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PEDOFILIA TI SDOGANO

E ora la tv danese mostra adulti nudi ai bambini

Ultra Strips Down ha mostrato a piccoli dai 9 anni in su diversi adulti senza abiti. Criticato, il produttore si è difeso spiegando che lo scopo è sfatare il mito del corpo perfetto. Eppure le patologie legate al fisico e alla sessualità crescono da quando la fisicità è ridotta a materia biologica. Occorre insegnare la finalità della realtà corporea senza cui non si possono porre limiti nemmeno alla pedofilia.

Editoriali 25_09_2020

Riduci l’uomo a materiale biologico e il gioco è fatto: la sessualità non solo può essere presentata al pubblico senza pudore, ma anche sbattuta in faccia ai bambini. Riduci il sesso a mera attività priva di scopo e senso e non solo ti ritrovi dopo qualche anno ad approvare le unioni dello stesso sesso con figli ma ad avvicinare i bambini alla sessualità adulta, prestando il fianco a quanti spingono affinché la soglia di intolleranza alla pedofilia si abbassi fino a scomparire.

Paranoie bigotte? Forse non proprio se dopo il film “Cuties”, che ha fatto perdere milioni di dollari in borsa a Netflix mostrando bimbe non ancora sviluppate in abiti provocanti e in atteggiamenti oltre che sessualizzati anche volgari, un altro programma tv ha avuto il coraggio di coinvolgere bambini in qualcosa in cui nemmeno gli adulti dovrebbero essere implicati.

Si tratta dello show danese Ultra Strips Down che va in onda sul canale per bambini DR Ultra e che ha mostrato a piccoli dai 9 anni ai 13 diversi uomini e donne adulti completamente nudi a cui porre domande. Come normale diversi danesi hanno denunciato il programma le cui immagini sono diventare virali. Il produttore Morten Skov Hansen si è però difeso dalle accuse di sessualizzazione e di lesione dei bambini, spiegando che quanto avvenuto “non ha nulla a che fare con il sesso, ma è legato al modo con cui i bambini guardano al corpo, in modo naturale”. L’idea sarebbe quella di mostrare loro come sia davvero il corpo: non perfetto come i social lo presentano loro. Eppure non serve che la gente giri svestita per vedere se qualcuno ha la pancia grossa, se è magro, grasso, alto o basso. Viene quindi il sospetto che ci sia la volontà di mostrare le parti intime solitamente ben nascoste dagli abiti. In modo neutrale, ovviamente.

Così, grazie alle scuse “educative” dei produttori, progressisti e media come il New York Times hanno dato spazio alla difesa del programma, sebbene non ci sia spiegazione che giustifichi quanto avvenuto: ancora una volta si abbatte un altro confine, quello per cui nessuno sconosciuto dovrebbe mostrarsi nudo davanti ad un bambino e che serve ad ogni piccolo per comprendere che se mai accadesse c’è qualcosa che non va nell’adulto che si spoglia.

Non solo, far sentire una persona a proprio agio con il suo corpo non ha nulla a che fare con l’idea che, grasso o magro che sei, vai bene comunque. Bisognerebbe, infatti, farsi qualche domanda pensando che i grandi problemi di accettazione del proprio corpo, di anoressia, bulimia etc. nascono in un secolo in cui questo non è mai stato così svestito. E occorrerebbe chiedersi perché quando il sesso non era sdoganato in ogni forma non esistevano tutti i problemi legati alla sessualità che dilagano oggi (provate a chiedere agli psicologi quanto siano diffuse le patologie sessuali da quando la pornografia è online).

Il problema della non accettazione del corpo e della sessualità va di pari passo con lo svelamento del corpo e della sessualità, non più protetti perché non più considerati un bene prezioso dal fine altissimo: quello di collaborare con Dio usandoli per lavorare, amare, spendersi, e, nella sfera intima, addirittura per aiutare Dio a generare vita.

Insomma, da quando il corpo non hanno più uno fine che trascende la carne e la materia, un scopo alto da proteggere entro limiti ben delineati, il significato del corpo è diventato il corpo stesso e quindi la sua perfezione e la sua manipolazione ai propri gusti e piaceri. Per cui si è disposti a martoriarlo (anche con operazioni chirurgiche) o ad usarlo in ogni modo (con persone dello stesso sesso, con animali e quindi perché non con bambini?).

Ancora, se il nostro rapporto con il corpo è malato è proprio perché lo abbiamo ridotto alla sua mera funzione biologica e ripresentarlo così ai bambini, come qualcosa di neutrale (quale non è) e meramente materiale, non aiuterà di sicuro a superare il disagio (sarebbe come cercare di normalizzare il nichilismo per guarire i problemi con la droga di chi non ha un motivo per vivere).

Infatti, quanto sta avvenendo con questi programmi o film come "Cuties" è la conseguenza della “liberazione sessuale” che ha separato la sessualità dal suo fine, ma che buttando via le sponde protettive del pudore che si prova per ogni cosa sacra e della procreazione legata all’unione sessuale arriva a mercificare l’uomo. Se il corpo è biologia, se non è legato ad un significato alto, se non è unito all’anima e alla psiche della persona, perché non permettere il sesso fra adulti e bambini? Che male farebbe al cuore e alla mente di un piccolo se si tratta di qualcosa di neutro? E’ così che, piano piano, a suon di materialismo, di immagini “educative”, di sesso “sdoganato” per liberare i bambini dalla paura del proprio corpo imperfetto e della sessualità che la rana del pubblico assuefatto bolle alla perfezione: tolta di mezzo la cultura cristiana che ha dato luce alle verità inscritte nella natura umana ed etichettato come bigotto chi pone dei limiti alla materia per proteggerne il significato, la violenza dilaga incontrastata.