Dall'eutanasia all'omicidio il passo è breve, il Belgio insegna
La magistratura di Liegi, Belgio, sta indagando su un medico sospettato di ben 9 omicidi di suoi pazienti. Il medico è stato licenziato e il processo accerterà se è veramente un "dottor morte" come si sospetta. Il Belgio è un Paese che ha ormai familiarizzato con l'eutanasia. E i confini dell'omicidio di non consenzienti sono sempre più labili.
Un medico sospettato di ben nove omicidi. Succede in Belgio dove i magistrati di Liegi, da settimane, stanno indagando su un sospetto «dottor Morte». I fatti risalgono al 2017, quando al CHR van Hoei Hospital questo dottore avrebbe deliberatamente cagionato la morte di diversi suoi pazienti tramite l’iniezione di morfina mescolata con altre sostanze. A metà settembre le morti sospette erano quattro e oltretutto avvenute – elemento che, se confermato, sarebbe davvero inquietante – tutte in un fine settimana. Oggi i decessi su cui si indaga, come si diceva, sono saliti a nove e non è detto che il loro numero non lieviti ancora.
Intanto gli avvocati del sospettato, un uomo residente nei pressi di Huy, comune di 20.000 anime, e oggi licenziato, continuano a far sapere che il loro assistito non ha nulla da temere, essendo totalmente «innocente». I legali sostengono che il medico abbia semplicemente attivato ordinarie procedure di sedazione palliativa. «Voleva solo fermare il dolore dei pazienti», assicurano, «ha persino ricevuto lettere di ringraziamento dai parenti». Perfino molti colleghi del medico – la cui collaborazione con il CHR è terminata nel settembre 2018 – sarebbero increduli dalle rivelazioni emerse sul suo conto.
Ciò non toglie che il caso non sia esploso senza una ragione. Le indagini erano infatti partite dopo che la polizia era stata raggiunta da una segnalazione anonima interna all’ospedale. «Sono stato molto sorpreso dai fatti. Ora dobbiamo lasciare che il tribunale faccia il suo lavoro», è stato il commento del sindaco di Huy, Christophe Collignon, a conferma di quanto la vicenda stia colpendo un Paese che pure con l’eutanasia ha ormai una certa familiarità. La sensazione che nell’ospedale del sospetto «dottor Morte» qualcosa di davvero grave possa essere accaduto è insomma diffusa.
Alimentano questa impressione anche le parole del professor Wim Distelmans, tra i responsabili della commissione federale per l’eutanasia, il quale conferma come da tempo il ricorso alla sedazione palliativa si stia facendo eccessivo «Quello che troppo spesso accade» ha spiegato Distelmans, «è che i medici aumentano drasticamente le dosi dei farmaci per accelerare la fine della vita dei loro pazienti. Essi dicono alle famiglie: "Li teniamo semplicemente addormentati". Ma questo significa porre fine alla vita di una persona, senza peraltro che il paziente lo avesse chiesto».
Da parte sua, il Ministro della salute belga, Maggie De Block, ha fatto sapere che in effetti la mancanza di un quadro giuridico sulla sedazione palliativa è qualcosa di problematico, che dovrebbe essere affrontato dal Parlamento. In attesa di ulteriori di sviluppi, e di vedere se il presunto «dottor Morte» si rivelerà effettivamente tale, un dato appare sicuro: in Belgio il fine vita è fuori controllo. Lo ha provato uno studio pubblicato nel marzo 2015 su The New England Journal of Medicine che, basato sui dati del 2013, aveva messo in evidenza come solo quell’anno più di 1.000 persone siano decedute con procedure di morte assistita mai richieste in precedenza.
Chi dubitasse della spirale mortifera innescata con l’eutanasia legale può comunque confrontarsi coi numeri, che evidenziano come i primi 235 casi di «dolce morte» del 2003 siano lievitati ad oltre 1.000 già nel 2011, in meno di dieci anni, per poi salire fino agli oltre 2350 del 2018. Uno scenario a dir poco problematico, che giusto pochi mesi fa ha spinto un gruppo di otto tra medici, docenti universitari e infermieri belgi a dare alle stampe Euthanasie, l’envers du décor (Editions Mols, 2019), testo traducibile in italiano con il titolo «Eutanasia, il rovescio della medaglia» con cui questi specialisti parlano di un «pericolo reale»: quello che la domanda di eutanasia nel Paese «non rifletta le vere volontà dei pazienti». Il sospetto «dottor Morte», con le sue nove morti tutte da chiarire, potrebbe insomma essere solo la punta dell’iceberg.