Dove San Pietro celebrò la prima messa in Italia
La basilica di San Pietro a Grado, nell’omonimo comune, frazione di Pisa, è la testimonianza più antica della diffusione del cristianesimo in territorio italiano. Qui, presso l'antico (e scomparso) scalo fluviale dell'Arno sbarcò San Pietro, nel 44 d.C. e celebrò la prima messa. Dieci secoli dopo sorse la basilica attuale.
La basilica di San Pietro a Grado, nell’omonimo comune, è la testimonianza più antica della diffusione del cristianesimo in territorio pisano.
In epoca romana qui sfociava un braccio dell’Arno e proprio presso questo antico, e scomparso, scalo fluviale approdò San Pietro lungo il viaggio che dalla Palestina lo avrebbe portato a Roma. Correva l’anno 44. A questa data risale la celebrazione della prima Eucarestia in Italia. Una volta sbarcato, Pietro avrebbe improvvisato un altare utilizzando la porzione di colonna sormontata da una lastra di marmo che ancora oggi si conserva all’interno della chiesa. Da allora questa zona sarebbe divenuta luogo di culto e tracce di un’antichissima costruzione, risalente al IV Secolo, sono state, infatti, rinvenute nei numerosi scavi che nel corso del tempo furono condotti in loco. Una seconda chiesa sarebbe stata, successivamente, costruita tra il VI e il VII secolo, probabilmente in seguito ad un incendio che aveva gravemente danneggiato il primitivo edificio. La basilica attuale venne intrapresa nel X secolo ma subì modifiche e ampliamenti nei due secoli successivi.
L’impianto è basilicale e a tre navate con l’inconsueta presenza di due corpi absidati. Quello occidentale, forse, fu aggiunto dopo il crollo della facciata causata da un’esondazione dell’Arno. L’ingresso alla chiesa fu spostato sul lato nord.
L’imponente mole di tufo livornese, e pietra bianca e nera, è scandita, all’esterno, da lesene ed archetti pensili sopra i quali sono inseriti i cosiddetti bacini, ovvero delle ceramiche di provenienza islamica, dipinte con figure geometriche, zoomorfe e vegetali che brillano in modo particolare se colpite dai raggi del sole, fungendo da richiamo per i fedeli. A Grado se ne contano più di duecento.
Lo spazio interno, con copertura a capriate, è suddiviso da colonne provenienti da edifici romani preesistenti, sormontate da capitelli di reimpiego, decorati secondo lo stile dorico, ionico e siriaco.
Di fronte all’abside occidentale un ciborio gotico, datato al XIV secolo, segnala il luogo dove San Pietro avrebbe predicato per la prima volta. Il prezioso monumento si eleva proprio sopra i resti della zona absidale della basilica paleocristiana. In occasione del Giubileo indetto da papa Bonifacio VIII nel 1300 la potente famiglia longobarda dei Gaetani commissionò al pittore lucchese Deodato Orlandi l’esecuzione di un ciclo di affreschi che andò ad occupare le superfici della navata centrale. La vasta composizione, recentemente restaurata, si sviluppa su tre registri. Nella fascia inferiore si susseguono i ritratti dei Pontefici da San Pietro Apostolo a Giovanni XVII. Al centro le immagini raccontano la vita di Pietro, tra cui l’episodio di Pietro sulla barca in viaggio verso l’Italia. Alle storie del Principe degli Apostoli si affiancano alcune scene della vita di San Paolo, Costantino e San Silvestro. Le mura della Città Celeste, dalle cui finestre si affacciano angeli e santi, occupano il registro superiore.
La basilica è stata dichiarata dall’Unesco “monumento messaggero di Pace”