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CAOS RIAPERTURE

Disastro scuola, protesta corale contro la Azzolina

Governatori, presidi e insegnanti, tutti stanno protestando per il caotico piano di riapertura delle scuole. Per le quali non è ancora stata decisa una data. Un insieme di regole contraddittorie e imprecise, frutto della mente del ministro Lucia Azzolina

Educazione 26_06_2020
Commissione d'esame e misure anti-Covid

Se si vuole avere un’idea del caos generato dal governo con il folle piano del ministro all’Istruzione Azzolina sulla riapertura delle scuole, basta leggere il comunicato emesso oggi alle 13.42 dal presidente dell’Emilia Romagna e delle Regioni Bonaccini. Si badi bene Bonaccini è del PD, dunque di un partito che fa parte del governo nazionale, eppure scrive:”Bisogna arrivare ad un accordo governo-regioni, il governo stanzi subito 2 miliardi per le regioni a statuto ordinario, ne abbiamo bisogno....Sennò interrompiamo le relazioni istituzionali. Quanto alla scuola, le linee guida presentate dal governo non sono per noi ricevibili. Abbiamo fatto controposte (che non sono state neanche esaminate N.d.r.). Abbiamo bisogno di certezze per poter riaprire le scuole in sicurezza e, se non tutte, almeno la maggior parte in presenza.” Un giudizio netto, a quanto pare.

Quanto ai presidi, avevano fatto udire la loro voce ieri, ed era dello stesso tono: "Il piano del ministero scarica la patata bollente sui dirigenti scolastici, senza nuove risorse né attribuzioni" - aveva dichiarato il presidente nazionale dei presidi Giannelli -e non contiene nessuna indicazione operativa”. E analoghi sono stati i commenti arrivati da tutto il mondo della scuola: sconcerto, stupore, incredulità, disappunto, protesta sono stati espressi da tutti con toni alti o molto alti. Hanno parlato i professori, i maestri, gli studenti, le famiglie, gli esperti di pedagogia di ogni indirizzo, i sindacati, i politici di destra, di sinistra e di centro. Mai vista una tale compattezza, del resto più che giustificata perchè la ministra, appellandosi all’autonomia scolastica (che ha ben altro significato e finalità) si è totalmente lavata le mani da ogni responsabilità, delegando in toto ogni decisione ai singoli istituti e sostanzialmente consegnando la riapertura e il futuro dell’insegnamento al caos più assoluto.

Volete sapere quali sono le principali linee-guida contenute nel documento Azzolina? Eccole, e tenetevi aggrappati a qualcosa di solido per non stramazzare dallo sconforto: distanziamento sociale di un metro tra i banchi, obbligo di mascherina, classi unite ma con attività diverse (e che cosa vuol dire? mistero), entrate e uscite scaglionate, gruppi di studio eterogenei per età, a scuola anche il sabato. Un insieme di norme che valgono per tutti i cittadini e di obblighi nuovi senza alcuna indicazione operativa.

Risultato, nessuno ha capito in che modo le scuole saranno riaperte, nè è in grado di dire come saranno organizzate le future classi, e soprattutto chi sarà responsabile in caso di contagi all’interno delle scuole. Dovranno decidere tutto i presidi, sapendo fra l’altro di non avere risorse aggiuntive: ma gli insegnanti per i gruppi di studio e per il sabato chi li paga? si punta sul buon cuore della categoria? Viene sì stanziato un miliardo, ma è solo per nuovi bidelli, categoria benemerita per carità, ma su cui è difficile pensar di contare per insegnare letteratura o matematica. Si fatica a capire il perchè di una simile cervellotica decisione.

Senza contare che ancora non è decisa la data certa della riapertura. Sfumato il 1º settembre causa ritardi organizzativi (???), era sembrato ci si orientasse sul 14, ma poi il governo ha fissato le elezioni regionali, contro il parere dei governatori, per il 20 e 21 settembre, per cui, o si riapre il 14 per richiudere di nuovo tre giorni dopo, o si apre definitivamente il 25. In sostanza, un altro mese vuoto per i nostri ragazzi che non vanno a scuola da marzo, mentre ad esempio i loro colleghi francesi hanno ripreso da lunedi 22 giugno.

La ministra ha poi fatto appello a un non meglio precisato ‘patto educativo di comunità’, come possibilità di usare spazi messi a disposizione dalle comunità locali. Ma è del tutto assente il progetto di una organizzazione complessiva della didattica che si apra a competenze, risorse e attività esterne organizzate in modo non estemporaneo, e in grado quindi di arricchire la proposta formativa dei giovani.

Infine nessun accenno nè per i nidi nè per i servizi educativi per la primissima infanzia, nè tantomeno per le scuole paritarie di ogni ordine e grado, tutte materie di competenza del ministero di cui Azzolina è (indegnamente) titolare.
Che disastro! In altri tempi un simile ministro sarebbe stato dimissionato dalla sua stessa maggioranza. Oggi no, Azzolina è una 5Stelle, per ciò stesso è intoccabile.