Dal 5 giugno è vietato far lavorare i bambini nelle fornaci
Il lavoro infantile è molto diffuso nel paese, soprattutto tra i ceti più poveri. Le comunità cristiane svolgono una intensa opera di sensibilizzazione per contrastare questa pratica
Una bambina di nove anni, Chheng Srev Pheak, ha perso un braccio mentre lavorava in una fornace. È successo in Cambogia, nella provincia sudorientale di Kandal. L’arto della piccola è rimasto incastrato in un macchinario ed è stato necessario amputarlo a causa delle gravi ferite riportate. La polizia e il direttore provinciale del dipartimento del lavoro sostengono che la bambina aiutava i genitori, ma non era costretta a lavorare. Se anche è vero, tuttavia in Cambogia il lavoro minorile è molto diffuso. Padre Luca Bolelli, sacerdote del Pime, ha spiegato ad AsiaNews che soprattutto in contesti di grave povertà non desta scandalo che un bambino lavori: “è normale che i bambini aiutino le famiglie nelle fornaci o nei campi. Questo è dovuto in parte al senso del dovere, dell’obbedienza e del sacrificio, che la cultura locale impone ai figli”. In seguito a questo incidente, però, il governo ha deciso di vietare che i bambini lavorino nelle fornaci. Con la nuova direttiva datata 5 giugno, specifica l’agenzia AsiaNews, i proprietari delle fabbriche di mattoni che impiegano minori rischiano la reclusione. Adesso negli impianti di produzione sono obbligatori cartelli grandi e chiaramente visibili che istruiscono i minori a non entrare nelle strutture; anche il solo accesso di bambini implica accuse penali per i proprietari che non vigilano. L'uso della schiavitù per pagare i debiti – in quanto violazione della libertà dei lavoratori – è rigorosamente proibito. I padroni dei forni devono provvedere ad una sistemazione gli impiegati e le loro famiglie che vivono lontano dal luogo di lavoro; gli alloggi devo essere circondati da recinti. “Riscontro timidi passi in avanti sul fonte dei diritti dell'infanzia – aggiunge padre Bolelli – ma a mio avviso disposizioni come quelle del ministero sono più che altro imposte dagli standard internazionali di organizzazioni come l'Asean (Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico). Grazie all'importanza che il Vangelo riconosce alla dignità umana le comunità cristiane sono impegnate in una preziosa opera di sensibilizzazione. Nelle scuole, sin dall'asilo, ai bambini è rivolta una particolare attenzione; anche a livello liturgico, cerchiamo di coinvolgere i più piccoli nelle attività religiose, per valorizzare la loro esperienza di fede. È necessario contrastare l’idea che chi non produce è inutile per la società”.