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LA MORTE DEL PAPA EMERITO

Dal 2 gennaio la salma di Benedetto sarà esposta in San Pietro

Benedetto è tornato alla casa del Padre tre giorni dopo l'annuncio con cui Francesco in udienza generale ne ha rivelato al mondo l'agonia. La salma del 264esimo successore di Pietro sarà esposta nella Basilica di San Pietro a partire dalla mattina del 2 gennaio per l'omaggio dei fedeli. Sarà la prima volta di un Papa emerito.

Ecclesia 31_12_2022

Benedetto è tornato alla casa del Padre tre giorni dopo l'annuncio con cui Francesco in udienza generale ne ha rivelato al mondo l'agonia. La notizia è arrivata questa mattina con il comunicato del direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni: «il Papa emerito è deceduto oggi alle ore 9:34, nel monastero Mater Ecclesiae». La notizia arriva dopo due giornate tutto sommato positive per il quadro clinico dell'illustre paziente, nonostante la gravità della situazione che era sembrata subito a tutti irreversibile.

Il Papa emerito aveva risposto bene alla terapia che gli era stata somministrata, ma non è comunque bastato. È morto, confortato nell'ambiente familiare del monastero Mater Ecclesiae, assistito dalle Memores domini e dal suo segretario particolare, monsignor Georg Gänswein. Era stato lui stesso a non volere alcun trasporto in ospedale, convinto che quel luogo di vita contemplativa scelto per il ritiro dopo il 2013 disponesse del clima ed anche delle attrezzature mediche adeguate per accompagnarlo fino alla fine.

La salma del 264esimo successore di Pietro sarà esposta nella Basilica di San Pietro a partire dalla mattina del 2 gennaio per l'omaggio dei fedeli. Sarà la prima volta di un Papa emerito.

Decisiva è stata l'età avanzata dell'illustre paziente. Ratzinger, infatti, non soffriva di alcuna malattia particolare. È vero che aveva difficoltà a parlare, ma riusciva comunque a farsi capire grazie all'ausilio del suo segretario monsignor Gänswein. Che non ci fossero avvisaglie di un peggioramento di salute di questo tipo capace di portarlo in pochi giorni alla morte lo ha testimoniato anche un amico storico del Papa emerito, il 78enne Thaddäus Kühnel. Bavarese come lui, ha raccontato che aveva sentito il Papa emerito al telefono solamente sabato scorso. «Non parla più bene - ha spiegato l'uomo - ma siamo stati ancora in grado di parlare un po' di questioni private». Un colloquio reso possibile dal segretario particolare, monsignor Georg Gänswein che - ha svelato Kühnel - «ha tradotto, per così dire, e ha letto le parole dalle labbra» di Ratzinger. L'anziano ex Pontefice, però, pur essendo «molto fragile» si era dimostrato «mentalmente in forma». L'amicizia tra i due bavaresi risaliva al 1977 ed è andata avanti anche durante il pontificato benedettino, con le visite di Kühnel in Vaticano per regalare a Ratzinger le corone dell'Avvento originarie della loro terra. 

Ad accompagnare questo ultimo tratto di strada, nel monastero Mater Ecclesiae, c'è stato anche il suo medico personale Patrizio Polisca. Il professore iniziò la sua attività medica al fianco dei papi nel 1986, chiamato dal dottore di Giovanni Paolo II, Renato Buzzonetti. Nel 2009 fu Ratzinger a indicare Polisca - che già conosceva anche perché aveva assistito il cardinale in Conclave - come medico personale del Papa. Polisca è stato vicino anche a Giovanni Paolo II negli ultimi giorni della sua vita. Con Benedetto XVI il rapporto di fiducia è continuato anche dopo la rinuncia tant'è che nonostante Francesco abbia scelto di sostituirlo dopo poco più di due anni, Polisca è rimasto al fianco del Papa emerito e lo ha accompagnato nel 2020 durante il suo viaggio in Germania per dare l'ultimo saluto al fratello Georg.