Dal governo a Mazzucato alla Pav, il Papa spiazza ancora
Concluso il viaggio di Francesco in Bahrein. Sul volo di ritorno, con i giornalisti, Bergoglio ha dato risposte di diverso tenore. Ha difeso la nomina dell’abortista Mazzucato alla Pav. Si è soffermato sul caso Santier e su retroscena sulla Russia. E ha deluso chi pensava a una sua critica su governo italiano e “porti chiusi”.
La prima volta di un Pontefice nel Bahrein si è conclusa ieri. L'ultimo appuntamento prima del congedo ufficiale è stato l'incontro con vescovi, sacerdoti e fedeli nella chiesa del Sacro Cuore a Manama, la prima chiesa cattolica nel Golfo Persico. Fu costruita nel 1939 su un terreno donato dall'allora sovrano, Hamad bin Isa Al Khalifa, e oggi può contare su un consistente numero di parrocchiani provenienti soprattutto dalle Filippine e dall'India. Travolto dall'affetto dei fedeli al suo ingresso in carrozzina, il Papa ha poi definito "bello appartenere a una Chiesa formata da storie e volti diversi, che trovano armonia nell’unico volto di Gesù" alla luce proprio dell'incontro con quello che monsignor Paul Hinder, vicario apostolico dell'Arabia del Nord, ha identificato come un "un piccolo gregge composto da migranti". Davanti a sacerdoti e fedeli, Bergoglio è tornato a puntare l'indice contro il "chiacchiericcio" che minaccia "l'unità dello Spirito".
In un Paese in cui spesso si sono levate accuse di violazione dei diritti umani nelle carceri, il discorso finale del Santo Padre ha ribadito il richiamo sulla condizione dei detenuti perché "è da come si trattano gli ultimi che si misura la dignità e la speranza di una società". A questo proposito, è arrivato l'elogio per il ministero che le religiose e i religiosi esercitano nei penitenziari. Il momento più importante del viaggio apostolico in Bahrein era stato il giorno prima, sabato, con la Santa Messa celebrata nello stadio nazionale di Riffa davanti a 30.000 persone. Deve essere stato emozionante, per i tanti lavoratori del Golfo di fede cattolica arrivati in Bahrein per assistere alla prima Messa papale pubblica in questo Regno a stragrande maggioranza musulmana, vedere la grande croce d'oro e la statua della Vergine.
Alla fine del viaggio di Francesco, sul volo di ritorno, non poteva mancare l’ormai consueto botta e risposta con i giornalisti che anche questa volta farà discutere. Ad esempio, dalla risposta ad una domanda sulla condizione femminile è arrivata, un po' a sorpresa, una difesa della recente nomina della professoressa Mariana Mazzucato, atea e dichiaratamente favorevole all’aborto, alla Pontificia Accademia per la Vita. Il Papa ha rivendicato la nomina ("l'ho messa") presentandola come "una grande economista degli Stati Uniti" chiamata a "dare un po’ più di umanità" all'organismo. Dalle parti di via della Conciliazione, reduci dalle polemiche di queste settimane per l'inaspettata nomina, hanno colto la palla al volo e hanno subito ritwittato le parole di Francesco, definendole "the best answet (sic) to everyone".
Nella conferenza stampa c'è stato spazio per affrontare la questione ucraina a cui aveva accennato anche in mattinata a Manama. Bergoglio ha svelato un retroscena rilevante sui primi giorni successivi allo scoppio della guerra: durante la sua visita all’ambasciata russa presso la Santa Sede, il Papa aveva dato la sua disponibilità a parlare con Putin. A chiamarlo, però, non era stato il presidente russo ma il suo ministro degli esteri, Sergej Lavrov, il quale gli aveva fatto sapere che "per il momento non era necessario". L'attivismo diplomatico della Santa Sede per la pace, però, non si è fermato lì ed è andato avanti anche grazie al ruolo - elogiato dal Papa - del segretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Paul Richard Gallagher. Francesco ha esortato i giornalisti ad essere pacifisti ovvero a parlare e lottare "contro le guerre", non solo quella scoppiata in Europa ma anche a tutte le altre in corso nel mondo.
Il giornalista di Agence Imedia, Hugues Lefevre, ha interrogato il Pontefice sul caso di monsignor Michel Santier contro il quale sono state mosse accuse di molestie da più presunte vittime. Accuse che, però, sono emerse solo da un'inchiesta giornalistica, successiva all'indagine ecclesiastica e al suo passo indietro dalla guida della diocesi di Créteil. Il Santo Padre ne ha approfittato per fare una cronistoria dello scandalo pedofilia nella Chiesa, scoppiato pubblicamente con il cosiddetto caso Spotlight a Boston. Francesco ha rivendicato il lavoro di pulizia fatto nella Chiesa dopo quella vicenda spiegando, inoltre, che "qualcuno dice che noi siamo una piccola minoranza, ma (io dico) se fosse anche un solo caso sarebbe comunque tragico". Una puntualizzazione per ricordare come il maggior numero di abusi su minori non riguarda la Chiesa ma avviene "nelle famiglie, nei quartieri, nelle scuole, nello sport", come diversi dati confermano. Bergoglio ne ha approfittato per ringraziare il cardinale Sean Patrick O'Malley, l'uomo che ha fatto pulizia proprio nell'arcidiocesi di Boston, che ha avuto il merito di intuire "il bisogno di istituzionalizzare questo con la Commissione della Tutela dei minori".
A una domanda dal tono polemico sul nuovo governo italiano e sulla cosiddetta politica dei "porti chiusi" che intenderebbe portare avanti, Papa Francesco potrebbe aver deluso l'intervistatore: nessuna parola critica, al contrario ha definito "una sfida" il primo esecutivo italiano guidato da una donna. Sulla questione migranti, il Papa ha quasi fornito un assist a Meloni, chiedendo ai governi dell'Ue di non essere egoisti e non lasciare soli Italia, Cipro, Spagna e Malta ad affrontare la questione sbarchi. "La politica dei migranti - ha detto Bergoglio - va concordata fra tutti i Paesi, non si può fare una politica senza consenso, e l’Unione Europea deve prendere in mano una politica di collaborazione e di aiuto, non può lasciare a Cipro, la Grecia, l’Italia e la Spagna, la responsabilità di tutti i migranti che arrivano alle spiagge". Poi, il Pontefice ha smontato l'accusa di disumanità che in queste ore la sinistra sta rivolgendo al governo per lo stop alle navi delle Ong: "Credo - ha affermato - che questo governo abbia la stessa politica (di salvare vite, ndr), i dettagli non li conosco, ma non penso che voglia andarsene via, ma io credo che ha fatto sbarcare già i bambini, le mamme, i malati, per quello che ho sentito, almeno l’intenzione c’era". Parole che avranno lasciato l'amaro in bocca a chi sperava di arruolare Bergoglio tre le file dell'opposizione.