È sceso dalla cattedra, non dalla croce
Mons. Gänswein racconta le ultime ore del Papa emerito. Affrontando fino alla fine un Calvario inaspettatamente prolungatosi, Joseph Ratzinger ha sofferto anche per noi.
Le ultime ore di Benedetto XVI, testimoniate a Radio Vaticana da un commosso mons. Georg Gänswein, non lasciano dubbi: quali che siano le considerazioni che si possano fare sulla sua rinuncia del 2013, il pontefice non scese dalla croce – come gli fu obiettato anche da autorevoli ecclesiastici – ma "solo" dalla cattedra. Proseguì in altro modo quella via crucis che aveva iniziato nel tempo pasquale dell'anno 2005, accettando l'elezione al soglio di Pietro.
Una via crucis giunta fino all'ultima stazione, dopo essersi prolungata inaspettatamente («Io pensavo un annetto al massimo, e me ne ha dati 10!», aveva confidato al segretario) e senza risparmiagli nulla, neanche l'agonia finale su un fisico già debilitato dai decenni vissuti (quasi un secolo!). «Verso le 8 [del 31 dicembre] iniziava a respirare in maniera sempre più affannata», racconta mons. Gänswein, «Benedetto XVI respirava sempre più affannato, sempre più si vedeva che non riusciva a respirare bene. Allora ho guardato uno dei dottori e ho chiesto: “Ma, è entrato in agonia?”. Mi ha detto: “Sì, è iniziata ma non sappiamo quando tempo dura”».
Nella notte aveva pronunciato le ultime parole raccolte dall'infermiere: «Signore, ti amo» e la lotta finale è stata scandita dalla preghiera: «Di solito, pregavamo le lodi davanti al suo letto: anche quella mattina ho detto al Santo Padre: “Facciamo come ieri: io prego ad alta voce e lei si unisce spiritualmente”». Fino all'ultimo respiro delle 9:34, fino all'eternità.
Stringeva il cuore vedere le immagini di quella candela che si andava spegnendo lentamente negli ultimi anni (come ebbe a dire lo stesso Gänswein), così come ripensare alle sue ultime ore, a papa Benedetto affannato, immobile, incapace di respirare, che percorre fino all'ultimo il Calvario. Così come stringe il cuore pensare alle sofferenze più nascoste di cui si è fatto carico silenziosamente negli anni, facendo suo e offrendo a Dio anche il disorientamento di molti cattolici al vedersi richiudere porte che lui stesso aveva aperto come l'accesso all'antica liturgia (e anche allora accollandosi non poche fatiche e sofferenze, se non veri e propri insulti). Benedetto XVI ha sofferto anche per noi, che abbiamo voluto bene in modo speciale a questo pontefice troppo spesso frainteso e vilipeso.