Dramma insegnanti: colpire la scuola per educare tutti
Col green pass per gli insegnanti si infierisce su una categoria debole, ma appetibile perché numerosissima (oltre 1,2 milioni di dipendenti), incapace di difendersi, depauperata del proprio prestigio e facilmente ricattabile perché responsabile della formazione dei nostri giovani e dunque accusabile di tradire l’interesse pubblico. Colpire la scuola per dare una lezione a tutti e far capire che il vaccino è la sola salvezza.
Alla fine, dopo una pantomima durata diversi giorni, in cui i sindacati hanno fatto credere di voler difendere il personale scolastico, la scure di questo inquietante regime psicosanitario, già intinta nel sangue dei sanitari, si è abbattuta pesantemente sul sistema di istruzione nazionale: obbligo di greenpass per tutto il personale docente, dirigenti, assistenti amministrativi e collaboratori scolastici, ottenibile solo col vaccino o con un tampone a pagamento valido solo 48 ore, pena la sospensione dal servizio e dello stipendio dopo 5 giorni di assenza “ingiustificata”, oltre ad una possibile sanzione pecuniaria che va da 400 a 1000 euro.
Persone che hanno famiglia, che magari lavorano da decenni nella scuola, con grande impegno e già magra retribuzione, rischiano ora di trovarsi improvvisamente senza lavoro e senza mezzi di sussistenza. Ma non importa: la persona non conta più nulla, vale solo il presunto interesse collettivo (che poi in realtà è il tornaconto di pochi).
Come è evidente, si tratta di provvedimenti che infieriscono su una categoria debole, ma estremamente appetibile perché numerosissima (oltre 1,2 milioni di dipendenti), incapace di difendersi perché sottomessa da decenni a sindacati interessati prevalentemente al proprio tornaconto, depauperata del proprio prestigio e facilmente ricattabile perché responsabile della formazione dei nostri giovani e dunque accusabile di tradire l’interesse pubblico.
Può stupire la rapidità con cui, dopo mesi di complimenti per l’eroismo dei docenti e di tutto il personale nel portare avanti il proprio compito in una fase complicatissima di emergenza sanitaria, riuscendo a contenere efficacemente i contagi all’interno degli istituti, la prospettiva pare essersi improvvisamente rovesciata, lasciando spazio ad un atteggiamento di feroce intransigenza. A ben guardare, però, non è una sorpresa, perché è nella logica di tutti i regimi "colpirne uno per educarne cento", e gli insegnanti sono un bersaglio perfetto.
Questo spiega come mai, di fronte ad affermazioni deliranti come quelle del solito Burioni, secondo cui “gli insegnanti che senza motivo rifiutano il vaccino mettendo a rischio i loro studenti (che dovrebbero proteggere e formare con il buon esempio) non dovrebbero essere tamponati gratuitamente ma licenziati immediatamente”, non si è alzata nemmeno una flebile voce di dissenso. Eppure si tratta di affermazioni inquietanti e gravissime. Anzi, ritenendo persino troppo debole e indeciso l’atteggiamento del ministro Bianchi, circola voce di una sua possibile rimozione, per mettere al suo posto l’ex ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni, per il quale, sulla scuola, “il governo ha bisogno di poteri sostitutivi. Serve una figura alla Figliuolo. Contro i No vax ci vuole la linea dura".
Colpire la scuola per dare una lezione a tutti e far capire che il vaccino è la sola salvezza. Come ha lucidamente spiegato Alessandro Mangia, ordinario di diritto costituzionale nell’Università Cattolica di Milano, in una interessante intervista sulla legittimità del greenpass pubblicata sul sussidiario.net, “Forse che nei tribunali non ci si contagia? E allora perché non mettere l’obbligo vaccinale anche ai magistrati, oltre che agli avvocati? La giustizia è una funzione fondamentale dello Stato, no? Insomma, lei rischierebbe tutta questa vicenda di impugnazioni in Corte italiana, in Corte di Giustizia, e eventualmente in Corte europea dei diritti dell’uomo, con il potenziale conflitto tra Corti che ne verrebbe, solo per vaccinare il 15% del personale scolastico ancora non vaccinato? A me sembra surreale…”
Certo, è surreale, perché dietro alla copertura delle motivazioni di carattere sanitario, evidentemente fragili, stanno inconfessabili interessi politici, economici, e chissà che altro. Complottismo? Lo vedremo presto, in autunno, quando il virus tornerà a correre e sarà evidente che il greenpass è solo un danno, perché favorisce i contagi anziché contrastarli, e le scuole saranno costrette ancora una volta a sospendere le lezioni in presenza e a ricorrere alla Dad.
Nel frattempo, però, chi difende gli insegnanti e tutto il personale dell’istruzione da questo ennesimo attacco feroce e insensato?