivo, dunque i cristiani (considerati emanazione dell’ebraismo e loro alleati) diventano il nemico interno da combattere. I copti non sono necessariamente filo-israeliani. Anzi. Ha fatto scandalo, appena due mesi fa, l’editoriale scritto dal copto Emile Amin, in cui ritiene che “Gli ebrei sono i principali nemici dei cristiani”. Ma quell’articolo era stato scritto in risposta a un vero linciaggio-stampa contro i copti: una serie di reportage sulla presunta fuga dei cristiani egiziani in Israele, dove avrebbero trovato terreno fertile per le loro “losche trame”. Il papa copto Tawadros II si è esposto molto nel sostenere la rivoluzione contro Morsi. Ha scritto tweet a sostegno del movimento ribelle Tamarod, è comparso in televisione al fianco del generale Al Sisi, approvando la road map proposta dai militari. Vittime della violenza settaria che li perseguita tutti i giorni, i cristiani d’Egitto confidano almeno nel governo di transizione. I Fratelli Musulmani non lo dimenticano: per loro è la “prova” della cospirazione cristiana.

Dopo Morsi, la violenza dei Fratelli Musulmani, delusi dalla perdita del potere, può scatenarsi ancor di più sui cristiani. Un sacerdote copto, Mina Aboud Sharween, è stato aggredito e assassinato ieri pomeriggio a El Arish, non lontano dal confine con Gaza. Al fianco della violenza politica, nei giorni scorsi si è assistito anche a una nuova ondata di violenza settaria, con case, auto e negozi copti dati alle fiamme, cristiani aggrediti e feriti. Mina Aboud Sharween è il primo morto cristiano nel dopo-Morsi. Potrebbe non essere l’ultimo.