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INDOTTRINAMENTO

Darwin Day, l’evoluzionismo spacciato per verità

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In Italia i Darwin Day vengono celebrati dal 2003 “grazie” soprattutto all'Uaar, vendendo la teoria dell’evoluzione come verità certa, mentre così non è. Come mostra Dominique Tassot presentando in un libro gli argomenti di scienziati che hanno confutato il darwinismo.

Cultura 16_02_2024

Il 12 febbraio è per gran parte delle scuole italiane una data importante: si celebra infatti il Darwin Day (data di nascita del “padre dell’evoluzionismo”), per rammentare a tutti il dogma che riguarda la teoria dell'evoluzione: tutti sono chiamati a crederci, senza se e senza ma... una vera e propria religione di Stato.

Certo, c’è religione e Religione. Così, nessuno o quasi, si preoccupa che una simile credenza possa essere sbagliata o rappresentare una forma di violenza sulle menti, mentre qualche testata giornalistica, in questi ultimi giorni, ha voluto far credere vi sia nel Paese grande apprensione per il rischio che dietro l’insegnamento della religione cattolica (Irc) si celi un losco tentativo di indottrinamento: «Quando un genitore deve iscrivere il figlio a scuola e tocca barrare la casellina nel modulo, ha spesso un momento di esitazione: sarà un’ora d’indottrinamento o un momento di confronto?» (la Repubblica, 9 gennaio 2024).

È noto, come già spiegato in precedenti occasioni, che di religioso in senso stretto nell’Irc è rimasto ben poco, e di dottrina non se ne parla proprio; ormai non si riesce più a farlo nemmeno nel tradizionale catechismo in parrocchia, figuriamoci a scuola! Sorge il sospetto che certe testate giornalistiche e associazioni (come ad esempio l’Uaar, Unione atei agnostici razionalisti), abbiano montato le polemiche ad arte, per aizzare l’opinione pubblica contro quelli che loro reputano avversari storici e, nello stesso tempo, distrarla dalle vere azioni di indottrinamento che si consumano quotidianamente nel Paese e, in particolare, nella scuola italiana.

Il Darwin Day rappresenta proprio un esempio eclatante di queste azioni di indottrinamento. Si tratta di un’iniziativa, nata inizialmente in Inghilterra e negli Stati Uniti immediatamente dopo la morte di Darwin stesso nel 1882 e che continua oggi in tutto il mondo. I Darwin Day vengono spacciati come occasione per «difendere l'impresa scientifica attraverso i valori del razionalismo e della laicità» e vengono organizzati di norma nel mese di febbraio, ma possono protrarsi fin oltre il mese di aprile. In Italia i Darwin Day vengono celebrati dal 2003  “grazie” soprattutto, guarda caso, all'Uaar. Le iniziative sono promosse prevalentemente a livello locale da istituzioni, scuole e università e non hanno un comune indirizzo, ma ogni realtà realizza un proprio programma di conferenzeincontrivisite guidate e laboratori.

Nelle scuole, la teoria darwiniana dell’evoluzione viene venduta come verità certa e inconfutabile, tanto che nei libri di testo di scienze di ogni ordine e grado, da decenni, è possibile trovare la classica immagine dello scimmione che nei secoli si trasforma in umanoide e poi in umano a tutti gli effetti. Non ci sarebbe nemmeno bisogno di fare lezione oppure di offrire agli alunni elaborate spiegazioni: basta l’immagine, che si imprime indelebilmente nella memoria, per comunicare la certezza “scientifica” che così sono andate le cose...

In realtà, fin dalla sua comparsa nel panorama intellettuale, la teoria dell’evoluzione ha sollevato molti interrogativi, e continua a farlo. Non c’è affatto unanimità nel mondo scientifico, ma ci si guarda bene dal dare spazio e visibilità al dibattito e alle ragioni di chi confuta il darwinismo. La ragione di tanta resistenza sta nel fatto che, trasformando la visione che l’uomo ha di sé stesso, e in particolare delle sue origini, l’evoluzione ha avuto ripercussioni su ogni aspetto delle nostre società, offrendo un valido supporto scientifico alle grandi scelte delle ideologie politiche del XX secolo, ed è servita da giustificazione tanto al liberismo economico che al collettivismo, entrambi attivi ancora oggi, con i loro eccessi e la conseguente disumanizzazione delle società.

