Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
LIBERTÀ RELIGIOSA

E anche la Spagna vieta la preghiera contro l'aborto

Il Senato ha approvato mercoledì, pochi giorni prima dell’inizio della Settimana Santa, la proposta di legge socialista che considera "bullismo" la preghiera davanti alle cliniche abortiste e lo punisce con il carcere fino a un anno. Un altro colpo alla libertà religiosa.

Libertà religiosa 11_04_2022 Español

La libertà religiosa in Spagna continua a retrocedere. Il Senato ha approvato mercoledì, pochi giorni prima dell’inizio della Settimana Santa, la proposta di legge del PSOE che impedisce il presunto “bullismo” verso le donne che si recano in una clinica abortista. Questa legge proibisce così che i “soccorritori” possano informare le donne su quello che rappresenta l’aborto. Inoltre, impedisce a molti cittadini di poter pregare pacificamente nei pressi di questi centri. Chi oserà farlo, potrà essere condannato con il carcere da tre mesi a un anno.

Inoltre, non sarà necessaria una denuncia di una persona offesa mentre si potrà proibire l’accesso a determinati luoghi per un periodo di tempo. La riforma del Codice penale non menziona espressamente che pregare davanti a un centro abortista sia una forma di minaccia. Ma senza dubbio, le leggi si inquadrano in un contesto e perseguono un fine.
Ad esempio: la deputata di Unidad Podemos Martina Velarde ha affermato al Congresso dei deputati che «la preghiera non è libertà di espressione se il fine che persegue è quello di segnalare e costringere”. Si riferiva ovviamente ai gruppi che pregano pacificamente nei pressi dei centri abortisti.

Da quando l’aborto è legale in Spagna, sono tanti i credenti – di varie confessioni – che si avvicinano nei pressi dei centri abortisti per pregare pacificamente, a piccoli gruppi. Durante questi momenti, molte persone sono state insultate e minacciate per il solo fatto di pregare a pochi metri da queste “cliniche”. Negli ultimi mesi hanno ricevuto insulti da diversi mezzi di comunicazione che hanno appoggiato espressamente questa legge.

Proibire di pregare in una pubblica via è assolutamente inaccettabile in uno stato di diritto e in una società democratica e libera. Uno di questi gruppi ai quali, con questa legge, si proibisce di pregare è “40 giorni per la vita”, sorto in Texas nel 2004 e che in Spagna è sbarcato nel comune di Puerto de Santa Maria (Cadice) nel 2016. Le preghiere si sono intensificate proprio in vista dell’approvazione della legge, durante tutta la Quaresima davanti alle cliniche e con turni di 20 cittadini per volta, con grande rispetto, vigore e sensibilità.

Inoltre, si è ribellata contro questa legge l’Asociación Católica de Propagandistas che nel gennaio scorso ha lanciato una campagna pubblicitaria, con cartelli nelle strade e nei mezzi del trasporto pubblico di varie città, al motto di “Pregare davanti a una clinica abortista è fantastico”. A Valencia, Murcia, Valladolid, Vigo e Vitoria li hanno proibiti e questo è prova di un grave attacco alla libertà religiosa e d’espressione.
Questo messaggio di sostegno a coloro che pregano davanti ai centri di aborto è stato il primo di una campagna più ampia chiamata “Cancellati”. E i liberticidi hanno svolto molto rapidamente il loro lavoro, cancellando i cosiddetti "Cancellati".
Come Osservatorio per la libertà religiosa abbiamo mostrato fin da subito appoggio a questa campagna e questa raccolta di firme.

Un altro valido gruppo che è sorto a seguito di questa legge sono i giovani di “Pregare non è un delitto”, che pregano il Rosario davanti alle cliniche abortiste. L’ultima volta è stato lo scorso 2 aprile a Madrid e San Sebastian. In questa ultima città sono stati insultati dalle femministe mentre pregavano. Uno dei suoi portavoce, Josè Ruiz, è stato uno dei protagonisti del primo “Incontro per la libertà”, che, come Osservatorio, abbiamo realizzato lo scorso 5 aprile, vigilia dell’approvazione ella legge per mostrare le conseguenze della stessa.
Insieme a Ruiz ha parlato Fernando Simòn Yarza, professore di diritto Costituzionale dell’università di Navarra.
Quali sono le conseguenze di questa legge? Ricacciare i credenti nelle chiese. Proibire loro di pregare ovunque vogliano. Questa legge potrà arrivare a proibire in futuro le processioni della Settimana Santa?

*Presidente Observatorio Liberdad Religiosa

(Traduzione a cura di Andrea Zambrano)