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Dottrina sociale
a cura di Stefano Fontana

DRAMMA POPOLAZIONE

Demografia e Grande Sostituzione in Francia (e in Europa)

Dottrina sociale 29_06_2021

Mentre le società occidentali fanno di tutto per impedire nuove nascite, fanno dell’omosessualismo una ideologia di Stato, hanno fatto pesare la pandemia soprattutto sulla famiglia e ora, nella ripresa, alla famiglia non dedicano uno spicciolo, le popolazioni immigrate generano figli ad un ritmo doppio degli europei e si preparano al sorpasso. Alla demografia è dedicato l’ultimo numero della rivista cattolica francese “Liberté Politique” che dedica il proprio Dossier a “Démografie: une catasthrope annoncée” (vedi QUI).

Nel suo Preambolo al numero, François Billot de Lochner presenta una passeggiata-tipo nella zona nord di Parigi: “Nelle strade una popolazione in maggioranza africana o medio-orientale; mercati animati e frequentati; strade percorse soprattutto da questa popolazione; una popolazione bianca originaria poco visibile. Il Dipartimento 93, il famossissimo nove-tre: grandi città dove gira solo popolazione immigrata. Un dipartimento diventato, per la Francia intera, il dipartimento per eccellenza della sostituzione demografica. È sufficiente spingersi verso Versailles per capire che la popolazione immigrata prende, di anno in anno, una considerevole importanza, con la benedizione di una prefettura risolutamente immigrazionista, di un comune  macron-compatibile e quindi immigrazionista, di un deputato L.R.E.M., che avverte ad ogni piè sospinto che l’immigrazione è una opportunità per la Francia”.

Quali sono le cifre della demografia francese? “Se la popolazione francese – continua de Lochner - si aggira oggi attorno ai 67 milioni di abitanti, la popolazione di origine immigrata sia arrivata da poco, sia di prima che di seconda generazione si avvicina ai 20 milioni di persone. Sappiamo anche che il tasso di natalità tra i francesi  è di 1,5, mentre è circa il doppio tra la popolazione immigrata. A questo si aggiunge l’ingresso annuale di oltre 400 mila immigrati, clandestini o meno, mentre 100 mila francesi lasciano la Francia. Dall’altro lato della catena, la mortalità riguarda per circa due terzi i francesi. Il recupero dell’insieme di questi dati produce il seguenti risultato: tra una trentina d’anni, la popolazione immigrata sia recente che di prima o seconda generazione, sarà la maggioranza nei nostri Paesi. Quanto si è abituati a indicare con l’espressione “grande sostituzione” avrà allora luogo”.

“Ma come siamo arrivati qua? – si chiede de Lochner - Come è successo che la Francia che, con i suoi 20 milioni di abitanti agli inizi del XVIII secolo è stato a lungo il Paese più popolato dei suoi vicini, abbia subito un crollo demografico di così grande entità, compensato per mezzo secolo da una immigrazione massiva che può, a breve, far sparire il nostro Paese? Le ragioni sono politiche (dalla fine del XVIII secolo la famiglia non ha cessato di subire attacchi che hanno condotto all’attuale distruzione della cellula familiare), economiche (la cellula familiare costa cara, le famiglie hanno limitato da sole il numero dei figli), sociali (la crescita straordinaria del lavoro femminile ha perturbato la demografia), morali e culturali (il piacere individuale non favorisce l’impegno richiesto dall’educazione di famiglie numerose)”.

La diagnosi si impone da sé: “Da tutto questo risulta che la popolazione originaria si riduce di anno in anno, rimpiazzata da una popolazione di immigrazione che non condivide i valori bimillenari della Francia. Il pericolo è considerevole: senza un raddrizzamento demografico volontaristico e una drastica limitazione dell’immigrazione, la Francia piò sparire a breve scadenza”.