A conferma che si tratta di una colossale operazione di colonizzazione delle menti, è da poco uscito, sul tema dell’evoluzione, un libro che si intitola L’evoluzione in cento domande e risposte. L’autore, Dominique Tassot, laureato all’École des Mines di Parigi, titolare di un dottorato in filosofia alla Sorbona con una tesi sulla dialettica tra scienza e Rivelazione, da Galileo a padre Lagrange, si interessa del complesso rapporto tra scienza e fede. È direttore del C.E.P. Centre d’Études et de Prospective sur la science e della rivista Le Cep. Autore di diversi libri pubblicati in Francia sul tema dell’evoluzionismo, è intervenuto al convegno A scientific critique of evolution che si è tenuto nel novembre 2008 alla Sapienza ed è co-autore dell’opera collettiva Evoluzionismo: il tramonto di una ipotesi, a cura di Roberto de Mattei.

Il libro nasce – come spiega Roberto Bonato, traduttore italiano dell’opera, nella bella intervista pubblicata sul blog di Aldo Maria Valli – perché «un giorno Tassot si imbatte in un libro dal titolo strano: L’evoluzione regressiva, un testo che osa mettere in discussione il totem intoccabile della scienza moderna: la teoria dell’evoluzione. Scopre così che un certo numero di scienziati ha, da sempre, avanzato ottimi argomenti che smentiscono le affermazioni principali della teoria dell’evoluzione. Tassot non ha fatto [altro] che andare in fondo al ragionamento: se le basi di questa famosa teoria sono così traballanti, cos’è che la tiene in piedi? La risposta è semplice, ma tremenda: l’odio per la Verità, l’odio per il dogma che ci rivela dalle pagine della Bibbia che siamo figli di un’Intelligenza Infinita, dell’Amore Infinito, e non del movimento casuale della materia che si sarebbe auto-organizzata o, ancora più assurdo, auto-creata». Vale la pena leggere l’intervista per intero, perché offre davvero numerosi spunti di riflessione e spiegazioni illuminanti.

Insomma, chi si straccia le vesti per il rischio, inesistente, di indottrinamento con l’ora di religione a scuola, ha ben più pesanti scheletri nell’armadio da celare. Il darwinismo spacciato come dogma, non è solo un errore epistemologico, ma un vero e proprio tradimento del metodo educativo. Sarebbe tanto più utile e costruttivo, infatti, per la crescita culturale e del senso critico (cioè di ricerca) degli studenti, presentarla nel modo più scientifico e intellettualmente onesto possibile (come raccomandava Humani generis), cioè come teoria accanto ad altre teorie, invitandoli ad approfondire personalmente e a ricercare la verità, esplicitando anche le ideologie mortifere e devastanti che ha contribuito a ispirare: comunismo, nazismo, eugenismo, cultura della morte abortista ed eutanasica. 

Al momento, però, appare un’operazione impossibile, non solo per la ferma opposizione di chi gestisce le iniziative “scientifiche” all’interno delle scuole, ampiamente asservite all’ideologia darwinista, nonché per la scarsa circolazione delle informazioni che la smentiscono, ma anche perché è stata depotenziata la domanda da parte dei destinatari delle iniziative. E, come afferma ancora Bonato, «non si può resistere a qualcosa che non si percepisce nemmeno più come un problema».

Far conoscere e diffondere, allora, un libro come quello di Dominique Tassot, può essere una prima grande operazione di servizio alla verità e di battaglia per una società più umana.



LA MORTE DELLO SCIENZIATO

Sermonti, con un gabbiano in volo demolì Darwin

19_12_2018 Andrea Bartelloni

La morte a 95 anni dello scienziato Giuseppe Sermonti. I suoi studi antievoluzionisti lo portarono ad uscire dalla scienza destinata esclusivamente a fini utilitaristici così da indagare e scoprire le leggi naturali. Uno scienziato scomodo che si è scontrato col mondo accademico e con la dura critica ai biologi impegnati a volere innovare e a volere migliorare l’uomo. Ma vedeva lontano e l’attualità gli ha dato ragione: una rivoluzione bio-tecnologica sta travolgendo tutto e tutti, la procreazione è diventata un fatto quasi da laboratorio.

SELEZIONE INNATURALE

Eugenetica, figlia dell'evoluzionismo di Darwin

05_05_2018 Marco Respinti

L'eugenetica è figlia del darwinismo? Benché il suo primo teorizzatore, Francis Galton, abbia coniato il termine un anno dopo la morte di suo cugino Darwin, l'eugenetica deve tutto al darwinismo. E si presenta come la tecnica adatta a "correggere" gli errori dell'evoluzione della specie, eliminando fisicamente chi è fisicamente "indegno".

IL CASO

Uno storione pallido sbugiarda Darwin (e l’evoluzione)

13_08_2016 Marco Respinti

Tempi duri per lo storione pallido. Vive esclusivamente nello Stato nordamericano del Missouri e l’Unione mondiale per la conservazione della natura dice che è in pericolo di estinzione a causa di una progettata diga. Ma lo storione pallido rappresenta pure una spina nel fianco di Darwin e della sua teoria evoluzionistica.