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Islam

È morto il Gran Mufti Sheikh Abdulaziz al-Sheikh

È stato una delle autorità religiose più autorevoli dell’islam sunnita e i cristiani lo ricordano per aver detto che nella penisola arabica andavano demolite tutte le chiese

Il 23 settembre è morto all’età di 84 anni il Gran Muftì dell’Arabia Saudita, Sheikh Abdulaziz al-Sheikh, una delle autorità religiose più autorevoli dell’islam sunnita. Era un seguace del wahabismo, la corrente integralista islamica. Nel 1999 era stato nominato al vertice del Consiglio degli anziani studiosi, l’ente governativo saudita degli editti religiosi e per 15 anni emanò fatwa ispirate a una interpretazione della legge coranica molto simile a quella dei jihadisti. Come ricorda Leone Grotti in un articolo pubblicato sulla rivista “Tempi”, è stato tra i maggiori critici del discorso di Ratisbona di papa Benedetto XVI con il quale il pontefice invitò il mondo musulmano a ragionare sul rapporto tra fede e ragione e tra politica e religione. Nel 2012 aveva dichiarato che tutte le chiese nella penisola arabica dovevano essere distrutte in nome del fatto che il profeta Maometto aveva detto, almeno secondo un hadith (uno dei racconti di quello che Maometto ha fatto e detto nel corso della sua vita) tramandato nei secoli, che nella penisola doveva esserci soltanto una religione. Formulò la sentenza in risposta alla domanda postagli da una organizzazione governativa del Kuwait che aveva chiesto l’adozione di una legge che proibisse la costruzione di nuove chiese. La proposta di legge, presentata da un parlamentare, era stata respinta e per questo l’ong si era rivolta al Gran Muftì il quale aveva appunto dichiarato che poichè il Kuwait fa parte della penisola arabica non soltanto era doveroso impedire che vi fossero costruite nuove chiese, ma anche quelle esitenti dovevano essere abbattute.